AVERSA. Bimbo ucciso di botte dal patrigno. La madre al processo: “Lo ha colpito fino a che non si è rotto il bastone”

21 Luglio 2020 - 17:24

“Sembrava un diavolo. Il giorno prima, alla sorellina, aveva tirato i capelli e gli erano rimaste delle ciocche in mano”

AVERSA – “Mi sono messo nel letto per rilassarmi un po’, verso le 8 e qualcosa, ho sentito che i bambini saltavano sul letto; mi è venuto un raptus di follia, mi si è spento il cervello, e li ho picchiati, ma non ho mai voluto ammazzarli”. Sono le parole pronunciate da Tony Essobdi Badre, 25 anni, accusato dell’omicidio del figliastro Giuseppe – il bimbo di 6 anni ucciso a colpi di bastone il 27 gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli – nell’aula 114 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. “Non si fermava più, buttava mazzate e mentre picchiava i bambini le mazze si sono spezzate”: dal canto suo, descrive violenze inaudite Valentina Casa, la madre di Giuseppe, anche lei sotto processo.

Il patrigno del bambino, ex di Casa, ha risposto alle domande del pm Fabio Sozio (che da gennaio sostituisce il pm Paola Izzo). “E’ stato un raptus di 5 minuti – continua Badre -, mi è venuto in cameretta dopo aver visto la struttura del letto rotta, è come se in quel momento mi si fosse spento il cervello”.

Numerose sono state, nel corso dell’interrogatorio durato circa due ore, le contestazioni avanzate dal sostituto procuratore presso il tribunale di Aversa-Napoli Nord Sozio a Badre in relazione alle sue dichiarazioni, ai contenuti delle intercettazioni e dei messaggi acquisti durante le indagini che lo vedono reo confesso e accusato di omicidio volontario del piccolo Giuseppe, del tentato omicidio della sorellina e di maltrattamenti nei confronti di Giuseppe, della sorellina più grande e anche della sorellina più piccola. Sono stati parecchi, inoltre, i “non ricordo” con i quali l’imputato ha risposto alle domande del pm e degli avvocati di parte civile, anche in relazione alle percosse subite il giorno prima dell’omicidio, da Giuseppe, per mano ancora una volta di Barde, mentre si trovavano in strada.

La madre: “In quel momento – aggiunge, invece, Casa – sembrava un diavolo, picchiava i bambini anche quando sono caduti”. Poi, secondo la sua versione dei fatti, Tony, rivolgeva la violenze anche contro di lei: “Mi ha tirato i capelli e mi ha dato un morso”. Valentina, che finora era apparsa impassibile al processo, riferisce anche di un altro episodio di violenza, avvenuto il giorno prima della morte del figlio: “Sabato sera aveva tirato i capelli alla bambina (la sorellina di Giuseppe) e gli erano rimaste le ciocche in mano”.