MARCIANISE. Secondo ribaltone, tutto fatto: Zannini entra ufficialmente in maggioranza con Filippo Fecondo, i Barbarano e il maxi business dell’ex Siemens. Il sindaco? Specchio delle mie brame

21 Marzo 2024 - 13:34

Lo hanno chiamato incontro sui programmi, Nicola Russo e Salvatore Raucci hanno negato di essere entrati in maggioranza, ma è tutto falso.
Il sindaco ci attacca ma non ha gli attributi di fare nomi e cognomi, parificandosi in tutto e per tutto al suo predecessore Antonello Velardi

MARCIANISE (G.G.) – Ribaltone abbiamo annunciato e ribaltone sarà.
Ovviamente con il condimento un po’ penoso delle solite chiacchiere, quelle esposte in una sorta di conferenza stampa in cui l’attuale sindaco Trombetta, percorrendo pedissequamente le orme del suo predecessore Antonello Velardi, ha accusato chi l’accusa, cioè noi, senza avere il coraggio e gli attributi di fare nomi e cognomi e senza rispondere neppure ad un’oncia delle domande da noi formulate in maniera chiara relativamente a fatti amministrativi in cui lui, senza se e senza ma, sta avallando comportamenti che incastrare nella categoria della semplice malamministrazione è già una grande concessione di generosa disponibilità da parte nostra.


Non ha risposto sui concorsi, non ha risposto su 8-9 mesi di concessioni edilizie fatte letteralmente scomparire dalla coppia costituita dal vicesindaco Pasquale Salzillo e dall’architetto Angelo Piccolo, non ha risposto sul tradimento del mandato democratico operato da consiglieri comunali eletti da una parte e trasformatisi in stampelle al servizio della sua vanità di anziano signore marcianisano che la mattina non crede ai suoi occhi quando si guarda allo specchio bardato da una fascia tricolore.


Non ha risposto a nulla Antonio Trombetta.


Non ha risposto alla brutta vicenda da noi esposta sulla concessione edilizia al signor Blucar, cognato del primo ribaltonista Arcangelo Pratillo, che oggi lo sostiene pur essendo stato eletto in appoggio a Lina Tartaglione e che si gode quel cartello che consentirà a suo cognato di allargare la rivendita delle auto dove nuova volumetria non ci sarebbe potuta essere, si gode ancor di più quel cartello in cui campeggia il nome di Pino Riccio come direttore dei lavori e responsabile della sicurezza del cantiere, si gode la vista di quella Bmw da 100mila euro che nel novembre scorso era ancora di proprietà di Blucar ma a disposizione piena di un componente della famiglia dell’architetto Angelo piccolo, che quel permesso a costruire ha firmato.


Un sindaco che non ha gli attributi di fare nomi e cognomi di chi lo attacca quando noi, gente di altra pasta, ci mettiamo la faccia giorno per giorno, un sindaco che pur di rimirarsi allo specchio fa passare ogni nefandezza, un sindaco che promuove oggi il secondo ribaltone, un sindaco che, nonostante il grave pronunciamento dell’antitrust sul Consorzio Idrico e sulla sua truffaldina gemmazione dell’Itl Spa, non dice una parola, anzi chiude con l’ingresso in maggioranza di Nicola Russo, un sindaco che riceve a braccia aperte in più occasioni Filippo Fecondo, dominus di un’operazione a dir poco borderline come quella dei Barbarano all’ex Siemens, un sindaco che accoglie in maggioranza Salvatore Raucci, eletto nel centrosinistra anche grazie ai voti di Filippo Fecondo, che una volta diceva di essere un uomo di sinistr,
beh un sindaco come questo va combattuto senza se e senza ma.
Fino ad oggi abbiamo scherzato ma francamente quello che ha detto nell’incontro di ieri merita un trattamento speculare a quello che ha ricevuto da questo giornale Antonello Velardi.


Per quanto riguarda Nicola Scognamiglio e la moglie Maria Luigia Iodice, chi scrive questo articolo è stato costretto a bloccarli sul cellulare.
Sono stufo delle balle dello Scognamiglio che fino all’ultimo ha continuato a dire che lui non avrebbe mai accolto Giovanni Zannini in maggioranza e che oggi applaude di fatto il secondo ribaltone con l’ingresso di Nicola Russo, uomo di Zannini a 360°.
Francamente questa amministrazione, che abbiamo contribuito in maniera decisiva a determinare, cancellando letteralmente dai nostri racconti elettorali la figura di Lina Tartaglione, è una vera schifezza.


Un coacervo di piccoli e grandi interessi con un sindaco surreale che sembra appartenere ad un romanzo di Gogol in cui, come personaggio, porta avanti una struttura di comportamenti totalmente astrusi, disancorati dalla realtà sostanziale, di cui non è succube, ma è comparsa autentica pur ritenendo di esserne protagonista.