I NOMI. Ucciso per aver provato a fregare il boss Nicola Schiavone. Condanna tombale al “palo” e a chi trovò le moto per i killer
6 Marzo 2025 - 10:19

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CASERTA – Per l’omicidio di Crescenzo Laiso, ras del clan dei Casalesi ucciso a Villa di Briano nell’aprile del 2010, LA corte di Cassazione ha confermato le pene emesse dalla corte di Assise d’Appello di Napoli nei confronti di Maurizio Zammariello e Bernardo Ciervo.
Condannati per omicidio, ricettazione e possesso di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso, dieci anni definitivi è la pena per Zammariello che fece da specchiettista ai killer, tre anni, invece, per Ciervo, l’uomo che fornì le moto per l’agguato, i cui responsabili primari furono condannati già nel maggio del 2022 (CLICCA E LEGGI).
Fratello del pentito Salvatore, Crescenzo Laiso fu raggiunto dai killer mentre era in auto: tredici colpi di arma da fuoco, sparati da un motociclista, lo uccisero. Si pensò subito a una faida interna al clan, poiché Laiso era accusato di aver sottratto una parte dei soldi delle estorsioni, decisione che gli costò la vita, secondo la volontà di Nicola Schiavone.