CORONAVIRUS. Ospedali casertani verso il collasso

13 Novembre 2020 - 15:36

“Siamo al limite di guardia” afferma il direttore sanitario, Arcangelo Correra

 

CASERTA – “Abbiamo perso per Covid una validissima infermiera. E’ un dispiacere enorme, che ci fa riflettere sulla necessita’, ormai non piu’ rinviabile viste le enormi difficolta’ che il personale di tutti gli ospedali sta incontrando, di predisporre un lockdown generalizzato”. Filippo Topo, medico dell’ ospedale di Marcianise e segretario del Cimo, sindacato dei medici ospedalieri ha ricordato con commozione l’ infermiera di 57 anni morta due settimane ed ha lanciato un nuovo allarme sulla gravissima situazione degli ospedali della Campania.

“Medici e infermieri stanno pagando un prezzo altissimo – ha aggiunto il sindacalista – ma continuano ad assicurare i servizi: al pronto soccorso di Marcianise arrivano i cittadini che prima andavano a Maddaloni, e molti arrivano anche dal napoletano”. Anche all’ospedale di Marcianise la situazione e’ quasi al collasso, con almeno sette pazienti positivi ricoverati al Pronto Soccorso in attesa di trovare un posto al Covid Hospital di Maddaloni, pieno anche nei 14 posti di terapia intensiva.

E’ pieno anche l’ ospedale “Melorio” di Santa Maria Capua Vetere (52 i posti letti destinati al Covid), in parte riconvertito da qualche settimana a Covid Hospital, cosi’ come l’ospedale modulare montato a fianco alla sede dell’ Azienda ospedaliera di CASERTA.

Resta qualche posto a Teano, dove vengono portati i pazienti anziani. Le criticita’ riguardano soprattutto i posti letti per i malati Covid non gravi, ma anche i posti letto riservati alle terapie intensive sono quasi esauriti; resta qualche posto in rianimazione all’ospedale di CASERTA, mentre nuovi posti dovrebbero essere creati a Maddaloni.

Ad Aversa, secondo ospedale della provincia – non destinato al Covid – con un bacino di utenza di 500 mila persone, l’area del pronto soccorso con sei postazioni riservate ai malati Covid e’ sempre piena. Se ad agosto i malati Covid che si erano presentati ad Aversa erano 88, ad ottobre sono stati 580, e oltre 300 in questi primi 13 giorni di novembre.

“Siamo al limite di guardia – afferma il direttore sanitario dell’ ospedale, Arcangelo Correra – le persone continuano ad arrivare in auto con sintomi per fare il tampone, e siamo costretti a portare fuori le bombole per aiutarli. Non so fino a quando potremo andare avanti cosi’. Servono medici ed infermieri, alcuni colleghi sono positivi e riusciamo a stento a coprire i turni di lavoro ed a garantire tutte le altre emergenze”.

All’ esterno degli ospedali, intanto, si montano tende o prefabbricati per accogliere le persone che arrivano in ambulanza al pronto soccorso, che spesso hanno sintomi e sono in attesa di tamponi. Ad Aversa la Croce rossa sta montando un prefabbricato, mentre a Marcianise e’ stata installata una tenda, non ancora operativa.