CASERTA. Ora è ufficiale, sono dei fuorilegge: il debito dei Dresia con il Comune è di 381mila euro. Ecco le 4 gravi inadempienze

3 Giugno 2022 - 19:24

Revisori dei Conti, una vera vergogna. Nel momento in cui la cifra compare in un conto consuntivo, ciò si traduce in una vera e propria confessione sulla violazione della legge 1° dicembre 2016, n. 225

 

 

CASERTA – Dopo una vita e in una condizione di patente illegalità, l’immissione nel Conto Consuntivo sciaguratamente approvato dal consiglio comunale di Caserta qualche giorno fa, della cifra esatta che l’ex concessionario del parcheggio a pagamento della Caserma Pollio “Sea Services”, in sostanza la famiglia Dresia, ben 381mila euro, deve corrispondere al Comune, diventa una sorta di confessione, di ammissione della propria sfrontatezza.

D’altronde Carlo Marino, Biondi, i Dresia, i Natale della Publiservizi pensano, tutto sommato a ragione, che sia stata abolita la legge che impose alle concessionarie private di pubblici servizi, alcuni anni fa, di depositare ogni euro introitato nelle casse del Comune, che poi dovrebbe procedere al riconoscimento dell’aggio, della percentuale contrattualmente prevista.

Si tratta dell’art. 2-bis del decreto legge n. 193 del 2016, inserito dalla legge di conversione 1° dicembre 2016, n. 225 che impose, in deroga all’art. 52 del D.lgs. n. 446 del 1997, il versamento spontaneo di tutte le entrate comunali, anche non tributarie, debba essere effettuato “direttamente sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore”.  Ciò a partire dal 1 luglio 2017.

E invece quella legge esiste ed è violata costantemente dal Comune di Caserta, salvo che nel caso della TMP, concessionaria dei parcheggi a pagamento in città, la quale correttamente corrisponde al Comune gli importi provenienti dagli incassi quotidiani giacenti nelle macchinette.

Scrive in un Bilancio una concessionaria deve al Comune 381mila euro di importi non corrisposti, significa, ammesso che questa cifra sia quella reale, visto che si tratta di un’autocertificazione sulla parola data dai Dresia, ammettere impudicamente che i gestori del parcheggio della caserma Pollio abbiano trattenuto per anni tutti gli importi violando indiscutibilmente la legge che glielo impedisce, abbinando in questo modo la propria posizione a quella della Publiservizi.

Rispetto a questa cosa che abbiamo notato negli ultimi giorni, cioè nel momento in cui, come promesso in occasione dei nostri articoli di resoconto della seduta consiliare che ha portato all’approvazione pressoché contemporanea (roba da bancarella del torrone) sia del Bilancio di Previsione sia del Conto Consuntivo, vanno sottolineate le gravissime e diffuse responsabilità delle istituzioni coinvolte.

Istituzioni che se oggi possono permettersi il lusso di fregarsene di una legge vigente è perché godono di una impunità frutto della pigrizia e della ormai acclarata sfiducia che la magistratura inquirente ha nei confronti del reato di abuso d’ufficio, il cui perseguimento è considerato un esercizio inutile soprattutto a causa dei tempi della prescrizione.

Partiamo dal mancato controllo degli obblighi contributivi.

In pratica, il Comune di Caserta non ha mai svolto questa fondamentale attività, né tale carenza pesantissima è stata mai sottolineata dall’organo di controllo, da revisori dei conti ormai completamente appecoronati al cospetto di Carlo Marino e compagnia.

Seconda grave inadempienza: mancata revoca del contratto di concessione per inadempimenti che anche un bambino sarebbe in grado di cogliere e che invece il dirigente facente funzione responsabile De Simone, comandante dei Vigili Urbani, non ha colto, con buona pace del riconoscimento di alta professionalità che Carlo Marino gli ha attribuito come una sorta di super posizione organizzativa.

Terza inadempienza: mancato controllo, da pare dei revisori dei conti di cui sopra, al momento delle loro verifiche (si fa per dire) trimestrali di cassa.

Quarta inadempienza: mancato controllo, da parte dei consiglieri comunali che hanno approvato i Bilanci dal 2017 ad oggi, di una situazione che saltava agli occhi attraverso residui attivi messi lì ad ogni Bilancio e che, anno per anno, rimanevano sempre tali.

Non si ricorda, al riguardo, una che sia una iniziativa formale attraverso la presentazione di una interrogazione o anche attraverso un intervento durante i lavori del consiglio.

I bilanci sono sempre passati con questo carico tossico dei Dresia e oggi la città si trova a doversi fidare della loro dichiarazione, che dà corpo alla cifra dei 381mila euro, in una spirale di atti vergognosi, di distrazioni reiterate, di strafottenza che solo politici i quali sanno bene di non doversi confrontare con un’opinione pubblica interessata e informata, si possono consentire.