LA FOTO S. MARIA C.V. La legalità della bancarella del torrone. Altro che ordinanza: gazebo in zona anfiteatro vivi e vegeti

27 Dicembre 2018 - 21:43

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Nel Paese in cui gli ultimatum sono sempre, immancabilmente, dei penultimatum; nel Paese in cui quando un sindaco produce le sue irrevocabili dimissioni vuol dire che ha solamente 20 giorni di tempo per aggiustare le cose nella sua maggioranza, per “apparare” i consiglieri comunali recalcitranti, garantendo loro posti e prebende sempre a carico del cittadino-contribuente, ci sta pure che un’ordinanza sindacale o dirigenziale, funga da cartellino giallo e non come dovrebbe essere per definizione, da cartellino rosso.

Fatta la premessa, non vogliamo perdere tempo nei giudizi anche perché a poco servono. Una sola domanda ci sentiamo di porre al sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra e, con molto rispetto, al suo consulente per la legalità giudice Oscar Bobbio: ditecelo voi che siete dei giuristi, se un’ordinanza è una fonte del diritto e che, come tale, deve trovare sfogo in una sua esecuzione, se non sopravvengono sospensioni formali o interventi urgenti da parte degli organi della giurisdizione amministrativa oppure se un foglio di carta, utile solamente a mettersi le spalle al sicuro e ad evitare una pur remota incriminazione per abuso di ufficio; ditecelo voi perché a Santa Maria Capua Vetere come del resto in tutta la provincia di Caserta, se un’amministrazione comunale ha ordinato la rimozione dei gazebo commerciali a partire da quelli della zona dell’Anfiteatro, come mai durante queste feste, molti di questi gazebo sono stati operanti fuori dalla legge come dimostra questa foto?

Mai come in questa provincia si è fatto abuso e violenza della parola legalità.