LA NOTA. Guarda il video e magari leggi anche l’editoriale. Ecco come De Luca-Re Mida ha trasformato la merda in oro. Guardate cosa diceva di De Mita, Mastella e Pomicino un po’ di anni fa

16 Luglio 2020 - 13:15

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Sono decine i video su De Luca che vagano in rete.
Tutta salute, dicono i sondaggisti e gli esperti di comunicazione.
Più un paese, infatti, è in deficit culturale, maggiore è la cifra che accresce il valore elettorale di un personaggio politico per il solo fatto di “esserci”, di esistere, di essere conosciuto da un numero più alto possibile di persone. Conta relativamente, almeno in prima battuta, l’indice di gradimento, mancando, nella maggior parte della popolazione, quei filtri attinenti alla semplice conoscenza, consapevolezza, delle cose che la circonda, la semplice faccia, il semplice codice identitario impresso in maniera marcata in quella parte minima di conoscenza passiva, basta per attivare anche i numeri del gradimento.

Esisto, ergo sono votato. Basta esserci, dunque.
Far bene o far male conta nulla. Qui da noi la gente non si appassiona alle cosiddette questioni di contenuto, a sviluppare un minimo di curiosità per i motivi per cui migliaia e migliaia di giovani sono disoccupati, per cui nella pubblica amministrazione, a partire dagli enti locali, la corruzione impera letteralmente, per cui la sanità nostra è la peggiore dell’universo, con un tasso di migrazione delle persone che vanno a curarsi fuori più alto d’Europa.
No, queste sono cose che non interessano.

Se un politico c’è, è costantemente presente sui vecchi e nuovi strumenti di comunicazione, conquista consenso.
È molto triste affermare che questo ha creato uno stravolgimento di quel processo democratico che staccava, distingueva, la rinomanza dalla efficiente capacità. Ma da noi è così. Se uno c’è, ed è pure televisivo e simpatico, per battute fatte sempre e comunque contro qualcuno e mai per qualcosa, vince.
Vincenzo De Luca era politicamente morto a gennaio, perché per più di quattro anni e mezzo era stato costretto a fare un mestiere per il quale non era all’altezza: presiedere una Regione.
Aveva avuto grandi difficoltà a compensare con le battute le gravi lacune del suo agire.
A quel punto è successo un vero e proprio miracolo:
morte loro, vita mia.
35mila morti a causa del coronavirus, di cui quasi 500 in Campania, ma De Luca resuscita attivando una sorta di reazione contraria.
Morte loro, vita mia.
Da febbraio, il Covid, il terremoto che ha provocato nella vita di tutti gli italiani e anche dei campani lo ha liberato da quella camicia di forza che lo stava portando implacabilmente verso il tramonto, al punto che certi suoi consiglieri regionali, due esempi per tutti, Giovanni Zannini e Luigi Bosco, avevano aperto contatti concreti con i partiti del centrodestra per passare dall’altra parte.

Da fine febbraio alla Campania non serviva più un presidente della Regione, ma uno sceriffo, anzi un sindaco, per cui De Luca è entrato in un copione che conosceva a menadito e che aveva sviluppato, attraverso una irresistibile narrazione, indossando a più riprese la fascia tricolore nella sua Salerno.
De Luca, sindaco della Campania, ma soprattutto liberato dalla necessità di doversi occupare di cose complicate, in cui l’evidenza dei fatti soverchiava e disinnescava l’abilità indubbia e innata del comunicatore. Nel ginepraio delle clip e dei video che ne accrescono ancor di più il grado di notorietà ce n’è qualcuna, però, in grado forse di parlare a quel popolo di “non conoscenti” di cui abbiamo scritto all’inizio. Perché attenzione, quel popolo di non conoscenti è lo stesso che, non prima di due anni e mezzo fa, ha dato ai 5 Stelle, in provincia di Caserta e in Campania, il 50%, cioè una percentuale che neppure il Berlusconi trionfante era riuscito mai a raggiungere, dato che, se non ricordiamo male, la fatidica soglia della metà dei voti espresso dal corpo elettorale, il cavaliere l’aveva solo sfiorata.
Perché il non conoscente ha una caratteristica che tira fuori come si faceva una volta con gli abiti della domenica.
Lo fa durante le campagne elettorali. Il non conoscente, il superficiale, quello che l’ottimo cantautore di sinistra Samuele Bersani ha definito “lo scrutatore non votante”, è, in quanto tale, qualunquista.

Magari fa finta di non esserlo, fa finta di interessarsi alle cose, ma in realtà, quando sta a casa sua smadonna a destra e a manca, trovando sempre una “ragione altra” dei suoi problemi.
Si dirà: questa è una tara mondiale. Se non fosse così, né Kennedy né Ghandi avrebbero pronunciato, tra le loro frasi più celebri, quelle che in sostanza provavano ad ispirare il cittadino a non rovesciare sempre e comunque sui governanti la ragione dei propri guai.

“Non chiederti cosa il presidente può fare per te…” eccetera eccetera.

