PNRR BARZELLETTA. Ecco come S.MARIA, CURTI E SAN TAMMARO creano la loro stazione appaltante e si aggiudicano gare da 3 MILIONI
23 Ottobre 2024 - 12:03
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Può una buona legge trasformarsi in qualcosa di simile ad una barzelletta? Sì. Ed è avvenuto in provincia di Caserta, dove il ruolo delle centrali di committenza e delle stazioni appaltanti nelle procedure finanziate dal PNRR è stato completamente travisato.
La norma prevedeva che per le gare di appalto per lavori e servizi lautamente finanziati dall’Unione Europea, nel progetto di crescita economica dopo il disastro covid, i comuni dovevano per forza affidare le procedure di gara alle stazioni appaltanti più importanti: il comune capoluogo, la provincia di Caserta e centrali di committenza che uniscono comuni.
Una buona idea, nata con l’obiettivo di far gestire queste procedure da milioni di euro a grandi strutture e per fare in modo da evitare localizzazioni e brutte tentazioni negli uffici tecnici dei comuni.
Le amministrazioni casertane in questi due anni si sono tenute distanti dal comune capoluogo e, visto le ultime vicende, forse
Come ultime, poi, restano le centrali di committenza come l’Asmel e la Cuc Nolana, sulle quali glissiamo per carità di patria.
Ma ci sono comuni che sono riusciti, a nostro avviso, a rendere questa idea buona del legislatore qualcosa al limite di una boutade.
È il caso della stazione appaltante creata nel dicembre 2022 dai comuni di Curti, San Tammaro, ma soprattutto Santa Maria Capua Vetere.
Vero, gara di cui leggerete è di un anno fa – siamo arrivati in ritardo -, ma si tratta di una procedura che ha tutte le caratteristiche per spiegare cosa sia andato storto nell’utilizzo dei fondi europei in Terra di Lavoro.
Come può essere credibile una stazione appaltante che ha all’interno un comune di importanza primaria come Santa Maria e altre due cittadine, paesi limitrofi? Come si può evitare quella localizzazione delle procedure se i comuni che partecipano alla stazione appaltante sono tre e tutti uniti in pratica da una sola strada?
Ecco, allora, che il principio delle stazioni appaltanti, previste dalla norma viene totalmente disatteso. In pratica, fatta la legge, trovato l’inganno.
Questa centrale di committenza della Nazionale Appia ha gestito, ad esempio, nel settembre 2023, la gara d’appalto, finanziata dal PNRR, con 3 milioni e mezzo di euro, la rifunzionalizzazione e l’ampliamento del cento sportivo di via del Lavoro.
Una gara con base d’asta, ovvero la somma che può essere ribassata, pari a 2 milioni e 591 mila euro.
Il comune di Santa Maria Capua Vetere affida nel giugno 2023 la verifica del progetto esecutivo a Maurizio Mazzotti, un vero leader maximo nella città del Foro, di cui è stato ex dirigente comunale, imprenditore dei bar a Caserta, più volte indagato ma uscito sempre intonso dalle inchieste.
Nella determina di un anno fa a firma del dirigente Gennaro Riccio, scopriamo che 10 ditte vengono invitate dal comune sammaritano, facoltà che i comuni hanno per ridurre i tempi (e i concorrenti) nelle procedure d’appalto.
E come sempre avviene con le stazioni appaltanti, quando si invitano 5/10 ditte, ne rispondono meno della metà. In questa occasione, infatti, mandano la loro offerta solo la Nuovo Centro Edile, la Scalzone Costruzioni e la TMC.
Quest’ultima impresa, con sede a Napoli, verrà poi esclusa, avendo uno dei professionali tecnici partecipato al progetto.
E a decidere ciò sarà la commissione di gara, il cui presidente è l’architetto Gennaro Riccio, ovvero il dirigente del settore dei Lavori Pubblici del comune di Santa Maria Capua Vetere.
Ma in quale stazione appaltante l’ente che bandisce la gara è comandato da chi gestirà la procedura? Ecco che il principio di maggiore distacco tra il comune e la centrale di committenza, obiettivo della legge sulle gare PNRR, va a farsi benedire all’ombra dell’Anfiteatro.
Restano così due ditte in gara e l’offerta migliore è quella della Scalzone Costruzioni.
L’impresa di Luigi Scalzone, 50enne che abita a Casagiove, ma con sede sociale nell’area industriale di Carinaro, raggiunge il punteggio perfetto: 100 su 100, figlio di un ribasso dell’11%, che porta l’offerta economica a 20 punti, e 80 punti sull’offerta tecnica.
Ecco come a Caserta il PNRR, tra centrali di committenza che aggiudicano gare senza concorrenti o quasi e ditte in odore di camorra che prendono quattrini come se piovesse, è diventato una vera barzelletta.