LA STORIA AVERSA. Ha lavorato duro una vita: artigiano paralizzato rischia di morire senza vedere un centesimo della giusta invalidità
7 Agosto 2020 - 16:48
AVERSA – Quella che raccontiamo oggi è la storia di un cittadino aversano, lavoratore instancabile che dopo anni di sacrifici è andato in pensione come artigiano: circa 850 euro al mese, casa di proprietà e moglie casalinga.
A 74 anni quest’uomo ha scoperto di avere la Psp (Paralisi Sopranucleare Progressiva), una malattia neurodegenerativa rara. Pochi mesi dopo era già su una sedia a rotelle.
A quel punto il 74enne ha fatto la visita per richiedere l’indennità di accompagnamento, ma l’Inps, nonostante la diagnosi e anche di fronte all’evidenza che l’uomo si trovasse sulla sedia a rotelle, ha eseguito una serie di valutazioni sulla scorta delle quali gli è stata negata l’invalidità al 100%.
Il 74enne, dunque, ha presentato ricorso.
Da allora sono passati due anni. A giugno 2019, quasi 24 mesi dopo il ricorso stesso, il Ctu del Tribunale di Napoli Nord ha espresso parere favorevole: l’uomo ha diritto al suo assegno di assistenza.
Durante i lunghi mesi di assenza, con il supporto di sua moglie, si è curato autonomamente, con la sua scarna pensione da 850 euro. Il Comune di Aversa non gli ha mai fornito assistenza.
Nel frattempo la malattia ha progredito e l’uomo è finito definitivamente paralizzato a letto. Ad oggi la sua aspettativa di vita è di pochi altri mesi.
La beffa, se così si può definire eufemisticamente, è che tutte queste lungaggini hanno determinato un ritardo tale per il quale, quando arriverà la sentenza e dovrà essere processata dall’Inps, questo cittadino non ci sarà più e l’assegno di assistenza servirà per pagargli il funerale.