CASERTA. Il Macrico, la Lettera Aperta alla Citta’ della Curia ed i tanti dubbi che rimangono attendendo la replica alle accuse mosse allo storico Comitato Macrico Verde

29 Ottobre 2024 - 19:30

CASERTA (p.m.) – Turbine di novità nel caso ex-Macrico, a segno che che la campagna elettorale per le regionali del 2025 è già nel suo pieno, con i soggetti più disparati che ne sperano qualcosa in piena attività. Intanto dobbiamo dare conto della “Lettera aperta alla città“, di ieri, con cui la Fondazione Casa Fratelli Tutti e l’Istituto di Sostentamento del Clero di Caserta di Caserta se la prendono con lo storico Comitato Macrico Verde che ne contesta il progetto di rigenerazione dell’area diocesana nel cuore della città perché vi coglie un carattere speculativo. Il documento, che pubblichiamo in forma integrale, pare che se la prenda anche con il nostro giornale, nel nostro piccolo, e con il ben più prestigioso Adista, settimanale nazionale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso e di particolare seguito nel mondo di riferimento. Infatti, siamo le sole due testate ad avere accenti motivatamente critici rispetto a quello che Fondazione Casa Fratelli Tutti e I.D.S.C. casertani vogliono combinare dell’ex-Macrico. I toni scelti si potrebbero dire sulfurei, se non venissero dall’ambiente ecclesiastico, quasi che non venga tollerato che si possa avere una opinione diversa da quella maturata nella curia casertana di adesso sul destino del compendio terriero. D’altro canto, è pur vero che al vescovato si sono abituati a godere di buona stampa, persino entusiastica.

In secondo luogo dobbiamo registrare che – è notizia di queste ore e con prestezza che le è inconsueta – la Soprintedenza ha dato il proprio assenso al Masterplan di rigenerazione dell’ex-Macrico in relazione ai vincoli storico-architettonico che gravano sull’area. Va detto, a nostro modo di vedere, che i vincoli sono stati agitati piuttosto strategicamente  nel tempo sia dalla curia che dal Comitato Macrico Verde. La curia, ci pare di poter dire, per sostenere la legittimità a rigenerare l’ampio edificato esistente e supposto indistintamente di valore storico-militare ed architettonico, il Comitato per impedire i ricorrenti tentativi di lottizzazione del compendio terriero che ci sono stati.

In verità, i provvedimenti di tale tipo, i cosiddetti vincoli, sono figli del loro tempo e risentono, come tutte le cose, delle temperie anche politiche della propria epoca. Quello del 2008, ad esempio, dopo aver affermato che “…il territorio della città di Caserta, [è] ormai saturo dal punto di vista urbanistico” (oggi, più di 16 anni dopo, potremmo dire che scoppia), si spinge ad osservare, forse fuori del proprio seminato: “ In questo modo il parco del Macrico potrà essere il volano per potenziare e organizzare i flussi turistici nazionali e internazionali su Caserta. Il turismo che oggi si rivolge solo alla reggia, potrà in futuro contare su altro importante polo di alterazione artistica e culturale valorizzando così l’intero centro storico e, in prospettiva, il recupero ambientale delle cave”. Dunque nessuno scandalo se si volesse pensare ad una loro revisione aggiornata e rettamente intesa,  perché i pochi manufatti di reale interesse per la storia militare e per la loro tecnica costruttiva siano distinti, salvaguardati e trasferiti altrove, magari nell’area delle cave in fabula, perché il parco pubblico di verde naturale prenda davvero vita come tale.Non prima, ovviamente, che all’area venga attribuita la classifica urbanistica di F2.

In terzo luogo, osserviamo che la Regione Campania, per solito un flemmatico pachiderma amministrativo, pare sia stato colto dalla tarantola nel finanziare – come viene divulgato – la realizzazione del primo dei vari parchi tematici previsti dal Masterplan, quello c.d. della Biodiversità.

Dobbiamo concludere, per non abusare della pazienza dei lettori. Aggiungiamo solo che tirare in ballo, come fa La Lettera Aperta alla Città, il Vescovo Emerito Nogaro, arruolandolo tra i propri, ci ha dato un certo disagio. Oltre che essere irrispettoso del riserbo del prelato, ci è sembrata una forzatura bella e buona.

Lettera aperta alla Città della Fondazione Casa Fratelli Tutti e dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Caserta

La verità sul Campo Laudato si’ Caserta

Carissimi Casertani, la Fondazione Casa Fratelli Tutti e l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero (IDSC) di Caserta intendono anzitutto esprimere profonda vicinanza e solidarietà verso la Chiesa di Caserta e il padre Vescovo Mons. Pietro Lagnese per le denigranti e diffamanti accuse a essi rivolte, riportate da fonti giornalistiche che, da due anni e in diverse occasioni, hanno richiamato e commentato comunicati stampa diramati dal “Comitato Macrico Verde” circa il progetto del futuro Campo Laudato si’ Caserta, area conosciuta come ex Macrico. Nonostante si cerchi di insinuare il contrario, è lo stesso vescovo emerito Mons. Raffaele Nogaro – che da sempre ha avuto a cuore la destinazione di bene comune dell’area – ad aver più volte manifestato apprezzamento per l’operato dell’attuale pastore Pietro Lagnese e, in particolare, per l’impegno mostrato nel concretizzare ciò che è stato da sempre il suo sogno: destinare l’area ex Macrico a parco verde, impedendo mire speculative e cementificatorie. Questa è la verità.

