Maxi truffa sui bonus edilizi, crediti inesistenti per 23milioni di euro: TUTTI I NOMI dei 6 indagati nel casertano

11 Maggio 2023 - 15:55

Chiuse le indagini preliminari

CASERTA – Sono 52 gli indagati coinvolti nella maxi inchiesta della procura della Repubblica di Perugia su una presunta truffa sul superbonus 110%. Tra le persone coinvolte risultano sei indagati della provincia di Caserta: Daniele Praticò, 54 anni di Caserta; Maria Rosaria Della Morte, 23 anni di Maddaloni e residente a Sant’Agata de’ Goti; Francesco Lettieri, 48enne di San Felice a Cancello; Antonia Monaco, 34enne di Caserta; Gennaro Chianese, 37enne di Aversa residente a San Marcellino; Tommaso Pagano, 65 anni di Casal di Principe. Sotto indagine anche la società Modena Service con sede a Frignano di cui è legale responsabile il 23enne Giuseppe Di Chiara. 

Secondo la Procura, Vincenzo Rambone, 61enne napoletano, in qualità di amministratore unico della società Edil Mec avrebbe comunicato all’Agenzia delle Entrate l’acquisto di falsi crediti fiscali per circa 23 milioni di euro per lavori edilizi di ristrutturazione mai eseguiti. Successivamente i crediti sarebbero stati ceduti: 6 milioni alla Ps Phone – Service Tecnology del casertano Daniele Praticò; 1 milione alla maddalonese Maria Rosaria Della Morte, 1 milione per il sanfeliciano Francesco Lettieri.

Sotto indagine anche la società Modena Service di Frignano che avrebbe acquistato crediti fiscali per 29 milioni di euro,

ritenuti falsi in quanto incassati per lavori edilizi che non sarebbero stati mai eseguiti, cedendoli poi a terzi tra cui 265mila euro alla Gold srl di cui è amministratore unico Tommaso Pagano. Infine la posizione di Antonia Monaco che in qualità di amministratore unico della Microtech avrebbe acquistato crediti d’imposta fittizi per cederne una parte a Poste Italiane per un importo di 490mila euro e conseguendo un ingiusto profitto di 406mila euro. Quest’ultima è inoltre accusata di autoriciclaggio in quanto avrebbe simulato operazioni commerciali trasferendo il denaro ad altre società al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza.