Nicola Schiavone e le armi del clan dei casalesi: “Ecco chi le custodiva per me”
8 Aprile 2019 - 16:23
CASAL DI PRINCIPE – Nicola Schiavone ha parlato con i magistrati della Dda di Napoli, come vi stiamo raccontando in una lunga carrellata di articoli dedicati alle sue dichiarazioni, e, tra le altre cose, ha svelato i nascondigli che custodivano le armi e i nomi di chi le conservava per il clan dei casalesi.
“Le armi erano custodite separatamente da diversi affiliati come Francesco Barbato. A loro volta ciascuno degli affiliati aveva la disponibilità di più nascondigli presso soggetti insospettabili che ricevevano per la specifica attività regalie ed opportune somme di denaro“, ha detto testualmente.
Durante la sua latitanza fu ospitato in casa di un insospettabile: “Per circa 6 mesi dall’agosto del 2009 al febbraio del 2010 in Villa di Briano nei pressi del luogo dove fu ucciso Crescenzo Laiso. Lasciai in consegna una pistola Beretta calibro 9×21 munita di caricatore modificato a 30 colpi“.
“Il proprietario dell’abitazione nonché custode per conto del clan in passato aveva avuto o gestito una pescheria sul corso principale di Villa di Briano che da Villa Literno arriva fino ad Aversa”.
E su una specifica arma, Nicola Schiavone ha un ricordo preciso: “Il caricatore mi era stato regalato da Pasquale Vargas e ricordo che era stato modificato dal carabiniere che fu arrestato per aver trafficato in armi”.
Non solo carabinieri, però. Alcuni militari in missione a Sarajevo, in Bosnia, rimasero coinvolti nel trasporto di armi che dal campo militare Bit-Mur venivano introdotte in Italia e smistate nelle case di soggetti insospettabili.