SERVIZI SOCIALI, POLITICA & tanta, ma proprio tanta CAMORRA. Le dimissioni da presidente del consiglio comunale di San Cipriano della moglie super votata di Orlando Diana, già assessore e accusato da più pentiti del clan dei casalesi
11 Marzo 2022 - 17:22
Siamo arrivati ad occuparci, percorrendo il solco della richiesta, poi accolta, formulata dalla Dda, per perquisire molti luoghi che hanno a che fare con l’intrigo e l’intrico degli appalti dei servizi sociali monopolizzati da Lagravanese, Capriglione e company, della figura molto importante di Orlando Diana, già assessore di San Cipriano, di cui Nicola schaivone e o mastrone parlano anche come protettore per l’ospitlità delle latitante di Zagaria e Iovine e marito di Giuseppina Barbato, cugina diretta di Francesco Barbato, braccio destro di Nicola Schiavone e, a sua volta pentito nonchè di quell’Antonio Di Caterino, proprietario del bar Non solo Caffè di Caserta, anche questo oggetto di perquisizione. IN CALCE ALL’ARTICOLO IL POST PUBBLICATO QUALCHE SETTIMANA FA DALLA BARBATO CHE ALLE ELEZIONI RACCOLSE 650 PREFERENZE, PER ILLUSTRARE, ANCHE POLEMICAMENTE, LE RAGIONI DELLE SUE DIMISSIONI
SAN CIPRIANO D’AVERSA – (Gianluigi Guarino) Non è certo un personaggio di poco conto Orlando Diana, uno degli indagati principali nell’inchiesta, ancora in corso, condotta dalla Dda di Napoli insieme alla Squadra Mobile di Caserta sulla gestione dei servizi sociali, in comuni ed Ambiti della nostra provincia. Nel senso che una corretta analisi della sua biografia non si può limitare alla semplice trattazione dei motivi attinenti alla strettissima attualità, a quelli per cui la Dda lo ha indagato e lo ha perquisito nello scorso dicembre e neppure può riguardare semplicemente le dichiarazioni, fatte su di lui dai collaboratori di giustizia, da Nicola
Occorre, invece, un inquadramento più ampio che contenga anche contesti di cui di solito non si parla. Orlando Diana, infatti, è stato ed è un personaggio di spicco della politica in quel di San Cipriano d’Aversa. Nel 2010 si candidò e fu eletto nella lista che sostenne Enrico Martinelli, risultato vincitore salvo poi essere travolto dalle inchieste giudiziarie che ne determinarono anche l’arresto.
Negli anni successivi, Orlando Diana si è defilato nell’esercizio diretto delle cariche pubbliche ma ha continuato a far politica a San Cipriano, attraverso la moglie Giuseppina Barbato, cugina diretta, cioè di primo grado di Francesco Barbato detto o sbirro, uno degli uomini più vicini a Nicola Schiavone, a sua volta, al pari del suo capo, collaboratore di giustizia, nonchè cugina di Antonio Di Caterino, 38 anni, titolare del bar “Non solo Caffè” di proprietà di una società o di una ditta individuale con sede legale a Casapulla mentre il locale si trova a Caserta in via De Falco ed è stato perquisito dagli uomini della Squadra Mobile su ordine della Dda, sempre nell’ambito dell’inchiesta sui servizi sociali.
Giuseppina Barbato si è dimessa dalla carica di presidente del consiglio comunale di San Cipriano, non ricordiamo il giorno preciso ma ciò è successo nelle prime due settimane di febbraio, cioè una sessantina di giorni dopo l’esplosione del caso giudiziario dei servizi sociali che ha coinvolto il marito Orlando Diana, sfiorando anche l’attività dell’appena “Non solo caffè del cugino” Antonio Di Caterino.
Il post che pubblichiamo in calce all’articolo, contiene le ragioni esposte dalla Barbato subito dopo aver formalizzato le sue dimissioni da presidente del consiglio comunale. Non è che si capisca granchè, però la sensazione è che abbia colto una certa freddezza (“Non una pacca sulla spalla, non una parola di sostegno”) nei suoi confronti da parte di altri esponenti della maggioranza e forse anche da parte del sindaco Vincenzo Caterino.
Se questo è stato determinato dalla volontà del primo cittadino di allontanarsi da una figura destinata a diventare controversa, se non addirittura imbarazzante, a causa dei problemi del marito, non lo sappiamo. Fatto sta che questa importante decisione politica è arrivata a poche settimane di distanza dalle perquisizioni subite e dal pesante inserimento di Orlando Diana nel registro degli indagati con tanto di pubblicazione delle dichiarazioni, sfornate da Nicola Schiavone, sull’affidabilità del Diana quale persona, sempre a detta di Nicola Schiavone, a disposizione, almeno fino ad una certa epoca dell’intero clan dei casalesi nei servizi sociali, salvo poi ripiegarsi esclusivamente sulle posizioni di Zagaria.
