LE FOTO. Carlo di Borbone e Camilla nella Reggia, rimpiangendo quel matrimonio a loro negato, che Felicori ha invece consentito a “Ivano e Jessica” Ammaturo

6 Novembre 2018 - 12:24

Caserta (Pasman) – Carlo di Borbone – che secondo la linea della dinastia, se ancora regnante, sarebbe il Re di Napoli – e Camilla Crociani – figlia di quello che fu uno dei presidenti di Finmeccanica, Camillo Crociani – convolarono a nozze vent’anni fa, esattamente il 31 ottobre 1998, nella cattedrale di Montecarlo, a fare da testimone Alberto di Monaco.

Come si ricorderà, la scelta del principato monegasco fu per i nubendi un ripiego, poiché avrebbero voluto, per ragioni più che evidenti, sposarsi nella Reggia di Caserta. Possibilità che fu loro negata dal governo per voce dell’allora soprintendente Livio Ricciardi, il quale, dopo aver sentito il parere del Ministero per i Beni Culturali (guidato all’epoca dalla veltroniana Giovanna Melandri), decise di non concedere il monumento per un “uso privato” come sarebbe stato, di fatto, quello del matrimonio.

E correttamente, secondo il nostro marginalissimo punto di vista, ma, soprattutto, secondo quello dei maggiori studiosi d’arte ed esperti culturali.

Furono sfortunati, allora, i Borbone, perché con Mauro Felicori, perfetto interprete della commercializzazione dei nostri beni artistici voluta dalla ri-forma (de-forma) Franceschini, avrebbero potuto realizzare tranquillamente il loro desiderio, come accaduto per il matrimonio Ammaturo, festeggiato, non proprio aristocraticamente, nella Reggia a gennaio di quest’anno.

Quello che allora non poterono le ragioni storiche, affettive, ereditarie o una possibile scelta di liberalità repubblicana, oggi può la ricchezza, la quale è divenuta fattore di aperta discriminazione rispetto ai beni storico-monumentali, attraverso anche i quali, invece, si dovrebbe concretizzare, per il loro carattere pubblico, il principio di vera eguaglianza dei cittadini.

Un bel progresso davvero, per l’allora governo di centrosinistra e per il nuovo, che si dice del cambiamento, ma che, anche riguardo a questo aspetto, si pone in una sostanziale continuità. Per mera petizione di principio avrebbe almeno potuto imporre immediatamente il divieto generale dell’uso del patrimonio d’arte nazionale per finalità non strettamente culturali. E riservarsi la disciplina di casi particolari. Invece tutto tace.

Ma anche questa contraddizione è il segno della mancanza di una autentica politica culturale del Paese, la quale, anziché essere scientificamente fondata, è rimessa ai boiardi di turno, per cui in un tema cruciale qual è quello dell’uso dei beni storico-artistici, come in questo caso, si arriva a cambiare totalmente prospettiva in pochi anni.

Dopo un fine settimana trascorso a Napoli per festeggiare le proprie nozze di porcellana, dei venti anni di matrimonio, tra amici, attività di beneficenza ed iniziative parapolitiche presenziando al teatro Mediterraneo ai festeggiamenti per i 25 anni del movimento neoborbonico, ieri la coppia ha fatto visita alla Reggia di Caserta, dove nella Castelluccia ha piantato una camelia donata al monumento.

Abbiamo inoltre appreso, in qualche comunicato, che i Borbone pare siano anche stati, per fornirsi di abiti, presso un laboratorio di moda che ha da poco realizzato una linea di foulard e cravatte dedicata alla Reggia. E pare ancora che per ciò sia stata necessaria l’organizzazione – così leggiamo – di Teenevents di Donatella Cagnazzo. Sarà pure, ma a noi questo sembra più una forzatura di marketing e spicciolo, poiché non ci pare che gli interessati abbiano necessità, per  inezie così ed a lume di logica,  di tale tipo di intermediazioni.

Offriamo ai nostri lettori alcune foto della visita a Napoli e Caserta degli eredi reali.

La famiglia dei Borbone in posa sullo scalone di parata della Reggia di Caserta.

Assieme ad un gruppo di figuranti nei costumi d’epoca.

La famiglia al teatro Mediterraneo di Napoli, ai festeggiamenti per i 25 anni del movimento neoborbonico.