AVERSA. Sequestri dei baschi verdi nella Terra dei Fuochi. Scoperti sversamenti illeciti e furto di energia elettrica in 2 opifici

16 Novembre 2019 - 11:50

AVERSA – Nel quadro della quotidiana attività posta in essere dalla Guardia di Finanza per
contrastare il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti industriali nella cosiddetta “Terra dei
Fuochi”, i Baschi Verdi di Aversa hanno individuato, nei giorni scorsi, altri due opifici
calzaturieri all’interno dei quali veniva svolta l’attività in totale assenza delle autorizzazioni
ambientali e senza alcuna tracciabilità dell’avvenuto smaltimento dei rifiuti speciali prodotti
dalla lavorazione.
In entrambi i casi, i militari hanno rinvenuto, ammassati all’interno delle strutture, ingenti
quantitativi di rifiuti costituiti anche da materiali contenenti colle e residui di sostanze
infiammabili e corrosive, utilizzate per la produzione di scarpe, nonché bustoni in plastica
contenenti scarti di pellami, carta e cartone che, senza l’intervento dei militari, sarebbero
stati, con ogni probabilità, illecitamente sversati nell’ambiente circostante.
Inoltre, uno dei due titolari aveva anche “allestito” all’esterno del proprio opificio una vera e
propria discarica a “cielo aperto” colma di decine e decine di sacchi pieni di rifiuti e lattine
con residui di colla, il tutto scelleratamente esposto alle intemperie.
Ad aggravare la posizione dello stesso “imprenditore” contribuiva l’accertamento a suo
carico del furto di energia elettrica perpetrato attraverso l’utilizzo di un apparecchio
magnetico collegato al contatore elettronico (il cd. “magnete”), particolarmente efficace
nell’eludere i controlli del fornitore di energia elettrica oltre che a ridurre in modo
sostanziale i consumi effettivi della medesima. Al riguardo, da una preliminare stima
fornita dal personale specializzato della società Enel Distribuzione intervenuto sul posto, è
stato quantificato, per il solo anno in corso, un risparmio fraudolento complessivo del costo
dell’energia elettrica pari a circa € 40.000,00.
Nel corso degli interventi è stato, inoltre, accertato l’impiego di ben undici lavoratori “in
nero”.

Anche in questo caso la situazione di diffusa illegalità con cui veniva esercitata l’attività
imprenditoriale e l’illecito abbattimento dei costi aziendali finalizzato alla realizzazione di
un prodotto contabilmente non tracciato e quindi rivendibile “in nero”, ha indotto i militari ad
avviare immediatamente anche un controllo fiscale a cura dei colleghi della competente
Compagnia di Aversa, così da ricostruire il volume dell’evasione fiscale e contributiva.
I legali rappresentanti delle attività sono stati denunciati a piede libero alla Procura della
Repubblica di Napoli Nord per emissione in atmosfera non autorizzata, attività di gestione
non autorizzata di rifiuti, infrazioni delle norme in materia di tutela della salute e sicurezza
sui luoghi di lavoro e, per uno di questi, anche furto aggravato di energia elettrica.
Sequestrati gli opifici, i rifiuti ammassati nei locali e i macchinari per la lavorazione delle
scarpe, per un valore complessivo stimabile in circa 500 mila euro.
Tenuto conto, infine, dei reati ambientali accertati, è stata, altresì, segnalata alla
medesima Autorità Giudiziaria la posizione di una delle due imprese coinvolte in relazione
alla responsabilità amministrativa da reato disciplinata dal D.Lgs. 231/2001 – speciale
normativa introdotta dal Legislatore già da circa un ventennio con la finalità di sanzionare
anche l’impresa che sta sul mercato in modo illegale e che trae profitti economici dal
compimento di reati da parte dei suoi amministratori.
Anche gli odierni risultati dimostrano l’importanza del controllo economico-finanziario del
territorio esercitato dalla Guardia di Finanza e finalizzato all’individuazione di quelle
imprese che scaricano sulla collettività i costi sociali della loro attività illegale, sfruttando
ingiusti vantaggi economici e danneggiando le altre aziende sane e corrette che operano
sui loro stessi mercati.