PAZZESCO: ecco come una preside casertana ha impedito ai bambini autistici di ritornare in classe nella sua scuola. Durissima decisione di revoca del Tar

28 Settembre 2020 - 20:59

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Se l’atto è sicuramente spregevole e indubbiamente frutto di un interpretazione cervellotica delle norme anti-covid, siamo altrettanto sicuri  che chi quell’atto ha firmato, non sia affatto una persona spregevole e neppure cervellotica.

Anzi, è probabile che il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Principe di Piemonte di S.Maria Capua Vetere, Rosa Petrillo, sia un buon preside, in grado di far funzionare bene la sua scuola.

E allora, che cosa ci può essere in un processo amministrativo, in una decisione sconcertante come quella assunta dalla Preside Petrillo nel momento in cui ha impedito l’attivazione della fondamentale didattica erogata a favore di bambini autistici, appartenenti al programma Asl articolato nel metodo Aba?

Non è stato frutto di  cattiveria, ne siamo certi, ma di  quell’impasto di burocratismo che connota le mosse della maggior parte di coloro che svolgono funzioni dirigenti nella nostra Italia.

Capita, al riguardo, e il più delle volte, che questi dirigenti si  rifugino in una sorta di  ridotta nella quale, applicando una sorta di autodifesa passiva, si interpretano le norme in maniera errata, mentre si pensa di applicarle in maniera rigorosissima, in modo tale da non” passare guai”. Tutto ciò accade, non tanto per una questione di temperamento, per un fatto di pusillaminità, ma per effetto di un deficit di cognizione e di  preparazione che induce il dirigente in questione ad attenersi a forme draconiane di applicazione delle norme in modo da tenersi lontano, come già scritto prima, dai guai e dalle chiamate di responsabilità.

Ma se un dirigente è tale e  per questo  guadagna molti più soldi di normale impiegato, di un professore, di un bidello, di un operaio è perché deve essere più preparato, adeguato alle decisioni che è chiamato ad assumere e che incidono sull’esistenza di tante famiglie.

Non ti deve quadrare l’idea che ti sei fatto delle norme anti-covid che impedirebbero, secondo quello che tu hai capito caro dirigente, ai bambini afflitti da disturbo dello spettro autistico di frequentare la scuola com’è loro pieno diritto.

Non puoi non capirlo;

non puoi non sapere che c’è una Costituzione, la quale sancisce diritti fondamentali come questo e anche come quello, ugualmente cruciale. alla salute,di tutti i cittadini, nessuno escluso,  regolato dall’articolo 32.

D’altronde, se il metodo Aba prevede tre segmenti, di cui uno fondamentale trascorso ogni giorno a scuola, in classe con gli altri bambini,  se ciò è garantito da norme del diritto pubblico di tipo amministrativo, parimenti a ciò che viene garantito a qualsiasi altro studente, vuol dire che lo Stato, direttamente per gli studenti ordinari, indirettamente, invece, attraverso le Regioni e le Asl, per gli studenti che necessitano di assistenza, ha messo insieme tutti e due i diritti che esprimono esattamente la stessa cifra.

Un dirigente scolastico, glielo diciamo accoratamente dottoressa Petrillo, non è un anello estraneo a questa catena di potestà e di organizzazione pubbliche.

Ne è parte integrante, senza se e senza ma. E allora, da fondamentale anello della catena attraverso cui lo Stato, intervenendo,   lo scriviamo per la terza volta in modo da fissarlo nella testa dei nostri lettori,  direttamente attraverso gli uffici scolastici regionali e provinciali, cioè gli ex provveditorati agli studi, e indirettamente attraverso le regioni e le Asl, dicevamo alla luce di questo, come le è venuto in testa di definire “estranei” gli operatori che assistono in classe, in nome e per conto dell’ASL, dunque in nome e per conto della Regione Campania, dunque, e sono 4, in nome e per conto dello Stato Italiano, da cui lei parimenti dipende, e di conseguenza assimilarli ad un passante qualsiasi che entra per caso nel perimetro della sua scuola e, dunque, da vero estraneo può diventare potenziale vettore di contagio?

Quell’operatore che assiste il bambino autistico svolge un’altissima funzione pubblica, esattamente come la svolge lei, signora preside, insieme ai suoi docenti. E non per riconoscimento morale e informale, ma perché quell’operatore sta lì per adempiere ad una missione ordinatagli dallo Stato.

Dunque, non è un estraneo, un passante, ma la sua funzione è, per simmetria istituzionale, a quella di un qualsiasi professore. Se allora il protocollo covid ha previsto che i docenti debbano sottoporsi ai test ematici, ed eventualmente ai tamponi, la stessa cosa dovrà avvenire per gli operatori Aba. Sembra un fatto ovvio, ma evidentemente dalle nostre parti nono lo è.

Va da sé che il brillante ricorso presentato dall’avvocato amministrativista casertano Luigi Adinolfi in nome e per conto di tre genitori, i cui nomi ovviamente abbiamo oscurato nei documenti che pubblichiamo in calce a quest’articolo, sia stato velocissimamente accolto dal Tar della Campania, che ha utilizzato lo strumento di maggiore e immediato impatto: un decreto del presidente inaudita altera parte con il quale è stato immediatamente sospeso l’effetto della decisione della preside Petrillo.

Un provvedimento del Tar di Napoli che viene assunto raramente e solo quando ricorrono  motivi  di straordinaria urgenza, senza utilizzare ulteriore tempo per ascoltare le ragioni, in tutta evidenza inesistenti, al punto che la scuola e la sua preside non si sono neppure costituiti in giudizio, della controparte.

Rimandandovi alla lettura molto interessante del decreto presidenziale del Tar, vi segnaliamo che l’avvocato Adinolfi è arrivato, con tanto di convincente argomentazione, anche ad ipotizzare la commissione del reato penale di interruzione di pubblico servizio regolato dall’articolo 340 del Codice Penale e punito con una reclusione fino ad un anno.

Gli operatori che assistono i bambini autistici non sono degli estranei, ma autentiche ancore di salvezza per tantissime famiglie.

Il preside ha affermato di non avere spazio a disposizione, l’avvocato gli è anche venuto incontro indicandogli un locale al primo piano della scuola. Non avrebbe neppure dovuto darglielo questo consiglio, perché mai e poi mai una preside che opera nello Stato Italiano avrebbe dovuto decidere una robaccia di questo genere, che presterebbe il fianco a chi  vorrebbe  marciarci un pò, per confezionare e lanciare accuse relative a discriminazioni della peggiore crudeltà. Cose che evocherebbero, derive nazi-fasciste e/o staliniste.

Ma noi siamo sicuri che la preside Petrillo non nutra sentimenti di disprezzo nei confronti dei bambini autistici.

Anzi, siamo sicuri del contrario. Il suo gravissimo errore è frutto, ripetiamo, di una ridotta capacità, che appartiene alla maggior parte della pubblica amministrazione nostrana, di evolvere attraverso la formazione, attraverso la conoscenza, attraverso quello studio delle cose che poi non si capisce come si pretende di trasmettere agli studenti.

 

decreto accoglimento