Pen drive scomparsa dal covo del boss Zagaria, ricorso in Appello per il poliziotto condannato a 6 anni

12 Ottobre 2023 - 18:03

Lo scorso giugno la sentenza del tribunale di Aversa-Napoli Nord.

CASAPESENNA. Lo scorso 27 giugno Oscar Vesevo, il poliziotto accusato di aver fatto sparire una pen drive nel corso dell’arresto del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, nel covo di via Mascagni a Casapesenna, è stato condannato a 6 anni e due mesi di reclusione (quattro anni e sei mesi per peculato ed un anno e 8 mesi per truffa). 

Oggi, l’avvocato Giovanni Cantelli, difensore di Vesevo, è pronto a ricorrere in appello contro quella sentenza. Per Vesevo, i giudici del tribunale di Aversa-Napoli Nord, avevano già escluso l’aggravante mafiosa. Cantelli, che ha già fatto assolvere l’ex poliziotto dall’accusa di corruzione – per la presunta richiesta di 50mila euro in cambio della pen drive che avrebbe contenuto i segreti del boss – e dal reato di accesso abusivo ai dati informatici, punta ora a smontare la testimonianza di Rosaria Massa, proprietaria, insieme al marito, dell’appartamento in cui si nascondeva il boss, la quale riferì che il giorno della cattura di Zagaria vide Vesevo prendere la pen drive. Per l’avvocato, infatti, la Massa non è mai stata attendibile. La donna, secondo Giovanni Cantelli, non avrebbe mai potuto vedere Vesevo prendere quella pen drive, poiché la moglie di Vincenzo

Inquieto, nipote di Zagaria, ritenuta colei che si occupava di comprare i viveri per il boss, sarebbe stata costantemente scortata da agenti, ovvero quegli stessi agenti che non avrebbero visto Vesevo prendere la pen drive.