ASI DELLE NEFANDEZZE. Venerdì un’altra assemblea a nostro avviso illegale. Ambiti scaduti dal Paleolitico con componenti nominati anche 12 anni fa

20 Gennaio 2021 - 18:34

E la regione Campania continua a tollerare questo modo di fare, fornendo coraggio a chi si ritiene – a questo punto giustamente – al sicuro da ogni possibile sorpresa

CASERTA (gianluigi guarino) – L’anno scorso, di questi tempi, in occasione dell’assemblea dell’Asi, chiamata ad approvare il Bilancio, sollevammo circostanziati dubbi sulla legittimità di quell’adunanza. Senza voler entrare in polemica, perché ormai abbiamo capito che la presidente Raffaela Pignetti sfrutta qualche nostra accentuazione più colorita, ma mai offensiva, qualche battuta sardonica per distogliere l’attenzione sui fatti che contano, vogliamo ribadire anche quest’anno, a circa 36 ore di distanza da una nuova seduta dell’assemblea convocata per dopodomani, venerdì, lo stesso concetto dell’anno scorso.

Non vogliamo neppure entrare nel merito delle competenze cognitive, al riguardo nulla ci stupisce più. Ma all’interno della struttura tecnico-amministrativa del consorzio intercomunale che gestisce le Aree di Sviluppo Immobiliare, pardon, siamo proprio incorreggibili, Industriale, non è possibile che non ci sia uno in quegli uffici in grado di fornire una giusta valutazione, un giusto peso ad una questione assolutamente dirimente per la validità di qualsiasi assemblea: dicesi “verifica poteri“.

Se un congresso o un organo assembleare, o una qualsiasi altra struttura deliberativa, deve produrre atti amministrativamente validi, cioè validi per il diritto pubblico, alla cui sfera appartiene il Diritto Amministrativo, dev’essere verificato e sancito, certificato, formalmente dichiarato che ognuno dei componenti di quell’assemblea, di quel congresso di partito, eccetera, possegga

tutti i requisiti attivi e/o passivi per partecipare ad una votazione deliberativa, in modo che questa possa produrre conseguenze sul piano giuridico. In pratica, conseguenze che vanno ad incidere su vari tipi di interesse, a partire da quello connesso ad una buona ed equa gestione economica sempre collegata a ciò che è utile alla comunità. Un interesse collettivo, comunitario che la potestà pubblica, in quel momento interpretata dall’assemblea, deve sprigionare nell’intransigente rispetto delle leggi. Di tutte le leggi, nel solco dell’intera filiera gerarchica, che può rappresentarsi come una norma principale, fondamentale, come può essere un articolo della Costituzione, o come l’ultimo regolamento e ultimo statuto nel dato ente.

Non sappiamo se l’anno scorso questa verifica dei poteri è stata fatta, ma se ciò è accaduto, non è stata realizzata in maniera efficace. Perché l’anno scorso, a nostro avviso, l’assemblea dell’Asi ha approvato atti fondamentali come quello del Bilancio attraverso un’assemblea illegalmente costituita, in quanto formata da componenti il cui mandato era scaduto e che mai è stato rinnovato. Ribadiamo i numerini che già pubblicammo 12 mesi fa: questa assemblea è venuta fuori nella sua costituzione e composizione dalla delibera n°8 del 17 novembre 2014. L’anno scorso, dunque, notavamo che era indiscutibilmente scaduta da circa due mesi e che dunque non aveva alcuna legittimazione ad approvare alcunché. Per il 2021 è scaduta da un anno e due mesi e, per come è possibile, è ancor meno legittimata. D’altronde, i cinque anni di validità dell’organo assembleare non sono stabiliti da CasertaCe, presidente Pignetti, ma dalla legge regionale n°19, nel suo articolo 3, del 6 dicembre 2013. 

Ci avviciniamo ad un’altra assemblea e ancora oggi, oltre al problema insormontabile della loro scadenza, ci sono ambiti di cui fanno parte comuni che già da un pezzo sono ufficialmente, formalmente, definitivamente usciti dall’Asi; ancora oggi, nei vari ambiti, ci sono rappresentanti che non fanno parte di nessun consiglio comunale, di nessuna amministrazione e che sono stati designati addirittura dieci o dodici anni fa. Giusto per spiegare ai non addetti ai lavori, l’assemblea dell’Asi è formata da comuni singoli, i più grandi, e da gruppi di comuni, per l’appunto gli ambiti, che mettendosi insieme riescono ad esprimere un voto assembleare pari a quello espresso singolarmente dai comuni più importanti, che più importanti sono anche in termini di dotazioni di aree apprestate allo sviluppo industriale e affidate alla gestione intercomunale dell’Asi.

Il punto è sempre quello. Non è che ora la governance dell’Asi vede questo articolo e magari, notte tempo, qualche solerte funzionario o dirigente (sempre gli stessi) diventa estensore dei vangeli apocrifi, cioè di documenti che magari nel momento in cui il pezzo è stato pubblicato non esistevano, così magari domattina ci troviamo che gli ambiti, attraverso ologrammi onirici, hanno rinnovato la loro rappresentanza.

Non ci stupiremmo di ciò, visto e considerato quello che abbiamo incrociato, strabuzzando gli occhi e sopportando con immane pazienza che una presidente ci querelasse o ci citasse in giudizio un giorno sì e l’altro pure, non con soldi suoi, ma con più di 60 mila euro appartenenti a cittadini-contribuenti e dispensati con scelte discrezionali dirette all’uno o all’ altro avvocato simpatico/empatico. Ma il problema, ripetiamo, non è questo. Insomma, quella convocata per venerdì e l’assemblea dell’anno scorso sono delle mele bacate. La verifica seria dei poteri stabilirebbe che questa non è convocabile a causa di tutti i pesantissimi motivi adesso esposti.

Mai ne abbiamo fatta una questione personale. Come amiamo affermare spesso, anche in questa circostanza sfidiamo chiunque ad affermare che noi abbiamo avuto anche in una sola circostanza un contatto diretto con la presidente Pignetti, un contatto telefonico o in modalità social media. Le abbiamo solo chiesto in decine e decine di occasioni di replicare nel merito e non con chiacchiere, slogan e considerazioni ad personam, ai nostri articoli. Ma lei se n’è sempre guardata bene, preferendo improbabili sermoncini sulla presunta immoralità del nostro giornalismo, mentre sulle querele e sulle citazioni abbiamo già detto che queste sono molto meno importanti del meccanismo economico che vi si è sviluppato attorno.

Ci sarebbe un’autorità in grado di intervenire. Da tempo chiediamo, con ampie e circostanziate argomentazioni, alla Regione Campania di commissariare l’Asi Caserta immediatamente, almeno per quel che riguarda la ricostituzione della regolarità dell’organo assembleare, come del resto le consente di fare la già citata legge regionale 19 del dicembre 2013, stavolta all’articolo 7. Anche stavolta lo facciamo. E d’altronde, noi non dobbiamo stare lì a registrare se queste richieste vengano o meno riscontrate. La nostra, infatti, è solamente l’espressione di un dovere testimoniale. Per cui, se anche l’assemblea di venerdì 22 gennaio verrà avallata dalla Regione, che si dimostrerà ancora una volta un’istituzione corriva, complice, noi lo scriveremo per diritto e per dovere di cronaca. Per il resto non faremo una piega, né ci agiteremo, preparandoci invece, sin da ora denunciando che ogni deliberato dell’assemblea Asi è – a nostro democratico avviso – completamente illegale.