TUTTI I NOMI. Slot, sale bingo, caffè e cavalli. Condanne pesanti per Massimo Russo “Paperino”, suo fratello, Martino Giugliano e…

27 Febbraio 2019 - 20:52

CASAL DI PRINCIPE – Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha condannato i germani Francesco e Massimo Russo, fratelli del capoclan Peppe Russo, detto “il padrino”, (ritenuto fedelissimo del boss Francesco Schiavone “Sandokan”) rispettivamente a 16 anni e mezzo e 17 anni di reclusione nell’ambito del processo sulla gestione illegale delle slot machine che il 15 settembre del 2015 porto’ la Dia, coordinata dalla DDA di Napoli, ad eseguire 44 misure cautelari.

L’indagine evidenzio’ gli interessi del clan anche nei settori delle sale bingo, nella distribuzione del caffe’, e nella gestione dei cavalli da corsa. In quell’occasione, infatti, fu arrestato anche un fantino di fama, Mario Minopoli, che aveva condotto un cavallo, Madison Om, di proprieta’, secondo la procura antimafia, di Massimo Russo.

Al fantino veniva contestata l’intestazione e l’interposizione fittizia con l’aggravante di avere agevolato un clan mafioso. Il pm aveva chiesto per lui quattro anni e mezzo di carcere. Il giudice pero’ ha escluso l’aggravante e dichiarato prescritto il reato. Stessa cosa per Cornelio Alluce

e Antonio Tartarone.

Condannato il collaboratore di giustizia Roberto Vargas, a due anni e otto mesi. Dodici anni e mezzo sono stati comminati, invece, a Giugliano Martino (detenuto al 41 bis), cognato di Massimo Russo, esponente di spicco del gruppo Russo e della fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

E ancora, Domenico Abatiello a 4 anni e 6 mesi; Augusto Discepolo a 8 anni e 6 mesi; Alfredo Giuliano a 9 anni; Raffaele Maiello a 5 anni; Giuseppe Manco a 3 anni, Giovanni Maria Rotondo a 8 anni e 6 mesi.

Assoluzione piena per Viviana Gallo, Carla Izzo, Michele Aletta, difeso dall’avvocato Vittorio Giaquinto, Armando Di Palma ed Antonella Mangiacapra. I giudici hanno anche ordinato la confisca delle quote sociali della Bet & Play.