CASALESI. “Soldi riciclati a Londra da un luogotenente di Zagaria”

9 Aprile 2022 - 09:00

CASERTA – I capi sono tutti in carcere, molti esponenti di spicco sono diventati collaboratori di giustizia, eppure la camorra casertana, grazie anche all’arruolamento di nuove leve, e’ pienamente operativa, e cio’ perche’ e’ sempre attiva “l’area grigia” formata da imprenditori e funzionari pubblici che hanno permesso ai clan per decenni di radicarsi in modo profondo sul territorio. Lo dice a chiare lettere, nella relazione semestrale riferita al periodo gennaio-giugno 2021, la Direzione Investigativa Antimafia (Dia) che ha illustrato il rapporto in Parlamento.

“L’attivita’ dei clan dei Casalesi – si legge – continuerebbe a sussistere grazie a quegli imprenditori da sempre abituati ad avvalersi della mediazione dell’organizzazione criminale e dei consistenti capitali illeciti investiti nelle attivita’ imprenditoriali dai sodalizi che in tal modo governerebbero direttamente ed indirettamente alcuni processi economici, interferendo spesso pesantemente anche nei meccanismi decisionali della pubblica amministrazione. Le piu’ recenti attivita’ investigative – prosegue la relazione – confermerebbero, infatti, l’elevata capacita’ di penetrazione nella cosa pubblica della criminalita’ casertana e in special modo quella riconducibile al cartello dei Casalesi al fine di inserire proprie aziende in comparti strategici come quelli della grande distribuzione, del ciclo dei rifiuti e della raccolta delle scommesse. Non di rado imprenditori collegati alla criminalita’ organizzata interagirebbero direttamente con funzionari infedeli della pubblica amministrazione in una prospettiva di comune profitto, specialmente negli appalti per la realizzazione delle grandi opere”.

Tra le cosche piu’ attive quelle che compongono la cosiddetta “federazione” dei Casalesi, quasi tutte a base familiare e strutturate in modo da avere sempre un reggente e referenti nei vari comuni. Tanto il clan Schiavone e quello facente capo a Bidognetti sono infatti attivi grazie a nuove leve a affiliati di secondo piano, e si occupano in particolare di estorsioni, mentre il clan Zagaria continua ad avere interessi piu’ marcatamente imprenditoriali, come dimostra l’indagine del 2021 sul controllo di molti supermercati tra Caserta e Napoli da parte dei nipoti di Michele Zagaria; attivo anche il clan facente capo una volta ad Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, che sarebbe attualmente controllato, dice la Dia, da due fratelli.

Se i Casalesi sono operativi soprattutto nel comprensorio agroaversano e sul litorale tramite i La Torre-Fragnoli, nelle altre zone della provincia continuano ad operare clan storici come i Ligato (area di Pignataro Maggiore), gli Esposito (zona Sessa Aurunca e Cellole), i Del Gaudio (Santa Maria Capua Vetere e dintorni), i Massaro (San felice a Cancello e Arienzo) e soprattutto i clan Belforte e Piccolo, entrambi attivi a Marcianise e nei comuni limitrofi, come Maddaloni e il capoluogo Caserta; proprio qualche giorno fa sono state arrestate le “nuove leve” dei Piccolo.

“Recenti attività investigative – segnala la Dia – hanno consentito di accertare che uno dei luogotenenti del boss dei Casalesi Michele Zagaria rivestiva una figura chiave nell’ambito di una attività di riciclaggio, che una società di Latina aveva realizzato mediante società londinesi”.