CAMORRA E SERVIZI SOCIALI. I commissari di Sparanise hanno preso un colpo di sole e vogliono già mollare alla politica l’Ambito C09. Si fa avanti Geremia di Rocchetta e Croce, mosso da Giorgio Magliocca
26 Giugno 2023 - 13:35
SPARANISE (G.G.) – Cos’è stato il commissariamento del Comune di Sparanise, e soprattutto quali ne sono stati i motivi? Verrebbe da rispondere con facilità, invitando chi si fosse perso gli articoli che questo giornale ha pubblicato in proposito, ad andarsi a leggere il decreto con cui il presidente della Repubblica ha firmato lo scioglimento dell’amministrazione e del consiglio comunali, decisa dal governo ad epilogo di una attività ispettiva e di indagine compiuta dall’unica commissione di accesso che questo Prefetto ha nominato da quando è in carica.
Nel Dpr di scioglimento leggerete un sacco di cose. Leggerete ad esempio che il vicesindaco Vitaliano Ferrara, delle sue frequentazioni con personaggi che in passato hanno avuto rapporti con la camorra locale nel clan dei Casalesi, rappresentata dalla famiglia Papa, leggerete dei rapporti di Vitaliano Ferrara, uno dei politici più legati al consigliere regionale Giovanni Zannini tra i tanti che partecipano quotidianamente alla sua corte, con dipendenti del Comune di Sparanise diverse volte segnalati formalmente dalle forze dell’ordine in compagnia di componenti della citata famiglia Papa.
Poi leggerete tante altre cose, tanti fatti molto gravi. Tra questi un posto di rilievo merito la pervicace e aggressiva volontà dell’allora sindaco Salvatore Martiello di consentire a Pasquale Capriglione, indagato anche per i rapporti intrattenuti con il clan dei Casalesi di tenere in mano il pallino di lucrosi servizi sociali, al di là della scadenza di una lunga convenzione e della norma che avrebbe vietato a Capriglione di ripartecipare alla gara.
Se nel Dpr formato da Mattarella ci sono tante storie, uno e uno solo è il motivo determinante dell’avvio della procedura che ha portato allo scioglimento: la nomina della commissione d’accesso è, infatti, diretta conseguenza dell’indagine, peraltro ancora in corso, sulle attività dell’ambito intercomunale C09 erogatore di servizi sociali e luogo di plurime attività criminali, almeno per quella che è la convinzione maturata nella testa dei magistrati della DDA di Napolie degli effettivi della prima sezione della S.M di Caserta che questa indagine ha portato avanti.
Quando un Comune viene sciolto per infiltrazioni camorristiche, imbocca un percorso particolare.
Intanto il commissario prefettizio non è uno solo, ma la funzione è esercitata da una triade nominata direttamente dal ministero degli interni tra funzionari che lavorano al Viminale o che comunque non operano nel territorio in cui si trova il Comune sciolto.
Un Comune amministrato da un commissariamento ordinario vive invece sotto l’egida di un commissario nominato direttamente dal Prefetto di Caserta.
L’ente che viene sciolto per camorra non può riattivare le procedure di ritorno al voto prima dei 18 mesi.
Ma il commissariamento può durare addirittura 24 mesi qualora gli inviati del Ministero degli Interni ravvisino che il lavoro di ripulitura delle procedure e degli uffici necessiti di un supplemento temporale.
Per quanto riguarda Sparanise, dunque, possiamo affermare, alla luce dei fatti e non delle chiacchiere, che il 70% dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche è dipeso da ciò che succedeva nell’ambito C09 dei Servizi Sociali.
E allora diventa difficilmente comprensibile il motivo per cui i commissari di governo a soli pochi mesi di distanza dalla loro nomina vogliono riattivare un meccanismo di gestione ordinaria di questo ambito che magari dovrà anche essere trasformato in azienda consortile, ma non è che questo passaggio rappresenti una garanzia che certe ipoteche, certe incrostazioni, si possano considerare definitivamente rimossi.
Nell’ambito di un periodo commissariale di 18 o 24 mesi, i servizi sociali sono il settore che per ultimo, possibilmente nel corso dell’ultima settiman adi vigenza del regime commissariale, dovrà ritornare alla gestione diretta della politica.
Non sappiamo se i tre commissari si siano resi conto, visure camerali alla mano, di quali e quanti processi di travisamento, di mimetizzazione, di raffinatissimo camaleontismo, sono stati e sono capaci i grandi signori dei Servizi Sociali che hanno creato un circuito venefico con la politica, finanziandola economicamente e con la concessione di centinaia di posti di lavoro, assolutamente immeritocratici, e finalizzati solo ad accrescere i bottini elettorali.
Per cui non si può non dichiararsi sconcertati rispetto a questa convocazione, il cui testo integrale pubblichiamo in calce, fissata per domani pomeriggio martedì 27 giugno alle ore 16.
E ancora più sconcertato è l’approccio concettuale nella quale senza mezzi termini e utilizzando una parola acrobaticamente burocraticissima (“capofilanza”) i commissari dicono di volersi liberare dalla funzione di Comune capofila.
E scusate, ma allora che ci state a fare lì? Se il 70% dei guai, delle infiltrazioni camorristiche, sono legate proprio alla funzione politica sviluppata all’interno dell’Ambito C09, voi ritenete che dopo 5-6 mesi possiate riaffidare alla politica un’Ambito o azienda consortile che dir si voglia bonificati, risanati?
Non a caso, in queste ore, dopo che il Comune di Capua, il più grande dell’Ambito, ha dato la disponibilità a diventare capofila ma solo a partire dal prossimo 1 gennaio, saltano fuori delle improbabili candidature.
Improbabili solo in apparenza, perché se l’eterno sindaco di Rocchetta e Croce Geremia, fa il giro delle sette chiese per chiedere consensi affinché il suo Comune, il più piccolo dell’Ambito e tra i più piccoli dell’intera provincia, diventi capofila, applicando dunque un principio aberrante che già convinceva molto poco quando Sparanise diventò capofila al post di Capua, vuol dire che dietro c’è la politica in grado di contare spostare
Senza girarci troppo intorno, i rapporti di intensa stima reciproca tra il sindaco Salvatore Geremia e il suo collega di Ambito C09 Giorgio Magliocca, sindaco di Pignataro Maggiore ma anche presidente della Provincia, sono ben noti.
Per cui, l’obiettivo è sempre lo stesso: la gestione del C09, finita sotto la lente di ingrandimento della Dda e motivo scatenante dello scioglimento per infiltrazione camorristica, poggiava politicamente sull’asse di ferro, ormai collaudatissimo, costituito dal consigliere regionale Giovanni Zannini e dal presidente della Provincia Giorgio Magliocca.
Sparanise era Comune capofila, Sparanise assumeva quelle posizioni nei confronti di Pasquale Capriglione, il cui genero è stato assunto di recente a tempo indeterminato ad epilogo dei famigerati concorsi-barzelletta della Provincia, perché queste erano le modalità frutto dell’accordo tra Zannini e Magliocca.
Per cui, questa improvvisa rivendicazione di Rocchetta e Croce, che vuol ritagliarsi un futuro da prestanome di fatto, va letta in questa chiave.
I commissari di governo vengono da Roma, ma dovrebbero raccordarsi al territorio ogni giorno, ogni minuto.
Perché la Provincia di Caserta e quella zona in particolare sono piene di problemi e certe ipoteche politiche che hanno lasciato spazio all’attività di personaggi vicini alla camorra sono tutt’altro che cessate.