I LAVORI MILIONARI del comune di S.PRISCO. Il racconto del pentito: “Così noi Zagaria facemmo fuori i Tavoletta”

6 Marzo 2020 - 13:19

SAN PRISCO – Inutile riassumere in maniera dettagliata lo stralcio dell’interrogatorio a cui Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza si è sottoposto rispondendo alle domande del pm della dda Maurizio Giordano, al cospetto dei giudici della corte d’assise di Santa Maria Capua Vetere. La lettura del documento, infatti, è molto scorrevole e comprensibile e chiarisce il modo con cui il clan dei casalesi, fazione Michele Zagaria, fece man bassa dei lavori di urbanizzazione delle zone nord e sud di San Prisco, soppiantando con modalità spicciative, Cristoforo Tavoletta, imprenditore di Villa Literno da anni trapiantato a San Prisco, imparentato direttamente con un altro gruppo storico della camorra non proprio del clan dei casalesi, ma molto forte nel comune in cui ha operato.

Due rapide sottolineature. La prima: siamo a cavallo dell’omicidio di Sebastiano Caterino. Francesco Zagaria guadagna sempre più credito agli occhi di Michele Zagaria che poi dopo quel delitto, a cui Ciccio ‘e Brezza partecipa da specchiettista, mette al suo uomo di Capua i galloni di capo-zona con ampia autonomia di azione, anche da lui stesso. Ovviamente, siccome questi lavori di San Prisco erano molto importanti e lucrosi, ma soprattutto di mezzo c’era la famiglia Tavoletta, Ciccio Zagaria si recò direttamente al cospetto di Michele Zagaria che gli dette il via libera.

Una circostanza, quest’ultima, conosciuta anche da Pasquale Zagaria e da Salvatore Nobis “scintilla”.

Forte di questo mandato, Francesco Zagaria si presenta al cospetto di Cristofaro Tavoletta e gli dice che deve abbandonate l’ambizione di compiere quei lavori, che dovranno essere ad appannaggio del gruppo Zagaria. In un primo momento il liternese non si dà per vinto e ne parla ai suoi parenti i quali, con Michele Zagaria in latitanza, avvicinano il padre del super boss, cioè Nicola Zagaria e il fratello minore Antonio. Entrambi non sapevano nulla della decisione presa da Michele Zagaria di piombare, attraverso Ciccio ‘e Brezza su quei lavori di San Prisco. E dunque il tira e molla andò avanti ancora.

Successivamente, la questione fu chiarita a Casapesenna e Cristofaro Tavoletta non potette far altro che dire “obbedisco” all’ultima intimazione fattagli da Francesco Zagaria, alla presenza di Domenico Farina, imprenditore di San Prisco, figlio di mast’ Andrea Farina titolare di un’antica impresa edile che per anni aveva subito varie angherie dai Tavoletta e che, al cospetto di un arrendevole Cristofaro Tavoletta, i prendeva una rivincita materiale e anche morale.

Da quel momento in poi Ciccio ‘e Brezza e l’appena citato Tavoletta diventano grandi amici. Anzi collaborano per rendere credibile l’aggiudicazione della gara. E qui arriviamo alla seconda sottolineatura: in tutta questa storia il comune di San Prisco e dunque l’amministrazione comunale che c’era in quel periodo, in cui il sindaco Abbate sostituì Tonino Siero che poi le elezioni le avrebbe ri-vinte qualche anno dopo, rappresentavano un puro optional.

La centrale appaltante, cioè la vera gara fu fatta tra Casapesenna e Villa Literno. E lì la camorra trovò gli equilibri per l’aggiudicazione.

E questo la dice lunga su quanto abbiano contato i politici in quel periodo. Al riguardo, in conclusione, Francesco Zagaria afferma che erano proprio i politici, presumibilmente quelli di San Prisco, a tenerlo informato sul mega appalto dell’urbanizzazione delle due zone del comune tifatino, confidandogli anche la posizione di privilegio, di vincitore virtuale che presto sarebbe diventato vincitore materiale, di Cristofaro Tavoletta. Un’attività di informazione svolta dalla politica a favore della camorra, molto preziosa perchè attraverso queste informazioni il clan dei casalesi poteva organizzare tranquillamente le proprie trame, così come dimostra l’esito finale della gara, che fu aggiudicata all’impresa di Mimmo Farina, ovviamente un mero prestanome di Francesco Zagaria, con lavori che durarono fino agli anni 2005, 2006.

 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO RESO DA FRANCESCO ZAGARIA