S.MARIA C.V. PAZZESCO. La preside della scuola Principe di Piemonte si rifiuta di adempiere al decreto Tar e non fa entrare i terapisti dei bambini autistici. CAOS E POLIZIA
30 Settembre 2020 - 10:21
Il provvedimento era stato regolarmente notificato alla dirigente, si va verso una denuncia penale. A questo punto è auspicabile un intervento della Prefettura e dell’Ufficio scolastico provinciale
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Secondo la ricostruzione dei genitori dei bambini autistici che seguono il metodo ABA, finanziato dal Servizio sanitario nazionale attraverso l’Asl e la Regione Campania, e frequentano la scuola Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere, stamattina sarebbe successo letteralmente di tutto. La preside Rosa Petrillo, nonostante il decreto del presidente del Tar di Napoli che le ordina di ripristinare l’intero servizio di assistenza a favore dei bambini, si sarebbe ancora una volta rifiutata di far entrare all’interno della scuola i terapisti, autorizzati dal SSN, cioè dal governo, sempre attraverso Asl e Regione Campania.
Insomma, per la Petrillo questi terapisti sono sempre degli estranei rispetto alle procedure covid. I genitori, letteralmente furiosi, hanno allertato il commissariato di Polizia che ha proceduto a constatare l’accaduto.
Convincerla ad assimilare i terapisti che devono assistere necessariamente i bambini in colasse, così come previsto dai protocolli internazionali del metodo ABA, a cui il Servizio sanitario nazionale, dunque il governo, sempre attraverso (e sono 3) l’Asl e la Regione, è inderogabilmente vincolato. In poche parole, i terapisti devono sottoporsi agli stessi esami di prevenzione per il covid a cui sono stati sottoposti i professori. Se non l’hanno fatto, potrebbero farlo in giornata, chiudendo già domattina questa incresciosa vicenda. Inutile fare ulteriori polemiche, perché qui di mezzo c’è la salute di bambini fragilissimi. Poi, se anche davanti ad una mediazione di questo tipo, la dirigente Petrillo dovesse continuare nel suo atteggiamento, ci troveremmo di fronte ad un caso tipico di eversione, visto e considerato che solo in tal modo può essere valutato il rifiuto di adempiere ad un decreto, regolarmente notificato, dell’autorità giudiziaria.