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MARCIANISE, ecco la dimostrazione. Il sindaco Velardi non conosce nulla, né dei soldi ministeriali che potrebbero bonificare panettoni e discariche e neppure della procedura già attivata con Invitalia per Santa Veneranda

19 Gennaio 2021 - 13:13

MARCIANISE – La mozione firmata dai 9 consiglieri comunali della minoranza, potrà anche essere il contenitore di un cumulo di sciocchezze, in pratica una discarica di scemenze che si occupa di discariche di monnezza materiale, ma meriterebbe quantomeno che a tale verdetto si arrivasse attraverso una confutazione testuale.
Non per ritornare sempre sulle stesse contestazioni, ma i cittadini di Marcianise si aspettano, ora che il sindaco Antonello Velardi ha più tempo a disposizione, essendo stato licenziato per giusta causa dal suo posto di lavoro, che mostrasse un po’ più di dedizione alla causa dello studio, che è roba ben differente dagli slogan o dalla lettura superficiale di una legge dello Stato o di una legge regionale.
Se un cittadino, infatti, può accontentarsi della sintesi proposta da un giornale, magari paragonandola a quella offerta da un giornale diverso in modo da confrontare e/o integrare quella che resta comunque una infarinatura, un sindaco, peraltro con la pretesa autoreferenziale di uomo di cultura, qual è quello di Marcianise, quando parla al popolo non deve far leva sul fatto che questo, non conoscendo gli argomenti e i temi, possa stare lì assorto, accontentandosi del semplice rumore delle parole.
Noi, che andiamo avanti coltivando la passione positivista, riteniamo che l’argomento bonifiche nel Comune di Marcianise debba rappresentare una priorità tanto stringente da meritare quantomeno una conoscenza dei fatti ben superiore rispetto a quella che Antonello Velardi ha dimostrato di avere nelle sue ultime esternazioni.
Per una volta, poi, l’opposizione non è ricorsa a nessuna accentuazione polemica e retorica.
La mozione, che potete leggere in calce, dice due cose molto semplici. Con la prima si notizia il consiglio comunale sull’esistenza di un decreto ministeriale del titolare del dicastero all’Ambiente Costa, il quale, lo scorso 2 gennaio, sulla scorta dell’approvazione della legge di Bilancio e dei suoi elementi complementari, ha stanziato 105 milioni di euro da utilizzare per la bonifica dei cosiddetti “siti orfani”.
Orfani di che cosa?
Dell’inserimento, all’interno, dei grandi programmi di bonifica già finanziati negli anni, relativi a siti più grandi e importanti. Ancor più impattanti.
Ora non stiamo qui a rimuginare sui motivi per cui il cosiddetto panettone di Santa Veneranda, di cui si parla da più di 20 anni, non abbia incrociato, fino a qualche tempo fa, una procedura che scevra da intoppi, ritardi e altre diavolerie burocratiche, abbia condotto alla dovuta bonifica dei luoghi e alla rimozione di rifiuti tra i quali ci potrebbero essere persistenze pericolose per la salute.
La seconda cosa che i consiglieri di opposizione affermano collega tecnicamente lo strumento da essi utilizzato, cioè la mozione, alla proposta di una direzione di marcia.
In poche parole, siccome questi 105 milioni di euro sono stati già ripartiti nell’allegato del decreto ministeriale e alla Campania sono stati assegnati 12 milioni e 600mila euro, stanziamento secondo solo a quello ricevuto dalla Sicilia (sempre in calce all’articolo l’elenco integrale della citata ripartizione), allora come si suol dire, in campana, l’amministrazione comunale, che esprime se stessa attraverso gli atti del sindaco, della giunta e dei dirigenti, non si faccia trovare impreparata e, sin da questi giorni, prepari una mappatura precisa, consistente, leggibile, che da Santa Veneranda in giù contenga tutti i siti della città divenuti ricettacolo di rifiuti quali discariche abusive.
Con una citazione particolare a quello, prospiciente al velodromo e localizzato in zona dedicata allo sviluppo di strutture sportive, peraltro non lontano da Santa Veneranda, che avrebbe dovuto ospitare la piscina e che fu scartato proprio perché, dai saggi effettuati, risultò l’esistenza di significative quantità di rifiuti sospetti.
Se un uomo è consistente, culturalmente, è in grado di costruire una battuta nei confronti dei suoi avversari politici. È in condizione di togliersi uno o più sassolini dalla scarpa, se ritiene di averli, ma questa attività non può non partire dalla valutazione testuale sul tono di una mozione che non entra mai in polemica con Velardi e con la sua amministrazione. Ma soprattutto, un uomo di cultura riesce a prendersi lo sfizio della battuta essendoselo meritato, cioè dopo aver dimostrato all’opposizione e alla cittadinanza di saperne molto di più sull’argomento.
Ora, chiamato a discutere di questa mozione, ci spiega Velardi cosa c’entra il riferimento ad una non meglio precisata procedura realizzata dalla sua prima amministrazione comunale per intercettare risorse, peraltro non quantificate, che darebbero corpo e stura ad una gara d’appalto europea gestita non dal Comune di Marcianise, bensì direttamente dal governo, attraverso Invitalia, cioè un’agenzia governativa italiana costituita come società per azioni e partecipata al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze, il cui capitale è dunque completamente nelle mani dello Stato.

Vabbè, abbiamo capito che Velardi non ha neppure letto la mozione dell’opposizione. E abbiamo capito che non conosce neppure di striscio l’esistenza del decreto ministeriale del 2 gennaio che pure reca la firma di quel ministro Costa rispetto al quale ha sempre tenuto a far sapere di stare come la pappa con la ciccia, come il culo con la camicia.
Non lo conosce, perché altrimenti, se uno ti fa una domanda sulla mozione, il sindaco non può rispondere parlando di altri finanziamenti che tra le altre cose neppure conosce, perché non è in grado di informare i cittadini sull’importo, sul tipo di intervento, sui tempi di una gara europea che, sempre facendo leva sulla poca conoscenza collettiva di queste cose, lui fa quasi capire che sia frutto di una scelta discrezionale da parte della sua amministrazione comunale, indicando la ragion d’essere in una ancora una volta non meglio precisata (questo non sa un cavolo di quello che dice) “complessità procedurale” quando un geometra impiegato al Comune più piccolo della provincia di Caserta ben sa che il requisito fondamentale previsto nel Codice degli Appalti per bandire una gara europea, l’unico realmente cogente, è quello rappresentato dalla base d’asta e da una soglia che viene poi modificata spesso, anche anno per anno in qualche circostanza.

È la soglia che determina obbligatoriamente il ricorso alla cosiddetta gara europea, cioè aperta a imprese registrate in tutti i Paesi dell’Unione.

Quella del 2020 è di 5.350.000 euro, frutto di un abbassamento di 200mila euro dai 5.548.000 euro vigenti fino alla fine del 2019.

Non sappiamo quanto inciderà il milionesimo nostro articolo dedicato all’attività di confutazione esercitata esclusivamente sui contenuti di ciò che il sindaco di Marcianise Antonello Velardi afferma (si fa per dire) ma noi questo sappiamo fare. Questa formazione culturale abbiamo avuto, e purtroppo siamo disadattati rispetto a un contesto in cui la superficialità delle conoscenze della classi dirigenti è il primo e principale motivo di ogni nostro sottosviluppo.

 

IL DOCUMENTO DELL’OPPOSIZIONE: mozione siti orfani.docx