Maxi rissa al Panart con il rampollo di Sandokan, ma i proprietari della discoteca non hanno visto nulla

15 Maggio 2024 - 20:17

I titolari del locale di Carinaro ascoltati oggi dal giudice.

CASAL DI PRINCIPE/CARINARO/ LUSCIANO. Due titolari del Panart di Carinaro hanno negato di aver visto gli otto imputati darsela di santa ragione quella sera del settembre del 2017 in cui avvenne la maxi rissa nella quale rimase coinvolto il figlio di Francesco Schiavone Sandokan, Ivanhoe Schiavone. Per i due, ascoltati oggi dal giudice monocratico Giorgia Formisano, “sotto i loro occhi nessuno si è picchiato”.

Nessun testimone ascoltato oggi ha parlato di colluttazioni in cui erano coinvolti gli imputati Ivanhoe Schiavone (che rimase ferito alla gamba), Luigi Bianco, Gianluca Maiorica, residenti tra Casal di Principe, Trentola Ducenta e Lusciano, e Giuseppe Iacolare, Vincenzo Palumbo, Pietro Falco, Giuseppe Ventre e Cristiano Baiano, provenienti dal comune di Marano.

Ad essere accerchiato fu proprio Ivanhoe Schiavone, mentre il maranese Vincenzo Palumbo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, venne ferito ad un occhio.

Nel collegio difensivo Onofrio Fioretto e Anna Catapano, mentre il rampollo degli Schiavone è seguito dall’avvocato Nicola Caterino.