LA SVOLTA. Se entro settembre Terra di Lavoro spa non comincia a risanare le decine di milioni di euro di passivo che ha, Giorgio Magliocca la liquiderà e la chiuderà

24 Maggio 2018 - 12:36

CASERTA(g.g.) Fino a settembre. Non un giorno in più. Se il presidente della provincia Giorgio Magliocca darà effettivamente seguito all’approccio avuto sulla situazione a dir poco disastrosa in Terra di Lavoro spa, allora non potrà non trovare appoggio da parte nostra.

Perchè nel momento in cui dice, come ha detto in questi giorni, che un’azienda che perde più di 2 milioni di euro all’anno, che ha bilanci farlocchi, che ha decine e decine di dipendenti amministrativi a non far nulla negli uffici, che ha più gente al protocollo che al banco della reception dove si raccolgono le proteste dei cittadini, che è stata guidata male negli anni, deve essere sostenuto perché sostiene esattamente quello che sosteniamo noi, da quando, sin dall’anno 2011, abbiamo cominciato ad occuparci di questo orribile carrozzone di sprechi e di bassissima mangiatoia clientelare.

Fino a settembre. Se per quel tempo ci sarà un piano di risanamento basato su una ricollocazione delle funzioni dei dipendenti (molto di meno negli uffici e più in strada o negli impianti, a partire dalla piscina provinciale, di proprietà) allora lungo il solco di un piano di risanamento che dovrà collegare le cifre a tempi stabiliti e resi pubblici, si potrà continuare. In caso contrario, si chiuderanno i battenti, com’è giusto che sia visto che un’azienda che perde quello che perde ogni anno Terra di Lavoro spa, va liquidata senza se e senza ma.

Per il momento Magliocca si è accorto di un’altra cosa di cui noi scriviamo da anni e cioè che il funzionario Silvio Sgueglia ha a dir poco fallito la sua mission nell’organizzazione di un  sistema di controlli delle caldaie da cui Terra di Lavoro incassa una miseria, e, aggiungiamo noi, una miseria anche illegale visto che molte letture e molte notifiche di sanzioni sono, come abbiamo dimostrato inconfutabilmente con atti e documenti, illegali.

Ridimensionando Silvio Sgueglia, Magliocca ha dato molti più poteri al direttore Valerio Ruggiero, assunto ai tempi di De Franciscis dentro ad un accordo, chiamiamolo così, bipartisan, tra quel presidente della provincia e Nicola Cosentino che prevedeva la presenza in Terra di Lavoro del cognato di Giovanni Cosentino in una veste di dirigente e della signora Raccuglia proveniente dagli ambienti di Forza Italia di Napoli.

Inutile dire che seguiremo con molta attenzione se alle parole, se ai propositi espressi dal presidente della provincia, seguiranno i fatti.