Campagna stampa denigratoria Riteniamo oltremodo necessario, anche a salvaguardia della onorabilità degli amministratori della Fondazione e dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, che svolgono gratuitamente il loro servizio alla Chiesa e alla collettività, contestare puntualmente le ripetute affermazioni false, create ad arte e alimentate con polemiche reiterate, le quali, se non confutate, potrebbero essere interpretate dall’opinione pubblica come espressione di accondiscendenza e avallo. I toni espressivi utilizzati dagli articoli e dai comunicati stampa assumono il volto di vere e proprie campagne stampa denigratorie, lesive della dignità delle persone, e superano ampiamente i limiti connessi a un corretto diritto di critica ed esercizio della cronaca giornalistica tipico di una sana dialettica democratica. Presentare la Fondazione, l’IDSC e la Chiesa di Caserta come “collusi” con chissà quali sistemi di potere votati alla cementificazione e a interessi privatistici è un’azione mistificatoria. Si consideri che la Chiesa a livello nazionale e la Santa Sede, hanno avallato e sostengono l’iniziativa del Vescovo di mettere a disposizione della collettività, quale bene comune, un proprio immobile del valore stimato di diversi milioni di euro. Il Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha riconosciuto il progetto Masterplan valido e conforme al principio di ecologia integrale promosso nell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Il sistema pubblico in 25 anni non è stato in grado di espropriare l’area e presentare proposte concrete in tal senso, e ora qualcuno critica la Chiesa che assume l’iniziativa e si accolla anche gli oneri della progettazione del parco verde per la città? Tali illazioni, pertanto, sono del tutto infondate e da respingere come diffamanti.

La verità sul progetto Il Masterplan dello Studio Alvisi-Kirimoto, nel più attento rispetto delle leggi, prevede la demolizione di tutti gli edifici privi di pregio architettonico e di oltre 134 mila metri quadri di superficie cementificata, utilizzata in passato per funzioni militari, permettendo così di ottenere il raddoppio dell’area verde fruibile che da 118 passerà a 252 mila metri quadri. La volumetria dell’edificato è previsto che venga dimezzata passando da 525 a 250 mila metri cubi. Verranno recuperati e restaurati soltanto gli edifici vincolati dalla Soprintendenza ABAP, prevedendo per essi una funzione sociale ed escludendo residenze per civili abitazioni. L’obiettivo sarà quello di porre fine al degrado urbano procedendo alla riqualificazione dell’intera area militare dismessa, attualmente per due terzi cementificata, per trasformarla in un parco urbano verde con massimizzazione delle superfici libere da destinare a verde pubblico. Questa è la verità.

I veri cementificatori Propagandare, come fa il Comitato Macrico Verde, che si possano demolire tutti gli edifici presenti nel sito con lo scopo di ottenere un’area cento per cento verde, significa portare avanti un’ulteriore azione mistificatoria, perché sa bene il comitato che fino a quando è presente il vincolo storico militare ciò non sarà possibile. L’idea progettuale presentata nel Masterplan, oltretutto condivisa fin dalla fase di elaborazione con la stessa Soprintendenza, dimostra che chi, ancora oggi, afferma ci sia un recondito interesse raggiratorio del vincolo da parte della proprietà, falsifica volutamente la realtà. Piuttosto, il Comitato Macrico Verde deve spiegare alla Città per quale motivo nel 2007, cioè prima ancora che venisse apposto il vincolo da parte del Ministero, nello studio di fattibilità da esso commissionato denominato “Il parco dei parchi di Caserta”, sia stato ipotizzato il recupero di quasi 186 mila metri cubi di fabbricati. Allora sì, vi era la possibilità di progettare un parco verde integrale; ci chiediamo per quale motivo non sia stato fatto e oggi si vuol far credere ai cittadini, in maniera demagogica e populista, che la Chiesa non voglia un parco completamente verde? Anche la firma apposta dal Vescovo e dal Presidente dell’IDSC alla petizione inoltrata al Comune per il riconoscimento della classificazione F2 dimostra la volontà della Chiesa di rispettare profondamente il bene, evitandone la cementificazione. Su questo punto, però, i cittadini non devono essere illusi e ingannati da chi vuol far loro credere che, firmando per la classificazione urbanistica F2 verde pubblico, spariranno tutti gli edifici militari presenti nell’area. Il vincolo alla Soprintendenza non è stato chiesto dalla proprietà, ma proprio da chi oggi grida: “Macrico, verde integrale”. Chi sono allora i raggiratori? Coloro che vogliono rispettare il vincolo, oppure quelli che ne vantano la paternità e ora lo rinnegano affermando di fatto che si può anche superare? I Casertani devono sapere che i veri cementificatori sono coloro che vogliono mantenere lo status quo.

