AVERSA Bravo Santulli, per una volta ci sei piaciuto: in un documento di qualità le condizioni (serie) al sindaco per continuare

8 Dicembre 2020 - 13:35

AVERSA – Chi ci conosce sa, per esempio, che nel corso della nostra storia professionale abbiamo molto più criticato che elogiato Paolo Santulli, il quale non è un politico nato ieri, visto e considerato che nell’anno 2001 il trionfo berlusconiano gli consentì anche di fare un giro da deputato a Montecitorio.

Non ci ha mai ispirato una grandissima simpatia, dove per simpatia (come ben sanno i nostri lettori) intendiamo considerazione per le sue idee e per il suo modo di tare in politica, visto e considerato che come il 95% dei politici di questa terra, non lo abbiamo mai incontrato né ci abbiamo parlato al telefono.

Insomma, riteniamo di poter esser ben abilitati a fornire una valutazione sull’iniziativa da lui presa insieme ad altri 3 consiglieri comunali, Eugenia D’Angelo, Francesco Forleo e…, i quali hanno firmato un documento su cui non casualmente campeggia il sindaco politico del Pd, in cui, stufi di essere presi a pesci in faccia dal sindaco Alfonso Golia, che mentre tratta – in stile suk mediorientale – con i consiglieri di Zannini e di 5 Stelle, accusa i quattro più il presidente del consiglio Carmine Palmiero, di essere in pratica dei mercenari e di portare avanti una battaglia contro di lui che gli avrebbe inibito ambizioni e l’accesso alle poltrone.

La risposta è stata sorprendente, e per una volta non possiamo non darne atto al primo firmatario di questo documento, il cui testo integrale

Diciamocela tutta: nella trattazione precisa, tecnicamente ineccepibile della fondamentale materia finanziario-contabile, si intravede la mano dell’ex assessore Carpentiero, cioè di colui che, con una decisione con pochi precedenti in provincia di Caserta, il sindaco Golia aveva revocato in quanto non allineato, la sostanza è questa, all’idea del primo cittadino – appoggiata ed assecondata dalla dirigente ormai stabilmente a tempo determinato – di continuare a nascondere la polvere sotto al tappeto, compiendo un’operazione che, oltre ad essere duramente avversata da Carpentiero, abbiamo a nostra volta additato come costituita sul confine che nel Codice Penale separa ciò che è illegale da ciò che legale non è.

A riguardo, nei prossimi giorni, avremo modo di tornare sulla “puzzolentissima” storia dei canoni idrici, che il sindaco e il dirigente hanno voluto sostanzialmente tenere a galla nella loro conformazione di crediti ancora viventi.

Risultato: al 30 novembre dei 44 milioni di euro residui attivi, cioè di crediti che l’amministrazione comunale, irresponsabilmente, dichiara di poter riscuotere per entrate tributarie, ne sono stati incassati appena 2 milioni e 300mila euro.

Su altri 30 milioni di euro di residui attivi, stavolta relativi ad entrate extra tributarie, il Comune sempre al 30 novembre, ha incassato 1 milione e 200 mila euro.

Complessivamente, dunque, su 74 milioni di euro di residui attivi, sono entrati, in soldoni, 3 milioni e mezzo, cioè il 5%.

Sono queste le cose su cui i 4, anzi 5 consiglieri comunali, si vogliono misurare, e non sulle accuse di appartenere a un clan che poi non si capisce bene perché il capocorrente Gennaro Oliviero di Sessa Aurunca è un costruttore di clan politici, mentre lo Stefano Graziano da Teverola, con tutto quello che ha combinato all’Asi e tutto quello che ha fatto sì accadesse di meraviglioso nella vita della famiglia Canciello, sarebbe un politico di alto rango.

E allora, se il voto negativo all’assestamento di Bilancio, espresso nella seduta consiliare dello scorso 30 novembre ha rappresentato una manifestazione assertiva che ha avuto il solo difetto di non essere comunicata in maniera più didascalica e divulgativa alla città, ora è arrivato il momento di capire se il sindaco sia o meno in grado di ricostruire la sua maggioranza legittima, così come questa è uscita dall’urna elettorale del 2018, dimostrando di essere anche in grado di confrontarsi su temi di rilievo e non solo sulla bancarella del torrone.

Sono 3 le condizioni poste dai 4 consiglieri ed è del tutto evidente che avanti, così, non si possa andare, perché questo significherebbe consegnare sicuramente al 100% la città al dissesto e alle aliquote massime di tutte le tasse e i tributi a carico dei cittadini.

Paolo Santulli e gli altri chiedono trasparenza. Proprio quella che non c’è stata fino ad adesso e che rende veramente paradossale, mistificatorio, l’atteggiamento di un sindaco che ha rovesciato la narrazione facendo capire agli aversani che i cattivi fossero i 5 consiglieri. Il dettaglio tecnico delle condizioni lo potrete leggere nel documento che noi, da anni impegnati a scrivere dei temi della finanza locale, riteniamo ben fatto e molto chiaro, pur riguardando una materia arcigna.

La strada maestra è una sola: un riequilibrio di bilancio vero, serio, per evitare che le indagini della Corte dei Conti non portino Aversa alla rovina.

Se il sindaco dovesse mostrarsi all’altezza di queste richieste, esistono le condizioni per una ricostituzione della maggioranza. In caso contrario, sarebbe stato lui a determinare il loro destino.

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