Ma anche questi discorsi valgono fino a un certo punto, perché il livello di non conoscenza abbassa ulteriormente anche il grado del qualunquismo.
Dunque, qui abbiamo un qualunquismo di serie C.
Vorremmo non utilizzare questo video, perché vorremmo stare dentro a un sistema in cui uno come De Luca venisse messo a fare qual che sa fare meglio, cioè il cabarettista.
Ma siccome abitiamo qui e con questo corpo sociale dobbiamo fare i conti, siamo costretti a utilizzare le stesse armi.
Nel video ascolterete uno dei tanti discorsi fiammeggianti fatto dall’attuale governatore quando non era governatore.

Si tratta della campagna elettorale del 2010, che De Luca perse soccombendo a Stefano Caldoro, che poi non si capisce in questa cavolo di Regione obsoleta nella testa per quale motivo questi due sono sempre loro ma doversi contendere la poltrona più importante.
De Luca tuonava contro i vecchi democristiani.

Diceva che quel centrodestra che si definiva innovatore, dunque sedicente innovatore, aveva imbarcato quello che al tempo De Luca considerava ciarpame della storia, remota e prossima: De Mita, Mastella, Pomicino, Cosentino, eccetera.

Quelli che applaudivano erano i suoi fans.

Al tempo il candidato chiedeva ai campani uno sforzo di riflessione sul seguente tema: la vecchia e la nuova politica. Fu inutile, perché i campani di sera, magari, guardando in tv le facce dell’allora 82enne De Mita, di Mastella e Pomicino, lanciavano moccoli della serie: “E quando morite, state sempre voi in mezzo!”, mentre la mattina dopo il sindaco della loro città, un assessore o un consigliere, gli consegnavano un bel fac-simile per votare un candidato al consiglio regionale della lista di De Mita e di Mastella con la conseguenza che la non conoscenza non consentisse al nostro concittadino tipico neppure di sapere che quel candidato al consiglio regionale era una protesi di Mastella, De Mita e Pomicino.

E allora che fece De Luca? Un bel gesto dell’ombrello: col ca…iser che stavolta mi fregato. Alzò il telefono e chiamò l’highlander di Nusco, che intanto aveva compiuto 87 anni.
Lo convinse, sa solo lui come, a passare dalla parte del centrosinistra e grazie a quell’accordo, solo a quello, De Luca vinse di strettissima misura le elezioni, seppellendo definitivamente ogni idea di miglioramento della specie politica ottenuto attraverso l’invito alla riflessione da parte dell’elettore.
Oggi, siccome i mesi del coronavirus lo hanno convinto di essere in grado di aspirare anche al segretariato dell’Onu o alla presidenza degli Stati Uniti, perché no, non si accontenta di vincere, vuole stravincere, vuole polverizzare i suoi avversari, al punto che ogni volta che qualche istituto di sondaggi comunica semplicemente che lui le elezioni le vincerà, con uno scarto chiaro ma non oceanico nei confronti dei suoi competitori, lui si arrabbia, dice che quel sondaggio è falso e addirittura si inventa un personalissimo istituto di sondaggi che i numeri li vede nella palla di vetro, rifilandolo anche a giornali importanti quali ILSOLE24ORE e a sociologi di grido qual è il professore Roberto D’Alimonte (clicca qui).
E allora, dopo aver confermato l’accordo con l’highlander De Mita che, per intanto a doppiato la boa dei 92 anni, imbarca sul suo transatlantico Mastella, Pocimicino, tanti cosentiniani, tanti ex della scuderia di Giggino a’ purpetta.

Insomma, l’idea che questo qui possa arrivare a sfiorare il 70% non è del tutto peregrina, ma un video come questo non l’aiuta, perché esprime un messaggio chiaro, di facilissima comprensione, anche per il popolo dei non conoscenti. Tutto quello che lui considerava merda nel 2010, siccome si crede Re Mida, ora è diventato oro.
Ma neanche questo video basterà perché, mentre nel 2010 sindaci, assessori, consiglieri, amministratori di condominio, consegnavano i fac-simile dei loro candidati, “aggregati” ai grandi aggregatori di preferenze, schierati allora per il centrodestra, oggi, tutta quella che De Luca considerava monnezza, sta con lui.

Non è importante, e concludiamo, quello che succederà alle elezioni, che si può ben immaginare.

È importante quello che succederà dopo le elezioni, quando questa orda composita di soggetti abituati a stare in politica solo per coltivare interessi personali, si trasformerà in tumulto fragoroso, di mendicanti. Probabilmente un De Luca ormai 71enne, che non dovrà necessariamente riprogrammare nuove elezioni, non li farà neppure entrare alla reception del grattacielo del Consiglio Regionale, men che meno nella porta dello storico palazzo di via Santa Lucia.
Ma questi si agiteranno. Delusi, faranno girare dossier, faranno casini, e la magistratura, che qualche conto in sospeso, oggi ibernato dalla campagna elettorale, con De Luca ce l’ha, si farà viva.