In verità, Orlando Diana “uomo a disposizione…” non solo secondo Nicola Schiavone, visto che un altro pentito di prima fila, cioè Massimiliano Caterino detto o mastrone, vicinissimo per anni e anni a Michele Zagaria, declina anche lui un paio di rivelazioni su Diana, non prima di aver sciorinato, in maniera ancora più dettagliata, il suo albero genealogico: partendo dalla circostanza già nota e già citata in questo articolo, relativa al ruolo di assessore, svolto da Orlando Diana con il sindaco Enrico Martinelli, il pentito Caterino precisa il fatto, peraltro noto, della parentela tra il citato Enrico Martinelli e il suo cugino omonimo, esponente di spicco e killer storicamente legato alla famiglia Schiavone, nonchè il rapporto di parentela, appartenente sempre all’ex primo cittadino di San Cipriano, con Giuseppe Diana detto Peppinotto.
In un altro interrogatorio, Massimiliano Caterino associa Orlando Diana al cartello di Michele Zagaria e ne sottolinea i vincoli di parentela con Pino Fontana, il super imprenditore che cercò di corrompere i carabinieri e che dal 14 luglio 2015 si trova in carcere a seguito del famoso blitz che coinvolse anche politici e dirigenti della Regione Campania, dal quale poi è scaturita una dura condanna, divenuta definitiva, che Pino Fontana sta scontando, comportandosi in pratica da vero boss, senza alcuna tentazione di pentimento, nel carcere sassarese di Bancali.
Non solo: secondo il racconto di o mastrone,infatti, Orlando Diana è anche imparentato o meglio era imparentato con Francesco Zagaria detto Francuccio la benzina, marito defunto di Elvira Zagaria, sorella del boss Michele ed esponente importantissimo, cruciale, in quanto vero e proprio ambasciatore di Michele Zagaria presso i politici e presso le maggiori istituzioni, a partire dall’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, dove, com’è arcinoto, Francuccio la benzina aveva un suo ufficio, approntatogli dall’allora direttore generale Luigi Annunziata, Giggino per gli amici.
Il fratello di Orlando Diana, che di nome fa Francesco, è imparentato a sua volta con un altro personaggio importante del gruppo di Michele Zagaria, cioè con Michele Barone, di cui è cognato. Cognato di un collaboratore di giustizia, visto che Barone ha deciso di pentirsi già da qualche anno, assistendo, peraltro da lontano, all’incredibile vicenda che ha coinvolto suo cugino omonimo don Michele Barone, l’ex sacerdote degli esorcismi e storico amico del già sindaco Enrico Martinelli e di molti del suo entourage.
Massimiliano Caterino, su Orlando Diana, è stato un vero e proprio fiume in piena. Si tratta di dichiarazioni datate, visto che risalgono al 2014 e per le quali evidentemente, l’autorità inquirente non è riuscita a trovare i riscontri necessari per un coinvolgimento più marcato di Diana in un’ordinanza contenente anche l’applicazione di misure cautelari. Però, queste dichiarazioni, non a caso richiamate dalla Dda nei provvedimenti già noti dell’inchiesta sui servizi sociali, potrebbero anche tornare utili nel presente.
Mastrone dice infatti che Orlando Diana ha avuto un ruolo attivo, visto che ha anche provveduto ad ospitare e dunque a proteggere, la latitanza di Michele Zagaria e di Antonio Iovine, utilizzando dal 96 in poi (anche se va rimarcato che nel 96 Orlando Diana aveva solo 16 anni) l’abitazione del padre. Massimiliano Caterino infine racconta ai magistrati un episodio specifico che viene però omissato e su cui afferma che Michele Zagaria lo considerò molto negativamente, udite udite, anzi leggete leggete, perchè così testualmente, lo definisce o mastrone: “In quanto eticamente mal visto da Michele Zagaria. Da allora lo ritenemmo poco serio e anche Nicola Schiavone se ne lamentò con lui.”
Si capisce, procedendo con il racconto, che dovrebbe trattarsi di un affronto nell’accezione che a questo termine danno i camorristi, che addirittura il sempre fumantino Nicola Sciavone avrebbe voluto lavare con una punizione da infliggere a Orlando Diana. Nicola Schiavone rinunciò al suo proposito, secondo Caterino per rispetto a Michele Zagaria, a cui Diana era legato, anche se Zagaria, proprio attraverso il suo fedelissimo Caterino, fece sapere a Schiavone di essere pure lui indignato per il comportamento di Orlando Diana e che non si sarebbe opposto qualora il figlio di Sandokan avesse deciso di punirlo.
