MARCIANISE. Roba da pazzi: il sindaco Velardi ritiene che il potere di chiudere tutto alle 14 gli derivi dall’articolo 50 del Tuel. Ecco perché non è assolutamente così

23 Marzo 2021 - 13:45

La lettura dell’ordinanza ci induce a intervenire ancora su questa vicenda surreale

 

 

MARCIANISE – La vicenda che il sopruso che il sindaco di Marcianise sta consumando ai danni dei commercianti e delle attività del terziario locali, merita sicuramente questa sorta di live, quand’anche diluito, che stiamo facendo da 24 ore a questa parte.
Leggendo e rileggendo l’ordinanza abbiamo capito dove il sindaco Velardi sia andato a prendere la potestà per chiudere tutto dalle 14 in poi, andando a regolare anche l’apertura dei supermercati, agendo come nessun altro sindaco ha agito da un anno a questa parte.
Nella narrativa dell’ordinanza si fa riferimento all’articolo 50 del TUEL, il Testo Unico che raccoglie parte delle leggi relative all’ordinamento degli Enti Locali.
In pratica, si tratta del riconoscimento formale della funzione sindacale di massima autorità sanitaria del Comune che amministra.
“In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”.
Prima di scomodare il corredo testuale di provvedimenti amministrativi e legislativi che, durante quest’anno, hanno regolato la materia delle competenze istituzionali in relazione all’emergenza Covid, un rapido cenno relativo alle parole contenute dentro a questo articolo 50.

L’emergenza sanitaria o il problema di igiene pubblica, presupposto della potestà di ordinanza di un sindaco, devono avere “carattere esclusivamente locale”.
Ecco perché noi consigliavamo costruttivamente una strada che Velardi avrebbe potuto seguire: recarsi dal governatore De Luca, convincerlo del carattere e-s-c-l-u-s-i-v-a-m-e-n-t-e locale di un problema specifico, originale, non riscontrabile nelle dinamiche normative che fronteggiano il Covid con limitazioni e divieti contenuti in decreti e leggi dello Stato.
In quella maniera l’obiettivo di poteva raggiungere ugualmente perché De Luca, di fronte alla eccezionalità del caso Marcianise avrebbe potuto utilizzare i suoi poteri, che le leggi anti-covid gli attribuiscono, per assumere le cosiddette misure più restrittive rispetto a quelle incorniciate dalla zona rossa.
Ma qual è il carattere esclusivamente locale della situazione di Marcianise?
Per quel che riguarda le percentuali dei contagiati sui tamponi effettuati siamo su cifre alte, comunque in linea con quelle dell’intera provincia.
Chiaro che siccome si tratta di una città di 40mila abitanti il numero assoluto conta poco rispetto a quello relativo della percentuale.

Per cui, dove sta questa eccezionalità? Per caso negli assembramenti che effettivamente si registrano spesso davanti ai bar che, da parte sua, viola o elude le norme, somministrando bevande ed altro all’interno e non da asporto?

Questo non è un fatto eccezionale, perché le abbiamo visti tutti le immagini delle trasgressioni.

Si tratta di una questione di ordine pubblico, dunque il sindaco avrebbe tutto il diritto, anzi il dovere, di fare quello che è nei suoi poteri per reprimere le violazioni di legge. Lì sì che potrebbe mettersi lui stesso a fare le ronde, allertando le forze dell’ordine di qualsiasi genere in modo che queste intervengano e sanzionino.

Colpire in maniera generalizzata tutte le attività, oltre che illegale, rappresenta una iniquità da voltastomaco, perché in questa maniera tutti pagano a causa delle violazioni di qualcuno.

Per cui, se fosse stato realmente applicabile l’articolo 50 del Tuel come strumento in grado di determinare, in un contesto in cui altre leggi si sono sovrapposte, nella cornice di uno stato d’emergenza formalmente dichiarato, anche altri sindaci avrebbero fatto quello che ha fatto Velardi, tagliando la testa al toro rispetto alle proprie intenzioni nel momento in cui, in maniera delirante, scrive che la sua ordinanza “aggiorna e supera le disposizioni nazionali e regionali”.

Perciò da un lato cerca nell’articolo 50 l’impossibile appiglio giuridico per giustificare l’ordinanza, dall’altro lato esprime la verità del suo delirio politico-istituzionale auto-esaltandosi, davanti alla ordinanza da lui firmata, e, alla maniera di Nerone e di Caligola, la considera una definizione legislativa.

Perché se un’ordinanza del sindaco “aggiorna e supera le disposizioni nazionali e regionali”, vuol dire che il sindaco può legiferare.