Le funzioni sociali considerate inutili! Sulle funzioni sociali, culturali e sportive ipotizzate all’interno degli immobili già presenti nell’area, il cui recupero – non ci stanchiamo di sottolineare – è imposto per legge, è paradossale che adesso il Comitato le consideri inutili, “superflue e non necessarie”. Cosa dovremmo farne degli edifici che sono in rovina? Restaurarli per poi lasciarli vuoti e destinarli a monumenti della storia militare di Caserta? Oltretutto, su questo aspetto è imbarazzante, per chi oggi avanza tali tesi, non avere memoria di cosa essi stessi hanno proposto in passato. I cittadini devono sapere che proprio il progetto del 2007 del Comitato Macrico Verde prevedeva che nelle migliaia di metri cubi di edificato lasciate nel sito venissero inserite una serie di opere pubbliche, sociali e commerciali che avrebbero compreso aree espositive, punti vendita di prodotti, locali per la ristorazione, centri di formazione, sedi di associazioni e uffici pubblici, casa della musica, teatro, biblioteca, museo, case famiglia, persino alloggi per studenti, per 7800 metri quadri, oltre a sei campi di calcetto, quattro campi da tennis, tre campi di basket con relative gradinate e spogliatoi e una palestra polifunzionale. Con quale coraggio chi ha proposto tutto questo sostiene oggi che tali funzioni siano inutili?

I costi del progetto Si definisce megalomane, faraonico e di lusso il progetto e lo studio di prefattibilità della Fondazione, i cui costi di esecuzione per le opere sono stati stimati in 180 milioni di euro. Ebbene, i cittadini devono sapere che la maggior parte di questi fondi saranno necessari per restaurare gli immobili vincolati, cioè per rispettare una legge. È sorprendente poi scoprire che nel progetto del Comitato Macrico Verde i costi per la realizzazione di quell’opera ammontavano a poco meno di 100 milioni di euro (esattamente 99.233.978,30). Chiunque può calcolare quanto valga oggi un progetto che sedici anni fa costava 100 milioni.


Allusioni infondate
Si fa credere che le dimissioni dalla Fondazione dei componenti l’organo di controllo e recentemente di un consigliere di amministrazione siano la conseguenza di loro contrasti con l’operato e la linea d’indirizzo della Fondazione e della Chiesa casertana. Tutto falso e scritto in maniera tendenziosa al solo fine di portare discredito. È agli atti che le dimissioni del consigliere Pio Forlani sono dovute a motivi di ordine personale, mentre quelle dei revisori a una incompatibilità di natura professionale tra il mandato assunto nel 2022 che, come sancito dallo statuto dell’ente, prevede debba essere svolto gratuitamente ed una successiva legge del 2023 che obbliga gli iscritti ad alcune categorie professionali di esercitare le funzioni di revisore dei conti a titolo “oneroso”. Gli interessati potranno confermare.


Legalità, trasparenza e partecipazione
Come Fondazione e IDSC continueremo a operare nella legalità e con la massima trasparenza nei rapporti con gli organi pubblici interessati: Comune, Soprintendenza e Regione. Quest’ultima ritenendo quello della Chiesa di Caserta un progetto più che valido, presentato per il bene non solo della città ma anche della comunità regionale, ha stanziato 30 milioni di euro del Fondo nazionale-comunitario Sviluppo e Coesione (FSC) appena ricevuti, per i primi lavori da eseguire sulla parte verde del parco. L’area interessata dal finanziamento diventerà pubblica e di fatto sarà donata dalla proprietà al Comune, cioè ai casertani e non solo a loro. Abbiamo sempre creduto che la partecipazione dei cittadini al processo di rigenerazione intrapreso sia imprescindibile per la buona riuscita dell’iniziativa. “La Chiesa di Caserta – dice il nostro Vescovo nel suo Manifesto – intende camminare insieme senza fermarsi dinanzi agli ostacoli e alle difficoltà”. Sappiamo che la Città è con noi. Il sabato e la domenica, giorni di apertura del Campo, programmeremo periodici incontri pubblici aperti a tutti coloro che desiderano essere informati, sapere di più, fare domande, presentare proposte, essere aggiornati su come procede il percorso amministrativo in atto.
Ancora una volta sentiamo la necessità di invitare la Città in tutte le sue componenti ed espressioni a lavorare insieme perché si concretizzi il sogno di tante generazioni di casertani: veder cadere il muro del Macrico e realizzato il parco verde, il Campo Laudato si’ Caserta. Occorre, però, che si instauri un clima di fiducia reciproca, che si lasci fuori dalla porta il conflitto e quella “cultura del sospetto” di cui tante volte parla Papa Francesco.

Caserta, 28 ottobre 2024

F.to Il Presidente della Fondazione
Casa Fratelli Tutti
Mons. Giovanni Vella

F.to Il Presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Caserta
Don Antonello Giannotti