Spara ad un carabiniere di CASERTA e uccide il collega. Il killer non ricorda: “Sotto effetto di alcool e cocaina”
30 Gennaio 2020 - 17:10
CASERTA – Sara’ processato a partire dal 2 marzo prossimo dinanzi alla Corte d’Assise a Foggia, Giuseppe Papantuono, 66enne pregiudicato accusato di avere ucciso la mattina del 13 aprile dello scorso anno a Cagnano Varano il maresciallo dei carabinieri Vincenzo di Gennaro e ferito il commilitone Pasquale Casertano, militare proveniente dalla zona di via Patturelli a Caserta, nella zona d entrambi in servizio alla stazione del comune Foggiano. Il rinvio a giudizio e’ stato deciso a conclusione dell’udienza preliminare tenutasi questa mattina in tribunale a Foggia davanti al Gup Michela Valente. L’uomo sparo’ durante un ordinario controllo da parte dei due militari: si avvicino’ alla pattuglia e sparo’ con la propria pistola contro i due militari. E’ accusato di omicidio e di tentativo di omicidio.
Nel corso dell’udienza si sono costituiti parte civile i familiari del maresciallo Di Gennaro (il padre, la sorella e la fidanzata), l’appuntato Pasquale Casertano, il comune di San Severo, l’Associazione Nazionale Sottoufficiali d’Italia, l’Arma dei Carabinieri e il ministero della Difesa. Stamattina Giuseppe Papantuono ha chiesto ed ottenuto di essere interrogato. Secondo quanto riferito dal procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, l’uomo “ha detto di non ricordare bene quanto accaduto quella mattina perche’ era sotto l’effetto di alcool e sostanze stupefacenti ed ha ribadito di non aver mai avuto motivi di rancore ne’ nei confronti del maresciallo Di Gennaro, ne’ nei confronti di Casertano”. Concetto ripreso anche dall’avvocato difensore dell’imputato, Angelo di Pumpo: “ha un vuoto di memoria. Papantuono ha dichiarato di aver fatto uso di cocaina per tutta serata, la notte precedente e anche la mattina del delitto e quindi non ricorda nulla. L’avvocato dei familiari del maresciallo, Michele Minischetti ha evidenziato che la famiglia “non chiede che ci sia assolutamente una condanna esemplare, chiede semplicemente che ci sia una condanna di giustizia nei confronti di una persona che ha privato loro dell’affetto di un congiunto”.