Gli INDAGATI SPRAR. Lo scandalo sollevato da CasertaCe il 13 giugno. Un affare da 2 MILIONI. L’omertà del Comune. Chi ci guadagna

7 Febbraio 2019 - 11:20

CASERTA (gianluigi guarino) – Qui un famoso intercalare, che Beppe Grillo utilizzava sin dai tempi in cui faceva solamente il comico e non anche il politico, cascherebbe “a fagiuolo”: “C’è da impazzire…ma come si fa a mettere in piedi una cosa del genere?”
Il programma messo a punto da Renzi nella parte riguardante i richiedenti asilo è stato sfoggiato legittimamente come uno dei fiori all’occhiello del suo governo di centrosinistra, come una delle prove provate che il paese fosse, al tempo, governato da una compagine limpidamente progressista e attenta ai diritti dei popoli.
D’altronde, l’asilo politico è uno degli istituti più importanti riconosciuti dalle Nazioni Unite.
Insomma, tutti lo sfoggiano come una cosa di cui vantarsi, come un obiettivo da raggiungere per accrescere la cifra di civiltà del proprio paese in nome dei diritti umani.
Questo capita dappertutto, fuorchè a Caserta, dove naturalmente la vicenda viene gestita in maniera a dir poco opaca.

Lo scorso inverno ci occupammo della stessa vicenda relativamente al fitto di un appartamento ubicato in via Roma.
Lì la rivolta dei condomini fu rapida al punto da bloccare l’operazione, dentro alla quale, oltre al centro sociale del “solito” Fabio Basile, c’era anche la manina di don Antonello Giannotti, parroco della chiesa del Buon Pastore.

Di quell’esperienza, evidentemente, la cooperativa titolare del progetto, e dei lauti finanziamenti ad esso associati, ha fatto tesoro.
Come abbiamo scritto nelle scorse settimane, infatti, un giorno i condomini del Parco Crispino si sono accorti di avere altri “coinquilini”.
Persone che arrivavano da altri paesi e che erano ospitate in un appartamento al primo piano.

In quel preciso istante, sempre i residenti, compresero anche il motivo dei lavori interni effettuati in sordina all’interno dello spazio ampio di quei 200 metri quadri, locati dalla società “Pieffe Consulting Srl”.

Insomma nessuno aveva avvisato nessuno degli altri occupanti del condominio.

Quello che doveva essere il fiore all’occhiello di un’amministrazione di centrosinistra, come afferma di essere quella di Carlo Marino, è diventata un’operazione segreta in cui si annidano interessi poco chiari.

Affermazione, questa, tutt’altro che gratuita, perchè da un mese esatto l’avvocato Rosina Casertano, in rappresentanza di tutti i condomini, sta chiedendo al Comune spiegazioni e chiarimenti sia sulla realizzazione materiale del progetto, attraverso l’assegnazione ai rifugiati degli spazi ridefiniti dell’appartamento, sia sulla regolarità, legittimità, liceità dei lavori effettuati.

Zero.

Vuol dire che il Comune di Caserta ha qualcosa da nascondere. I Vigili Urbani, beffardamente, hanno dichiarato di aver bussato al campanello e di non aver ricevuto alcuna risposta.

Dunque oggi non si sa quante siano le persone ospitate in quella casa, dove dovrebbero stare massimo in 18, in funzione del numero di bagni presenti.
Una quota dei 192 maschi più 8 femmine che tocca al progetto di Caserta. Ma i condomini vogliono sapere chi siano e in quanti siano là dentro.

La blindatura, il silenzio e anche la sprezzante omertà della cooperativa “New Accra” autorizzano il sospetto.
Siccome si contabilizza alla fine del periodo di ospitalità, se a quel tempo non sarà stata realizzata una identificazione delle persone richiedenti asilo, per comprendere se esiste una regolare corrispondenza di identità con chi questo diritto ha acquisito, se non si realizzano dei sopralluoghi per capire costantemente in quanti siano ospitati in quell’appartamento, ci si espone ai dubbi, che a questo punto diventano sempre più stringenti.

Il Comune deve fare chiarezza. Sapete perchè? Due numeri prima di chiudere questo articolo: ogni richiedente asilo costa 50 euro al giorno, di cui 35 intascati dalla cooperativa e 15 dal richiedente. Questo ogni giorno, per ognuno di loro.

Si può ben dedurre che qui la coop. e i suoi derivati andranno ad intascare una somma superiore ai 2 milioni di euro.

Come gli dai torto, poi, a Salvini quando dice che l’accoglienza e il buonismo sono solo strumenti al servizio del business di talune associazioni?