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AVERSA. Le mani dei Casalesi sulle sale bingo. Assolto l’imprenditore Luciano Cantone

12 Gennaio 2021 - 17:23

TEVEROLA/AVERSA – La terza sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto dall’accusa di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni riconducibili al clan dei Casalesi, l’imprenditore titolare di sale bingo Luciano Cantone, secondo gli inquirenti della DDA di Napoli (pm Maurizio Giordano) legato ai fratelli Francesco e Massimo Russo, che, per gli investigatori, gestivano gli affari illeciti della fazione “Schiavone” della cosca, tra Teverola e Aversa. Le stesse accuse erano state rivolte anche a Mario Cantone, fratello di Luciano, che si suicido’, impiccandosi, nel febbraio del 2014, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove era recluso dal giugno 2013, dopo l’arresto nell’ambito di una vasta operazione anticamorra. Assolti anche tre collaboratori di Cantone, Luca D’Errico, Ferdinando Galluccio e Anita Turro, anche loro difesi dai due legali dell’imprenditore, gli avvocati Francesco Liguori e Francesco Angelino. Ad accusare i fratelli Cantone fu il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco Schiavone, detto “sandokan”.