CASERTA. Mario Di Biasio sveglia: in undici non possono tecnicamente gestire la sala operativa 118. Si rischia di far morire la gente

19 Aprile 2018 - 15:57

CASERTA (g.g.) – E’ normale e anche saggio che Roberto Mannella, ormai storico dirigente del 118 di Caserta, abbia cercato l’altro giorno, rispondendo a qualche domanda di CasertaCe, di sdrammatizzare su quella che si preannuncia, al contrario, una migrazione molto problematica della sala operativa dall’ospedale civile a un locale Asl, che dovrebbe trovarsi in via Beneduce. Amministrativamente le undici unità che oggi si occupano della sala operativa, fondamentale presidio e irrinunciabile di smistamento delle richieste di soccorso provenienti da tutta la provincia, diventeranno dipendenti dell’Asl di Caserta a partire dal prossimo 1° maggio. Fino a oggi la loro opera è stata supportata da quattro interinali, assunti ultimamente dalla Manpower, in base al contratto di service tra questa azienda e quella ospedaliera. Questo supporto non ci sarà più. Manpower cercherà di salvare i quattro per impiegarli in ospedale, due di loro già sarebbero stati trasferiti ad altre mansioni, per gli altri due, chissà.

Già dal 15 aprile la sala operativa del 118 lavora con sole undici unità e siccome ci sono ferie, le malattie, con questi numeri non si va da nessuna parte. Si rischia di mandare in tilt un sistema che si occupa della vita o morte delle persone. Mannella avrebbe chiesto all’Asl sedici effettivi per la sala operativa, non si sa se li avrà o meno. Al momento il rischio è quello di sottoporre gli undici a turni massacranti, con il pericolo che qualcuno possa addormentarsi davanti alla sua postazione, spedendo un’ambulanza in un posto sbagliato. Noi sorveglieremo, mettendoci dalla parte dell’utenza che rischia seriamente di non essere assistita, di non vedere arrivare il soccorso nei tempo corretti.

Questione bollente da attenzionare anche a livello di prefettura. Direttore generale Mario Di Biasio, se lei c’è, batta un colpo. Anche perchè sul 118 graverà anche un’altra funzione molto delicata, quella delle rete Ima, sigla che sta per “Infarto miocardico acuto”.