Ad Script

S.MARIA C.V. Mirra vuol epurare l’Asi dalla città. Perchè vi stupite? Vi spieghiamo perchè tutto torna

19 Luglio 2018 - 19:22

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Onestamente, non comprendiamo chi si stupisce del fatto che il sindaco Antonio Mirra abbia, improvvisamente e inopinatamente, maturato la convinzione che la sua città, a suo tempo una delle prime ad entrarvi, debba uscire dal consorzio che gestisce gli insediamenti delle aree industriali, meglio conosciuto come Asi.

Sarebbe interessante conoscere direttamente dal sindaco le motivazioni, però, noi che Santa Maria la conosciamo bene e abbiamo ancora nitida memoria storica di certe cose possiamo provare, un pò cazzeggiando, un pò no, ad illustrare i veri motivi.

Santa Maria Capua Vetere è una città molto seria. Le sue politiche di governo, infatti, non sono mai state frutto di estemporaneità, di improvvisazione, ma sono uscite fuori da una elaborazione culturale tanto serrata da costituire una vera e propria dottrina. 

E così la dottrina Mazzotti ha generato tutto quello che, a nostro avviso, di criminale e criminogeno c’è nell’area di via Martiri di Nassirjya dove tra poco arriverà anche Gianni Morico e così siamo a posto.

E non vi venga in testa di affermare che l’uso delle parole criminale e criminogeno sia sopra le righe. Perchè le porcate che si stanno verificando con l’apertura di bar e ristoranti sono esattamente il contrario di ciò che il Tar, mai appellato dai ricorrenti, ha definitivamente sancito. E cioè che lì ci possono essere strutture che esplichino una funzione diretta, chiara, di tipo pubblico. Senza estensione concettuali, senza stravaganze.

L’altra dottrina, da cui poi sono venute fuori scelte amministrative ugualmente importanti, è la dottrina Califano. L’ha ordinata e definita il dirigente della Regione Campania, ora in pensione, il quale quando infuriava la polemica tra i difensori di quello che era scritto a chiare lettere nel Prg per quanto riguarda la destinazione d’uso dell’area dell’ex tabacchificio e coloro i quali volevano farci speculazioni sopra, se ne uscì con un parere che attraverso l’uso di un abile arzigogolo, rendeva a suo dire utilizzabili quelle aree anche per l’insediamento di strutture commerciali, che effettivamente poi furono edificate, nonostante una gragnuola di sentenze del tar ma anche del consiglio di stato stavolta che affermavano stavolta l’impossibilità di impiantare negozi e supermercati ai lati di via Galatina. 

Dunque, ragionamento semplice: Antonio Mirra è il marito della figlia di Califano, per cui quando si siedono a tavola, nelle feste comandate, si è culturalmente contaminato col pensiero del suocero. E siccome Mirra non è un tipo molto sottile, si è entusiasmato a tal punto da dire ai suoi che pretende un voto in consiglio comunale affinchè Santa Maria Capua Vetere esca dall’Asi. Perchè che cavolo ci deve stare a fare nell’Asi una città che nelle aree industriali, vedi anche il caso, per ora abortito, sempre per effetto di sentenze del tar e del consiglio di stato, dell’ex Italtel, ha deciso che ci siano solo insediamenti commerciali? Il discorso quindi torna.

Ora quei consiglieri di maggioranza che durante la riunione della commissione attività produttive hanno in pratica votato contro all’impostazione liquidatoria del sindaco, adesso che cosa faranno? Avranno la forza di imporre la loro posizione ad Antonio Mirra? O faranno una figura barbina auto sconfessandosi in consiglio con un voto diverso, opposto, rispetto a quello espresso in commissione?

Staremo a vedere.