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AVERSA. L’ultimatum di De Gaetano al sindaco che spedisce Ronza a casa di Gilda e Capasso mantiene la candela tra De Cri e Marica

2 Luglio 2018 - 10:35

AVERSA – (g.g.) Raffaele De Gaetano si è stufato di aspettare. Se sei un vero amico, questo il succo del discorso fatto qualche giorno addietro dal consigliere comunale al sindaco De Cristofaro, la promessa la devi mantenere e devi farlo in questi giorni perché sono mesi e mesi che aspetto e non voglio essere più l’ammortizzatore delle tue difficoltà.

E allora, di fronte all’eventualità di un’assenza di De Gaetano dal consiglio comunale, convocato per domani, che potrebbe aggiungersi a quella di Sbano, a quella di Palmieri, a quella di Nobis, passato in maggioranza ma beatamente in vacanza nelle Puglie, si potrebbero anche determinare problemi di numero legale. Questo, nonostante l’accordo chiuso in questi giorni dal sindaco e da Ronza con i primi due consiglieri comunali ribaltonisti, passati cioè dagli svantaggi di essere opposizione ai vantaggi di essere maggioranza, cioè Rosario Capasso e Innocenti.

Una pariglia ricca di inventiva e tremendamente realista quando c’è da ottenere un vantaggio per se stessi, una caratteristica che ha consentito loro di rimanere freddi e di non fasciarsi la testa quando il sindaco ha drasticamente ridotto il loro peso specifico, imbarcando Nico Nobis e Mario Tozzi, la presenza del quale domani in consiglio, se De Gaetano non dovesse essere tra i banchi della maggioranza, diventerebbe tra le altre cose decisiva per il numero legale.

Il contenuto di questo secondo patto tra De Cristofaro, Innocenti e Capasso è il seguente: il primo dei due consiglieri e il sindaco hanno convinto, probabilmente con qualche ristoro, diciamo così, politico, l’assessore Caterino a dimettersi e a lasciare una prima casella libera proprio per De Gaetano; il secondo, pare, abbia raggiunto un’intesa per il ritorno in comune del dirigente D’Orazio. 

Quando ieri, piuttosto irritualmente e con un atto del tutto inortodosso dal punto di vista politico, il vicesindaco Michele Ronza, che non è espressione politica del voto democraticamente espressa dagli aversani, è intervenuto a gamba tesa nel processo politico, andando a chiedere a Gilda Emanuele, di dimettersi per (inesistenti, aggiungiamo noi) motivi personali, Rosario Capasso, che la Emanuele aveva fatto nominare in giunta come premio del ribaltone, non è sceso certo in campo in sua difesa e con lei ha fatto il Rosario Capasso, cioè il politico che noi conosciamo e che evidentemente la Emanuele e il marito ingegnere o architetto Cioffi non conoscevano.

L’assessora, però, non si dimetterà, almeno stando alle notizie di stamattina. Ma attenderà di essere revocata dal sindaco Enrico De Cristofaro, il quale assorbirà la delega all’urbanistica, in modo da poter controllare tutto il procedimento del Puc rispetto al quale l’amministrazione ha assunto, senza dubbio, degli impegni con taluni imprenditori locali. Con la Emanuele fuori dall’esecutivo, si libererà un’altra casella per una donna alla quale, magari, daranno una delega leggera alla pubblica istruzione. Intoccabile, al contrario, la poltrona di Marica De Angelis. Ma questo pone un problema al primo cittadino che oggi mantiene in giunta ben 3 assessori non coperti politicamente in consiglio comunale: Michele Ronza, Alfonso Oliva e l’appena citata Marica De Angelis. 

Ora ci sono due possibilità: o Alfonso Oliva salta e la cosa ci sembra piuttosto difficile per motivi più volte illustrati in precedenti articoli, oppure il sindaco chiede a Rosario Capasso che non avrà alcuna difficoltà ad accontentarlo, di assumersi la paternità politica dell’assessora De Angelis la quale, come tutti sanno ad Aversa, è un pallino del primo cittadino che la considera forse la migliore degli assessori che ha al suo fianco e con la quale ha sottoscritto una sorta di patto inscindibile rispetto a cui Rosario Capasso reggerebbe una virtuale candela, politica, si intende.

Questo lo stato dell’arte alle 10 e passa di stamattina, più tardi vedremo.