La forestale arresta tre uomini: sono stati beccati in flagranza a bruciare materiali tossici
30 Luglio 2019 - 13:25
CASERTA – Nell’ambito di più ampia ed articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in relazione alla problematica di emergenza ambientale della c.d. “Terra dei Fuochi”, i Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta –N.I.P.A.A.F., e della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise, nella circostanza collaborati da militari della Compagnia di S. Maria C.V., hanno proceduto d’iniziativa all’arresto di tre soggetti, G.P., G.S. e A.A.F., ritenuti responsabili, a vario titolo e con distinte modalità comportamentali, del delitto di combustione illecita di rifiuti e di trasporto dei medesimi in funzione del loro successivo abbruciamento.
All’arresto si giungeva a seguito di una mirata attività di osservazione e di pedinamento che si svolgeva nei confronti di G.P., soggetto già noto ai militari forestali in quanto destinatario di
In quella circostanza venne pure tratto in arresto K.J.M., di anni 21, originario del Gambia, un dipendente di fatto di G.P., sorpreso in flagranza di reato mentre si accingeva, all’interno della predetta area, ad appiccare il fuoco ad un cumulo di rifiuti depositati sul suolo, costituiti dalle cassette in disuso non commercializzabili, come, d’altro canto, gli era stato “ordinato” dallo stesso G.P. La combustione illecita dei rifiuti avveniva su una superficie di circa 5 mq all’interno dell’area recintata benché, oltre a tale cumulo, gli agenti forestali intervenuti riscontrava altro accumulo già combusto di circa 4 mq le cui ceneri, al tatto, risultavano ancora calde, indicative, dunque, di una recente combustione.
All’epoca, i militari forestali del Nucleo Investigativo di Caserta e quelli della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise procedevano al sequestro preventivo della suddetta area, dell’estensione di circa 2000 mq, sita in agro del Comune di San Tammaro, alle spalle del mercato ortofrutticolo, ove, si verificava anche la presenza di migliaia di rifiuti costituiti da cassette in legno ed in plastica pronti alla commercializzazione, nonché alla combustione.
A partire da tale data, l’allora indagato G.P., nominato custode giudiziario in costanza di sequestro, poneva in essere numerose violazioni ai doveri di custodia, sottraendo gli imballaggi presenti nel deposito allo scopo di commercializzarli, e violando materialmente i sigilli di Stato apposti all’ingresso dell’area posta in sequestro, onde favorire l’ingresso ad essa, servendosi, più volte, anche degli autocarri per i quali vigeva il vincolo reale.
In una prima fase, dunque, l’attività investigativa svolta dai militari forestali, si era conclusa con il sopracitato arresto di K.J.M. e con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di cinque soggetti, tra cui lo stesso G.P. che, avvalendosi della materiale collaborazione di altri suoi dipendenti di fatto, soprattutto di origine straniera, svolgeva l’attività abusiva di raccolta, trasporto e commercializzazione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli, gestendo, al pari illegalmente, i relativi rifiuti derivanti da detta attività, procedendo, altresì, al loro illegale smaltimento mediante l’accensione di “roghi tossici” in zona, per di più, a vocazione agricola e di fatto oggetto di coltivazione, con potenziali conseguenze sulla salubrità dei prodotti ortofrutticoli ivi coltivati.
Ciò chiarito, il mirato servizio di polizia giudiziaria svolto dai militari forestali nel fine settimana appena trascorso, consentiva di verificare che, ancora una volta, in area adicente al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, uno degli autocarri posti in sequestro giudiziario continuava ad essere utilizzato da G.P., nominato custode del mezzo, che, avvalendosi di suoi complici nella fase del carico dei rifiuti, si apprestava a trasportarli altrove al fine di trarre un plurimo profitto illecito costituito, in parte dalla commercializzazione dei rifiuti, ossia le cassette in buono stato, in parte dal risparmio sui costi di smaltimento di rifiuti non riutilizzabili, in quanto cassette in disuso o danneggiate.
Le pattuglie forestali, in accordo con l’Autorità Giudiziaria sammaritana, nella mattinata scorsa procedevano al pedinamento dell’autocarro già posto in sequestro penale che, guidato da G.P., e con a bordo altro soggetto successivamente identificato in G.S., da San Tammaro si portava in zona rurale di Grazzanise, fino a raggiungere un’area di circa 700 mq adiacente un’azienda agricola sita alla Via La Quercia, loc. Campo Izzo ove, altro complice, A.A.F., era lì presente intento ad alimentare il fuoco acceso in cinque fusti di ferro proprio con i rifiuti costituiti da cassette di legno in disuso ed altro materiale, verosimilmete plastico, a causa del fumo di colore scuro che si sprigionava da uno di detti contenitori. In loco si rinveniva, altresì, un ulteriore fusto in ferro colmo di materiale, anche di tipo plastico, pronto per essere dato alle fiamme.
