Il sindaco di CALVI R. Giovanni Lombardi indagato dalla Dda? Scappare non serve, dica semplicemente se è vero o se si tratta di una bugia dei suoi avversari

31 Marzo 2023 - 12:53

La singolare motivazione con cui il presidente del consiglio Alessio Salerno ha deciso di non inserire all’ordine del giorno l’interrogazione presentata dal consigliere di minoranza Taffuri, determina la necessità di un intervento da parte nostra con cui, da un lato si dimostra che la motivazione addotta è del tutto infondata se non addirittura surreale, e poi per invitare ed esortare il primo cittadino a non scappare perché, se questa indagine non c’è, se lui non ha subito una perquisizione, basta dirlo e a questo punto, essendo argomento di diffusa discussione all’interno del paese, Lombardi ha il dovere di informare la sua cittadinanza sulla esistenza o non esistenza della iniziativa giudiziaria. In calce all’articolo il testo dell’interrogazione di Taffuri e la risposta del presidente del consiglio Alessio Salerno

CALVI RISORTA – Vito Taffuri è un consigliere comunale. E, in quanto tale, va rispettato.
Se, infatti, può esistere un discrimine valutativo relativamente ad una persona, questo diventa processo molto più complesso e delicato quando questa persona svolge una funzione istituzionale.

Vito Taffuri, ma potrebbe chiamarsi anche Mario Rossi e sarebbe la stessa cosa, ha presentato lo scorso 21 febbraio un’interrogazione che il presidente del consiglio comunale Alessio Salerno ha sostanzialmente ignorato, in quanto non l’ha messa né in un ordine del giorno di seduta consiliare e neppure ha comunicato formalmente a Taffuri il motivo per il quale riteneva di non farlo.

Questo atteggiamento rappresenta, a nostro avviso, un errore, una modalità istituzionalmente non corretta di svolgere la funzione di presidente del consiglio comunale che, peraltro, nei comuni al di sotto dei 15mila abitanti qual è Calvi Risorta è opzionale e non obbligatoria, così come capita per quelli superiori a 15mila.

Di fronte a questo silenzio irrispettoso, ripetiamo, non rispetto a Vito Taffuri ma rispetto alla sua funzione, esercitata in nome e per conto dei cittadini, pochi o molti che siano, che l’hanno votato, il consiglieri ha scritto di nuovo al presidente del consiglio comunale. Lo ha fatto poco più di un mese fa, sollecitando il presidente del consiglio a inserire la sua interrogazione all’ordine del giorno di una seduta del consiglio comunale.

A questo punto, Salerno, ha dovuto necessariamente rispondere, spiegando in una nota inviata a Taffuri, che la sua decisione di non inserire all’ordine del giorno quell’interrogazione era

in quanto “non presente agli atti d’ufficio” e, al di là di questo aspetto formale, non “verte su argomenti che riguardano direttamente le funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del consiglio comunale”
Come avete potuto leggere, non abbiamo finora speso una sola parola sul contenuto, sul merito della questione.
Non lo abbiamo fatto di proposito perché, a nostro avviso, pur servendo a poco, bisogna sempre sottolineare quanto le figure dei presidenti delle assemblee elettive, soprattutto nei Comuni di piccola dimensione, non hanno alcun significato istituzionale ma rappresentano una semplice poltrona aggiuntiva a quella degli assessori.

Postazioni da cui la figura del presidente del consiglio – che dovrebbe avere un carattere di terzietà auspicato anche dal legislatore nel momento in cui, nel Tuel, prevede il tentativo di farla eleggere con una maggioranza qualificata dei 2/3, cioè anche con l’apporto della minoranza – diventa meramente funzionale, ancillare, a quella della maggioranza e a quella dell’amministrazione comunale.

Ma se il merito della questione va trattato in maniera ordinata, step by step, ciò non vuol dire che non sia importante. Tutt’altro.

