CORONAVIRUS. Caro De Luca, com’è che con tutti questi casi ora ha spento il lanciafiamme? La verità è che non ha mai pensato alla salute dei campani ma solo alle sue elezioni

11 Agosto 2020 - 18:38

I NUMERI DI OGGI IN REGIONE  E IN ITALIA. L’inquietante ulteriore riduzione dei tamponi, a fronte di un indice di contagio superiore al 2% fa venire un sospetto: ma non è che qualcuno dei suoi ha detto alle Asl di non analizzarne molti, altrimenti i numeri esplodono e le urne eventualmente rimangono chiusi

CASERTA (gianluigi guarino) 23 nuovi casi di contagio da coronavirus in Campania, ieri erano stati 14, l’altro ieri 22. Tutto ciò con la miseria di 1.142 tamponi. Attenzione, compresi anche quelli fatti a persone già malate e dunque da controllare e controllate più di una volta. Siccome noi non dobbiamo dimostrare niente a nessuno sul piano della legittimazione cognitiva ad esprimere certi giudizi, i numeri di oggi e degli ultimi giorni ci fanno pensare due cose.

La prima è che nelle ultimissime settimane la Campania sta esprimendo un tasso di contagio molto alto. Forse solo nei primissimi giorni, quelli che portarono al primo picco, ce ne furono di più. A quel tempo, ma anche dopo, anzi, soprattutto dopo, il governatore Vincenzo De Luca parlò di lanciafiamme, propugnò un coprifuoco ancora più drastico di quello deciso dal governo, che per altro segretamente stava violando ciò che il Comitato tecnico scientifico aveva prescritto

nel momento in cui si era pronunciato per un lockdown applicato a quattro regioni e non a tutte. Cavalli di frisia e bombardamenti. Noi non abbiamo bisogno di dimostrare ancora ciò che è stato sempre evidente ai nostri occhi, cioè che De Luca non ha mai e diciamo mai calibrato il suo linguaggio, la sua comunicazione, men che meno la sua strategia (si fa per dire) operativa al problema covid. Lui è un politico sufficientemente cinico per fottersene della sorte dei suoi corregionali. Quella narrazione serviva a promuovere la propria figura e dunque la propria ricandidatura a presidente della Regione. Presidente, lei parlava di lanciafiamme quando la media dei casi giornalieri non superava la decina o la superava di poco. Se quelle posizioni fossero state intellettualmente oneste, oggicon un volume di contagio più marcato rispetto a quello di aprile e maggio, il governatore dovrebbe passare dal lanciafiamme semplice a quello al napalm, storicamente usato dagli americani in Vietnam. E invece sta zitto. Perché oggi alzare il livello della tensione significherebbe mettere in pericolo il processo elettorale, l’unica cosa a cui De Luca tiene e pensa, come da noi scritto in tempi non sospetti. Lui temeva una recrudescenza del virus ad agosto, tant’è vero che si è battuto per diverse settimane per votare il 26 luglio, giorno in cui, se non andiamo errati, la colonnina del mercurio ha superato in quasi tutta la Campania quota 40 gradi.

E qui si inserisce la seconda questione, che ha un’attinenza di tipo logico rispetto alla prima e una parte comune rappresentata dal marchio di fabbrica del cinismo deluchiano. Governatore, scusi, perché avendo fatto già schifo finora nella politica dei tamponi, che ha precipitato la Campania all’ultimo posto in Italia per analisi approfondite effettuate, ora fa anche peggio, non riuscendo a mantenere in più delle volte quello standard di 1.800/2.000 tamponi che il suo sistema sanitario ha dimostrato di poter effettuare?

A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si indovina. Non è che sta dando alle Asl di tutta la Regione la direttiva di non fare molti tamponi, perché questo farebbe salire ancor di più la quota dei nuovi positivi giornalieri, con la conseguenza di mettere in pericolo l’appuntamento elettorale del 20 settembre? Il governatore non ci risponderà ma dovrebbe farlo. Perché queste sono le domande che ogni cittadino avrebbe il dovere di porsi.

Perché la regione è stata maglia nera dei tamponi e perché se ne fanno, la maggior parte delle volte, meno di 1.500 al giorno, con punte negative nel weekend addirittura appena superiori a 700, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini? D’altronde, ci sono tutte le condizioni epidemiologiche per alzare il numero dei tamponi. Un incremento che dovrebbe venire da sé, automaticamente. Questo perché esistono focolai individuati per i quali si può stabilire una potenziale filiera del contagio che andrebbe, senza sé e senza ma, immediatamente controllata affinché non se ne formino altre laterali. E invece siamo finanche arrivati, qualche giorno, sotto i mille stando comunque su una media che esprime l’inquietante indice del 2% dei contagi, i quali, in caso di una normale operazione di verifica di 6 milioni di abitanti che potrebbe essere di 4/5 mila tamponi al giorni, avrebbe potuto determinare, in condizione di questo indice, un dato 80/100 nuovi positivi al giorno.

Crepasse anche tutta la Campania, l’importante è che questo capiti oltre il 20 settembre, data che peraltro diventa evocativa. In quel caso fu completata l’Italia, in questo caso verrà sfasciato ulteriormente il tessuto morale della nostra regione.

Comunque, ritornando ai numeri, approfittiamo di questo articolo per fornirvi i dati regionali completi e quelli nazionali.

LA CAMPANIA

E’ di 402, +4 rispetto a ieri, il numero di persone che in Campania sono ancora malate di covid-19. Il numero dei tamponi analizzati ieri e resi noti nel report è di 1.142. Il totale regionale dei test è pari a 351.505. Il dato delle persone sottoposte a tampone almeno una volta nella nostra regione è pari a 184.220, +819 nel giro di 24 ore.

Nella giornata di ieri sono stati registrati 23 contagi dall’Unità di Crisi della Campania Il rapporto del contagio è del 2,01% (ieri 1,88%).

Cresce il dato relativo ai ricoverati nei reparti covid-19 ordinari: sono 44 (+10). Sale il numero dei posti letti occupati nei reparti terapia intensiva delle strutture della nostra regione, c’è un paziente in più: ora sono 2

Scende il numero dei contagiati da coronavirus che si trovano in quarantena domiciliare, per un totale di 356. (-7). 

Dall’inizio dell’epidemia, sono 440 i decessi (+1), mentre i guariti sono 4.272 (+18).

IL DATO NAZIONALE

I 412 nuovi positivi di oggi e i 40.642 tamponi effettuati in un giorno portano il rapporto del contagio allo 1,01%, in leggerissimo aumento dopo il numero registrato ieri, (0,98%).

Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza, sono risultate positive 251.237 persone, con 7.316.918 tamponi analizzati. Attualmente risultano positivi e sono curati dal Servizio sanitario 13.561 (+193) pazientiI guariti sono 202.461, cioè 213 in più rispetto a ieri. I deceduti nelle ultime 24 ore sono stati 6, le vittime ora sono 35.216.

Passiamo alle colonne grigie, cioè nelle varie categorie dei positivi assistiti: i ricoverati nei reparti covid ordinari sono complessivamente 801 (+12). Cresce di tre unità il dato relativo alle Terapie Intensive in Italia nella giornata di ieri. Dunque, si attestano a 49 i malati da covid in Rianimazione.

In quarantena domiciliare si trovano 12.711 positivi, +168 rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore, i casi analizzati nel nostro paese, cioè le persone sottoposte per la prima volta al tampone, sono stati 22.063, per un totale di italiani testati pari a 4.329.697.

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