Inoltre, la riscontrata presenza di un voluminoso cumulo di cenere avvolto in un telo plastificato e di altri svariati fusti di ferro colmi di ceneri, era sintomatica di precedenti e reiterati abbruciamenti.
Erano anche presenti nell’area accatastamenti di cassette in legno impilate, del volume ragguagliato di metri cubi 300 circa, verosimilmente pronte per essere vendute, ancorché costituenti rifiuti, nonché cumuli di cassette in plastica quantizzabili in metri cubi 400 circa. Infine, su una superficie di circa 150 metri quadrati insistevano ulteriori cumuli di cassette in plastica ed in legno poste alla rinfusa, e dunque non più riutilizzabili, anch’esse pronte per essere bruciate. A bordo del cassone dell’autocarro Fiat Iveco erano presenti altri 10 metri cubi di rifiuti della medesima tipologia, pronti per essere scaricati e dati alle fiamme.
La predetta area, di circa 700 mq, compresiva dei rifiuti descritti, veniva posta in sequestro dai militari forestali collaborati, in tale frangente, dai militari della radiomobile di S. Maria C.V., mentre l’autocarro, oggetto di precedente provvedimento di cautela reale, veniva risequetrato ed affidato in custodia a Ditta autorizzata, sottraendolo definitivamente alla disponibilità di G. P.
Per i motivi descritti, i militari forestali procedevano all’arresto in flagranza di reato di: G.P., di anni 54, residente a S. Maria C.V., e S.G., di anni 37, domiciliato a Sn Tammaro, per avere, in concorso tra di loro, trasportato rifiuti, costituiti da cassette in plastica-in legno e in cartone, in funzione della successiva illecita combustione, presso l’area adiacente l’azienda agricola sita in Grazzanise (CE), Via La Quercia, loc. Campo Izzo, ove A.A.F.., di anni 53, ivi residente, era intento a smaltirli illegalmente mediante illecita combustione. I predetti soggetti venivano posti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni e nella giornata di ieri il GIP del Tribunale di S. Maria C.V., convalidati gli arresti, disponeva nei confronti di G.P., la misura degli arresti domiciliari, in ragione del pericolo di reiterazione dei reati della medesima specie di quelli già perpetrati, anche in considerazione delle molteplici violazioni di sigilli poste in essere dall’indagato; per A.A.F., la misura cautelare dell’obbligo di presentazione presso la Stazione Carabinieri di Grazzanise, con cadenza di due volte a settimana, emergendo chiaro che l’utilizzazione del terreno nella disponibilità di A.A.F. per la combustione dei rifiuti non era stata casuale ma previamente concordata con G.P.
La vicenda descritta evidenzia come la tecnica criminale posta in essera da G.P. fosse studiata in ogni minimo dettaglio: infatti, in ragione degli interventi operanti nel tempo dai Carabinieri Forestali e del vincolo del sequestro apposto sull’area di sua proprietà e sugli automezzi utilizzati per il trasporto illecito dei rifiuti, l’uomo, li raccoglieva e li commercializzava nel piazzale prospiciente il mercato ortofrutticolo di San Tammaro, ovvero su suolo pubblico. Incurante dei provvedimenti giudiziari emessi dall’A.G., lo stesso, avvalendosi di manodopera prevalentemente straniera e non regolare, con altri complici, trasporava detti rifiuti da San Tammaro fino a raggiungere una zona rurale e di difficile visibilità sita in Grazzanise, ove, in collaborazione con ulteriore suo complice, avveniva la gestione illecita dei rifiuti ed il loro smaltimento mediante abbruciamento.
La combustione illecita di detti rifiuti, sia lignei che plastici, per non destare le attenzioni di chicchessia, avveniva, poi, in bidoni in ferro la cui funzione è notoriamente quella di contenere l’abbruciamento ed il fumo. I bidoni già pronti per la combustione, contenenti cassette in plastica in disuso, e le notevoli quantità di ceneri verificate dai militari operanti sull’area, dimostrano, infine, come, in maniera reiterata, si ricorresse alla tecnica criminale dello smaltimento illecito dei rifiuti mediante l’accensione dei ccdd “roghi tossici”.
Il contrasto a tale fenomeno illecito, costituisce uno dei principali obiettivi istituzionali dei Carabinieri Forestali, Reparto specializzato dell’Arma in materia ambientale, e rientra nelle priorità della Procura della Repubblica di S. Maria C. V.