CASERTA. Le scuole comunali che funzionano a spizzichi e bocconi imporrebbero, ad essere seri, un ciclo di recupero delle lezioni perse. Già conosciamo la risposta: ma, però, vediamo, non si può fare…

14 Marzo 2025 - 18:25

Caserta (pm) Quest’anno le scuole comunali casertane sono finite sotto una cattiva stella. Già quest’inverno c’è voluto il bello ed il buono perché molti degli edifici scolastici avessero  il riscaldamento. Ad anno scolastico abbondantemente iniziato, s’è scoperto che molte caldaie non funzionavano per problemi di manutenzione, la quale poteva tranquillamente essere effettuata nei tre mesi buoni di vacanza.  Da qui le proteste sacrosante dei famigliari di bambini e ragazzi. Molte classi, per non perdere le attività didattiche,  hanno preferito stare in aula con giubbotti, sciarpe, guanti e cappellini, a similitudine delle scuole del dopoguerra  con il Paese disastrato che non aveva risorse finanziare per mettervi in uso stufe e termosifoni.

C’è poi il capitolo dei due istituti scolastici che si sarebbero dovuti abbattere e ricostruire, il Lombardo-Radice

ed il Ruggiero. Ma è ancora tutto in alto mare. La scuola Lombardo-Radice è stata solo sgombrata in attesa dei lavori che già avrebbero dovuto prendere avvio, ma che non si sa quando inizieranno. Per il momento, la platea degli studenti è stata trasferita  in coabitazione nelle scuole di piazza Cavour, in attesa che si schiariscano le cose anche con riguardo alla sede temporanea che avrà nel corso dei lavori di riedificazione.

Per il plesso delle scuole medie di via Trento, dell’istituto comprensivo Ruggiero, siamo quasi allo stesso punto. Anch’esso deve essere abbattuto e ricostruito, ma al momento i lavori non sono partiti e non si sa quando inizieranno è né si sa dove sono destinate le classi per il tempo del lungo e complesso intervento edilizio sostitutivo. Intanto gli allievi pare che resteranno dove sono almeno fino alla chiusura dell’anno scolastico. I genitori degli studenti non riescono ad avere anticipazioni anche in vista della pianificazione famigliare e neppure gli  organi di rappresentanza scolastici sono a conoscenza di qualcosa di concreto. La circostanza, benché gravissima, non sorprende più di tanto, in quanto rientra nella prassi dell’amministrazione comunale non far sapere nulla di quanto viene combinando e di mettere sempre davanti al fatto compiuto senza ricercare alcun dialogo con la parte della cittadinanza coinvolta.

Non a caso, quando venne pubblicizzato l’intervento di abbattimento e ricostruzione proprio di queste scuole medie progetto  del valore di oltre 2,3 milioni di euro e finanziato nell’ambito del PINQUA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) emerse che la dirigente scolastica non ne sapeva niente. Ed oltre ad essere all’oscuro di tutto, non era stata neppure sentita dai progettisti per raccogliere le indicazioni sulle reali e specifiche necessità della  sede scolastica, che solo chi vive personalmente può conoscere e rappresentare. Un poco come comprare una casa senza che il costruttore sappia di quante camere da letto o di quante stanza ha bisogno la famiglia acquirente.

E sulle medie Ruggiero capita un poco che piova sul bagnato. Ieri ed oggi la scuola è stata chiusa per un intervento di sanificazione e di disinfezione.  E’ successo che, da qualche tempo, negli ambienti scolastici si avvertisse un odore nauseabondo, come di carcasse animali in decomposizione. Dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto, potrebbe trattarsi di topi morti nelle controsoffittature, anche in relazione ad escrementi di roditori rinvenuti nei giorni prima in alcuni punti dell’edificio. Non sappiamo se la squadra sanitaria che ha operato abbia risolto o meno il problema. Domani, sabato, non c’è attività  didattica. Quindi se ne saprà qualcosa per lunedì.

Quali che siano le cause, a cui naturalmente vanno aggiunti i ripetuti allerta meteo di questa stagione – forse siamo al record  di sempre – l’attività scolastica di quest’anno è connotata da una discontinuità estrema che condiziona non poco l’apprendimento degli studenti.

Sindaco ed assessore all’istruzione farebbero bene, anziché perdersi in convegni  spesso inconcludenti ed incontri solo formali, a trovare il modo per programmare una sessione di recupero delle   giornate di lezione perse per causa di forza maggiore. Lo richiederebbe un principio basilare di buona amministrazione.