La CAMORRA di MADDALONI. “Chiami le forze dell’ordine? Ti bruciamo sano sano”

13 Maggio 2020 - 09:20

MADDALONI – Salvatore D’Albenzio, considerato dagli inquirenti, l’organizzatore di una nuova fazione Maddaloni del clan Belforte, riceveva la visita di Dino Spallieri, con il quale si occupava di estorsioni. Secondo l’ipotesi accusatoria, Spallieri era colui il quale riscuoteva il pizzo dalle attività commerciali e dai cantieri edili che si trovavano sul territorio di Maddaloni.

In uno stralcio di ordinanza nella quale viene riportato il dettaglio di una conversazione intrattenuta nel cortile dell’abitazione di D’Albenzio, questi conversa con Lidia Maricela Apostolie, compagna di Giuseppe Amato, detenuto. I due commentano l’operato estorsivo di Spallieri, il quale si era recato a casa del D’Albenzio nonostante questi fosse ai domiciliari. Redarguito, era andato a parcheggiare l’auto fuori dal cortile, per nascondere quella visita ad occhi indiscreti.

In quel frangente, D’Albenzio dice che vuol sapere dallo Spallieri come si era sviluppata l’estorsione ad un pittore. “Non ha voluto dare nemmeno un euro“, commenta la Maricela. Ma le intenzioni del gruppo, secondo D’Albenzio, non sono affatto buone: nel caso l’imprenditore estorto chiami le forze dell’ordine (“Le guardie“), loro potrebbero ricorrere al fuoco; sostenendo, infatti, che un vicino di casa di Spallieri gli abbia consegnato i soldi dell’estorsione D’Albenzio dice: “Glieli ha dati perchè è vicino di casa, altrimenti chiama le guardie

(le forze dell’ordine, n.d.r.)….com’è che chiami le guardie, ti bruciamo sano sano“.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA