L’ecologismo di facciata, il peggiore dei mali
20 Ottobre 2021 - 09:30
Scommettiamo che esiste qualcosa di ben peggiore del fenomeno dei cambiamenti climatici dovuto al surriscaldamento globale del pianeta Terra tramite incontrollata emissione di gas serra? Se non ci credete, molto probabilmente è perché non avete ancora familiarità con il termine greenwashing
Esempi da non imitare. Mai.
Aziende che promuovono i loro prodotti definendoli sostenibili, e dunque rispettosi della natura, o che creano siti ad hoc per trasformare i loro brand in brand virtuosi sono solo alcuni esempi di greenwashing, che nulla ha a che fare con le vere pratiche green, come possono esserlo quelle relative alla raccolta della plastica, come la Giornata Nazionale di ‘Plastic Free’ tenutasi il giorno 26 settembre in tutta Italia e in particolare presso la Valle di Maddaloni. Questa bella iniziativa è una delle tante belle iniziative che promuovono quella responsabilità eco-solidale che vede nella Giornata della Terra l’evento più conosciuto. Tuttavia celebrare l’evento più conosciuto il 22 aprile di ogni anno risulta essere un esercizio sterile se non accompagnato da azioni concrete, perché l’emergenza ambientale è presente un po’ ovunque da nord a sud dello Stivale, e il caso Terra dei Fuochi in questo senso è esemplare. Un’azione concreta potrebbe essere quella di condannare tutte le pratiche di greenwashing, non acquistando quei prodotti che inquinano o che comunque incidono sull’aspetto sociale, visto che ogni filiera produttiva è “fatta di persone”. Come consumatori abbiamo dunque un grande potere, un potere da esercitare assolutamente, così da offrire il nostro piccolo contributo per un mondo migliore, mondo migliore che lasceremo alle generazioni che verranno dopo di noi.
Il caso Boohoo
Non potevamo concludere questo articolo senza entrare nello specifico di una di quelle pratiche di greenwashing che dobbiamo tutti insieme condannare. Qui vi proponiamo il caso Boohoo. Boohoo è un’azienda che opera nel settore dell’e-retailing, e che si occupa di vestire a basso costo donne e uomini grazie a capi pensati e realizzati per rispettare il pianeta, o almeno così era quello che cercava di farci credere attraverso l’hashtag #forthefuture utilizzato per condividere post sulla carta estremamente virtuosi. Ben presto si è scoperto però che l’abbigliamento proposto conteneva piccole quantità di poliestere riciclato, materiale che non rispetta affatto il pianeta, obiettivo sostenuto a più riprese da parte di Boohoo. Ecco a voi uno dei tanti volti che può assumere quel fenomeno chiamato greenwashing.