TUTTI I NOMI. Imprenditori casertani sotto processo per una truffa nel mondo dei carburanti. E le accuse di camorra per i soldi del braccio destro di Michele Zagaria

11 Giugno 2025 - 11:04

Un modo per poter abbassare i prezzi della benzina e mettere sotto la concorrenza. Sotto la lente della DDA i rapporti tra l’imprenditore Raffaele Diana e Michele Fontana ‘O Sceriff, braccio destro del boss del clan dei Casalesi

CASERTA – Quattro anni dopo il maxi blitz che nel 2021 portò a 45 arresti e 71 indagati in libertà, si avvia alla conclusione il processo sul vasto traffico illecito di carburanti connesso, secondo l’Antimafia, alla criminalità organizzata casertana e tarantina. Nell’ambito del procedimento in corso con rito ordinario dinanzi al Tribunale di Potenza, la Direzione Distrettuale Antimafia ha formulato richieste di condanna per 52 imputati e chiesto 2 assoluzioni.

Nel cuore dell’indagine ci sono i fratelli Vincenzo e Giuseppe Diana, rispettivamente di 36 e 29 anni, e il padre Raffaele, 59 anni, imprenditori originari di San Cipriano d’Aversa. Per loro, il pubblico ministero Vincenzo Montemurro ha chiesto pene pesanti: 12 anni per il padre, 9 e 8 per i due figli. Secondo l’accusa, sarebbero stati a capo, fino al 2019, di un’organizzazione dedita alla fittizia intestazione di beni, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, collegati al clan dei Casalesi. Il fulcro dell’operazione illecita, secondo la ricostruzione dell’Antimafia, era il commercio di gasolio agricolo a prezzo agevolato, successivamente rivenduto a imprese non legate al comparto agricolo. Un sistema che avrebbe generato un giro d’affari stimato in circa 30 milioni di euro l’anno. I capitali accumulati sarebbero stati reinvestiti nella società Carburanti Petrullo, che avrebbe incrementato il proprio fatturato fino a 16 milioni di euro nel 2016.

Il nome di Raffaele Diana emerge anche in relazione a Michele Fontana, detto ‘o sceriffo, uomo di fiducia del boss Michele Zagaria e non imputato in questo processo,

del quale Diana sarebbe stato la “longa manus” nei traffici nella zona sud della provincia di Salerno. Oltre ai Diana, la DDA ha avanzato richieste di condanna per altri soggetti legati al presunto sistema fraudolento, tra cui Antonio Gallo di San Marco Evangelista (2 anni), Tommaso Di Rosa di Curti (4 anni), e Fulvio Leonardo e Salvatore Antonio Leonardo, entrambi di Pietramelara (rispettivamente 4 e 4 anni). Tra gli imputati figurano inoltre persone residenti a Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Casapesenna, Pastorano, Trentola Ducenta.

Le accuse spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali in materia di accise e IVA, alla truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, falso e intestazione fittizia, con l’aggravante mafiosa per alcuni imputati.

Tutti gli imputati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva.
Tra le persone per le quali la DDA ha chiesto una condanna figurano Raffaele Diana, Vincenzo Diana, Giuseppe Diana, Massimo Petrullo, Antonio Latronico, Raffaele Annunziata, Luigi Luisi, Maddalena Luisi, Luigi Impembo, Antonio De Luca, Gino De Luca, Yuri Garone, Michele Cicala, Pietro Buscicchio, Antonio Siano, Marcello Paparello, Giacinto Costantino, Antonio Garofalo, Tommaso Di Rosa, Gennaro Di Tuoro, Luigi Papale, Gennaro Morretta, Mattia Morretta, Fulvio Leonardo, Salvatore Antonio Leonardo, Antonio Gallo, Antimo Menale, Francesco Friozzi, Giovanni Friozzi, Bruno Mario Diana, Flavio Diana, Fioravante Celso, Antonio De Martino, Nicola Venosa, Oreste Mainenti, Fabio Grieco, Elena Quaranta, Carmine Parisi, Domenico Parisi, Rosario Parisi, Carmine De Angelis, Maria Teresa Iannone, Teresa Lanzara, Salvatore Di Puorto, Antonio Iannotti, Fabio Iannotti, Mario Trotta, Cristina Brindisi, Luigi D’Elia e Antonio La Marca. Sono invece state richieste assoluzioni per Felice Balsamo e Giovanna Sabia.