E a proposito di Nicola Schiavone, i rapporti con Diana, guastatisi a seguito dell’affronto di cui sopra, erano stati addirittura fraterni. Coetanei, in quanto entrambi del 1980, erano andati spesso insieme in vacanza, oltre ad uscire poi abitualmente in coppia. Montecatini e Malta, le mete delle vacanze comuni. Schiavone completa l’albero genealogico già disegnato da Massimiliano Caterino, precisando che la mamma di Diana è cugina di Michele Zagaria.
Per quanto riguarda l’esperienza politica di Orlando Diana, il pentito Nicola Schiavone definisce quest’ultimo “la faccia pulita di Michele Zagaria al comune di San Cipriano“, dove ai tempi dell’amministrazione di Martinelli, così come abbiamo scritto già due volte in questo articolo, Orlando Diana svolgeva le funzioni di assessore. Giusto per non farci mancare nulla, aggiungiamo che Schiavone racconta pure che alcuni summit di camorra si tenevano proprio a casa di Orlando Diana. A queste riunioni era presente anche Oreste Caterino, che usava tenere le armi a casa di Diana.
Nicola Schiavone conferma il grave screzio che ebbe, ad un certo punto, con Orlando Diana e rivela che sarebbe stato Zagaria a mediare per ricomporlo. Un intervento che consolidò ancora di più i rapporti tra Diana e Zagaria al punto che il primo riprese la vecchia abitudine di ospitarne e di proteggerne la latitanza.
Ora, aggiungiamo noi, se il calendario non è una opinione, è anche possibile, visto che Zagaria è stato catturato il 7 dicembre 2011, che, contemporaneamente, Orlando Diana, di mattina, andava al comune a fare l’assessore e di sera vedeva la tv con Michele Zagaria, da lui ospitato. Questa contestualità temporale non è certa, ma non abita la sfera dell’impossibile.
Dal numero di omissis inseriti sia nelle dichiarazioni di Caterino ma soprattutto in quelle di Schiavone, la partita tra la Dda e Orlando Diana sembra ancora molto aperta. Schiavone infatti conclude la sua testimonianza affermando che Diana svolgeva la funzione di sindaco di fatto, di sindaco reale, Schiavone parla di “sindaco ombra” di San Cipriano d’Aversa, in quanto legato ad ambienti imprenditoriali tra cui omissis.
Completiamo la carrellata dei pentiti proprio con Francesco Barbato, cioè il parente più stretto dell’ex presidente del consiglio comunale di San Cipriano, oggi semplciemente consigliera Giuseppina Barbato, di cui, ripetiamo, è cugino di primo grado.
Anche lui conferma che Diana ha ospitato in più occasioni Michele Zagaria durante la sua latitanza. Anche in queste dichiarazioni ci sono molti omissis che coprono l’identità di nomi, presumibilmente di imprenditori, in rapporto diretto con Zagaria e di cui si parlava nelle conversazioni tra Caterino e Orlando Diana che poi ne discuteva, a sua volta, con Francesco Barbato, cugino della moglie.
Barbato che è un pentito più recente, parla di Diana non molto tempo fa, precisamente anche in un interrogatorio rilasciato il 20 marzo 2019.
Insomma, non è che la posizione di Orlando Diana sia semplicissima, fermo restando l’indiscutibile presunzione di innocenza, anzi presuzione di non colpevolezza. Giuseppina Barbato, sua moglie, alle ultime elezioni comunali di San Cipriano, ha raccolto 650 voti di preferenza, che non sono pochi, anzi sono tanti, considerando che San Cipriano è un comune di 13.661 abitanti e dunque con 8, 9 mila elettori.
Avevamo già deciso che quando saremmo arrivati a trattare la figura di Orlando Diana, conoscendo anche i contenuti della sua esperienza politica e di quella ancora in corso di sua moglie, saremmo stati portati, giocoforza, ad occuparci un pò di più delle attuali vicende politiche di San Cipriano. Un proposito rafforzato, poi, nel momento in cui il sindaco Vincenzo Caterino è diventato, per volontà di Giovanni Zannini, presidente della Gisec, cioè dell’azienda con cui l’amministrazione provinciale gestisce in house gli impianti dei rifiuti e che è letteralmente monopolizzata, da anni e anni, da alcuni imprenditori di Casapesenna, di Villa Literno, di Castel Volturno, che pur non avendo avuto ancora problemi giudiziari, hanno visto i loro nomi saltar fuori diverse volte nelle cronache riguardanti indagini di camorra.
Magari, non scoveremo niente di che, niente che vada al di là dell’incredibile, stratosferico conflitto di interessi, di cui Vincenzo Caterino è protagonista, essendo il comune di San Cipriano fruitore istituzionale dei servizi di Gisec e anche significativo debitore per circa 200mila euro, secondo l’ultimo bilancio, della società controllata da Giorgio Magliocca.
QUI SOTTO IL POST DI GIUSEPPINA BARBATO