BACIO SULLA BOCCA TRA CAMORRISTI. I Casalesi hanno sempre pensato ai soldi più che ai simboli. Ma senza forza armata si “copia” Il Padrino

21 Novembre 2023 - 10:59

Un piccolo passaggio scoperto dagli investigatori dell’antimafia racconta come cambia la semiotica in tempi critici

SAN CIPRIANO DI AVERSA – Che il clan dei Casalesi sia stata un’organizzazione sempre allergica a certe immagini teatrali, a certe operazioni iconiche, è un fatto acclarato. Poca la simbologia attivata dalla camorra della nostra provincia, un’organizzazione criminale ben più pragmatica, al limite dello spartano.

Qui c’è poco da vedere, da celebrare, qui ci vogliono i soldi, gli appalti per sopravvivere.

La dimostrazione di potenza del clan dei Casalesi è stata sempre mostrata con la forza del denaro, ville e oro, o con la forza militare, armata.

Un clan che perde la sua capacità militare e viene colpito sul lato economico, allora, ha bisogno di trovare nuovi metodi per identificarsi, per darsi una cifra.

Ad esempio, il bacio sulla bocca che si danno nel dicembre 2020 Oreste Reccia, storico esponente del del clan dei Casalesi, e Luigi Annibale, presso la casa del capo del gruppo, non fa parte della storia semiotica del clan.

È un riferimento quasi cinematografico, visto che la camorra casalese non ha mai operato tratti distintivi simili. Un tratto che, invece, si lega alla simbologia della prima mafia siciliana di inizio Novecento, raccontato ad esempio ne Il Padrino.

Secondo investigatori per la direzione Distrettuale Antimafia, questo bacio dimostrerebbe l’appartenenza di Annibale al gruppo malavitoso guidato prima da Oreste Reccia e poi da Emilio Martinelli, arrestato lo scorso ottobre.