Estorsione alla proprietaria dei vivai: per Diana e Ragnino esclusa l’aggravante mafiosa

23 Ottobre 2023 - 18:18

I due, arrestati venerdì scorso, hanno negato ogni addebito.

MADDALONI/SAN CIPRIANO D’AVERSA Esclusa l’aggravante mafiosa per Francesco Diana e Tommaso Ragnino, arrestati venerdì scorso con l’accusa di tentata estorsione, aggravata proprio dai metodi mafiosi. E’ quanto ha stabilito oggi il gip Giovanni De Angelis del tribunale di Napoli che ha, quindi, trasmesso il fascicolo al tribunale sammaritano.

Nel corso dell’interrogatorio Francesco Diana, 46 anni, e Ragnino hanno negato ogni addebito. Ragnino, che di anni ne ha 49, ha dichiarato di conoscere la persona che, secondo l’accusa, sarebbe stata vittima di estorsione (ovvero la titolare di due vivai a Maddaloni), perché lui stesso è di Maddaloni e di essersi recato nel vivaio di via Forche Caudine, per tre volte, l’ultima delle quali in compagnia di Diana.

Francesco Diana, dal canto suo, ha dichiarato al giudice di conoscere il figlio della titolare dei vivai, presentatogli proprio da Ragnino, per averlo aiutato nel noleggio di un’auto. Parliamo di una Mercedes classe A che venne utilizzata dalla vittima per compiere rapine a Brescia, poi sequestrata quando l’uomo venne arrestato. Diana ha quindi sostenuto che la richiesta dei primi 25mila euro scaturì dai danni provocati all’auto e che quel danno andava risarcito al concessionario. La donna, era il novembre del 2020, si rifiutò di pagare. Successivamente Diana chiese altri 12mila euro alla donna, per le spese legali da sostenere per la denuncia sporta dal suo amico concessionario, Infine, l’ultima richiesta di 3mila euro – settembre 2022 – per l’acquisto a credito di cocaina per il detenuto.

Francesco Diana, ricordiamo, è fratello dell’ex assessore Orlando Diana e cognato del collaboratore di giustizia Michele Barone, ex uomo vicino a Michele Zagaria. Diana, quindi, è anche il cognato di Giuseppina Barbato, consigliera comunale a San Cipriano, moglie del fratello Orlando.

Il sanciprianese era tornato libero nello scorso mese di luglio, dopo l’arresto legato all’inchiesta sulla scoperta nella sua fattoria di armi.