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Clemente Maria Iodice insignito del premio Moscati. “Vi racconto la mia esperienza a Londra nella ricerca per battere il glaucoma”

4 Novembre 2019 - 12:00

CARINOLA(g.g.) Il premio Giuseppe Moscati si è conquistato un solido prestigio grazie alla costanza, ormai trentennale, attraverso cui evidenzia e gratifica moralmente esempi autorevolissimi di ricerca e di pratica scientifiche nella Medicina. Alla sua ideatrice Amelia Ullucci va, dunque, riconosciuto il merito di aver fatto crescere, anno per anno, la sua iniziativa, connotata da un albo d’oro importantissimo, contenente nomi di primo piano della Medicina italiana.

Quest’anno, il premio Moscati è andato ad una giovane eccellenza casertana, Clemente Maria Iodice, il quale è stato scelto per la consistenza del suo curriculum scientifico che, a dispetto della sua giovane età, contiene esperienze e spazi di esplicazione autorevolissimi del proprio talento.

L’occasione del premio diventa, dunque, propizia per porre qualche domanda a questo giovane casertano in grado di affermarsi dentro ai percorsi formativi dell’oculistica, in Italia, ma soprattutto all’estero.

Allora, ci dica qualcosa sulla sua vita accademica e scientifica attuale. 

Intanto, voglio premettere doverosamente di essere sinceramente onorato di ricevere questo Premio, che si inserisce in una tradizione trentennale e del quale sono state insignite Personalità che hanno fatto e tutt’ora fanno la Storia della Scienza Medica della Nostra Terra. Per quanto riguarda la mia esperienza, sono uno dei più giovani Fellow al Moorfields Eye Hospital di Londra, centro di riferimento mondiale per la ricerca ed il trattamento delle patologie oculari, e lavoro nel Team di Ricerca guidato dal mio Mentore, Prof. David Garway-Heath, oculista e scienziato di fama mondiale.

Dunque, se abbiamo capito bene questa struttura di riferimento mondiale che seleziona in maniera rigorosissima le persone da gratificare in termini di formazione ma anche in termini di espressione professionale, l’ha chiamata e ha voluto proprio Lei?

Ho ricevuto la mia prima offerta di lavoro a soli 22 anni, prima ancora di conseguire la Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Roma “Sapienza”.”

Su quale fronte sta lavorando in questo periodo, insieme agli scienziati del Moorfields Eye Hospital di Londra?

Al momento stiamo cercando di stabilire una correlazione eziopatogenetica di tipo vascolare in una malattia che affligge decine di milioni di persone nel mondo, il Glaucoma, per la quale non c’è tutt’ora cura. I risultati sembrano molto incoraggianti. Sono molto soddisfatto.

Come si vede nel suo futuro immediato?

Per il mio futuro, non escludo senz’altro di continuare ad approfondire le mie conoscenze viaggiando per il mondo. La mia aspirazione più grande, però, è quella di tornare nella mia Terra, cui sono profondamente legato, importando le competenze maturate negli anni, e di aiutare in maniera significativa le persone che qui vivono.