Da questo punto di vista, sarebbe stato utile, per dare quantomeno una parvenza di istituzionalità alla sua funzione, che il presidente del consiglio Salerno si fosse limitato ad evidenziare il problema formale e procedurale della interrogazione presentata da Taffuri, ovvero la mancanza del documento agli atti d’ufficio.

Al contrario, ha voluto spendere un supplemento di motivazione, valutando il merito dell’interrogazione di Taffuri come non “aderente alle funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”.

Ciò che chiede Taffuri è invece totalmente aderente alle funzioni, ai poteri e alle potestà di un consiglio comunale.

Se, come sta succedendo a Calvi Risorta, non si parla d’altro che di un’indagine della Dda, di una perquisizione effettuata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta nell’abitazione del primo cittadino Lombardi, per una vicenda di appalti dei Lavori Pubblici; se non si parla d’altro che del coinvolgimento di uno o più componenti del personale del Comune di Calvi Risorta, dovrebbe essere interesse del sindaco Lombardi quello di andare in consiglio comunale senza neppure essere compulsato da un’interrogazione per chiarire la situazione.

Lo dovrebbe fare qualora le voci riguardassero una presunta indagine su fatti suoi privati, che nel momento in cui sono oggetto di attivazione dell’azione penale nei confronti di un sindaco, diventano automaticamente fatti di pubblico interesse, figuriamoci se tutto questo parlare attiene a una presunta indagine relativa a presunti fatti realizzatisi all’interno del Comune e attuati nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali. È vero che in questi paesi succede di tutto e di più e il diritto si ferma sempre fuori dai loro confini, però, presidente Salerno, scrivere che i temi esposti dal consigliere Taffuri nella sua interrogazione non siano attinenti alla funzione di controllo dell’organo che lei presiede, beh, occorre una bella dose di partigianeria, di sbilanciamento politico verso le ragioni sbagliate di un’amministrazione comunale che, sfuggendo alla necessità di un chiarimento, fa crescere i sospetti sul fatto che tutto ciò che si dice in paese sia realtà, rappresenti una fotografica autentica dei fatti. Chi fugge ha sempre torto.

Taffuri pone una questione che ha a che fare con l’onorabilità e l’onore delle istituzioni rappresentative di Calvi Risorta.

Se ha raccolto solo la spazzatura dell’illazione, della malevolenza, della falsità messa in giro ad arte da NEMICI Ed avversari del sindaco Lombardi, quale occasione migliore di un intervento ufficiale in consiglio comunale, magari davanti ad un’ampia platea di cittadini per dire semplicemente: caro consigliere Taffuri, lei raccoglie spazzatura e Calunnie, io e nessun altro esponente dell’amministrazione risultiamo indagati dalla Dda, io e nessun altro esponente dell’amministrazione comunale e del personale del Comune siamo stati oggetto di una perquisizione domiciliare o di un’area di lavoro

Chi fugge ha sempre torto e chi fugge, di solito, nasconde la verità.

Francamente, possiamo anche comprendere che l’ammissione sull’esistenza di un’indagine della Dda possa essere strumentalizzata da un punto di vista politico.

Ma questo è accaduto a centinaia, forse migliaia di politici italiani, e non per questo ci sono stati sindaci che, di fronte a un lungo e reiterato chiacchiericcio, e poi di fronte all’interrogazione di un consigliere comunale, abbiano esposto il presidente del consiglio a dire una cosa…beh, facciamoci una risata…che il tema posto non ha a che fare con le prerogative di controllo dell’organo consiliare.

Se proprio non lo vuole dire a Taffuri, noi siamo disponibili ad ospitare il sindaco Lombardi e a videointervistarlo con tutte le garanzie del mondo.

Se tutte le cose che scrive Taffuri sono sciocchezze dichiarerà che sono tali. Che ci vuole? Perché forse questa volta l’aforisma andreottiano non è neppure sufficiente, dato che l’atteggiamento del sindaco di Calvi Risorta libera, addirittura, dal peso della colpa e del peccato, “il pensar male”.