PIZZINI DEL BOSS dal carcere alla moglie. Tra i messaggeri, anche un noto pastore evangelico

21 Novembre 2019 - 12:03

TRENTOLA DUCENTA – Lo spessore criminale di Maria Rotonda Di Sarno, moglie di Raffaele Cantone ‘o malapelle e madre di Pino Cantone, arrestato recentemente nell’ultima ordinanza sul clan dei casalesi, imperniata sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Orabona, è dimostrato dal modo con cui sapeva muovere le sue pedine per ottenere informazioni direttamente dal carcere in cui era recluso il suo consorte boss.

Due le figure al soldo della camorra: un agente di polizia penitenziaria in servizio presso l’infermeria del carcere in cui era recluso Raffaele Cantone, addirittura un pastore evangelico di San Cipriano, in servizio, ugualmente, nel carcere di Secondigliano. Erano loro, in pratica, a portare le notizie, quelle che nell’ordinanza vengono definite, nelle dichiarazioni di un altro pentito, Giosuè Palmiero, le “imbasciate” del boss.

In cambio, Maria Rotonda Di Sarno corrispondeva, riteniamo ogni volta la somma di 500 euro ai due “messaggeri” dei pizzini. Non una disponibilità temporanea, bensì, aggiunge ancora Giosuè Palmiero, stabile e duratura. La donna li riceveva a casa sua e questo le consentiva di consentiva di conoscere il pensiero del marito, presumibilmente di assorbire anche qualche indicazione, quale ordine criminale.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELLE DICHIARAZIONI DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA GIOSUE’ PALMIERO