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TUTTI I NOMI. 20 INDAGATI. Appalti e CLAN DEI CASALESI. Summit di camorra tra i nuovi capi

18 Dicembre 2018 - 12:00

CASAL DI PRINCIPE – Sono 20 le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta della Procura Antimafia di Napoli, accusati, a vario titolo, di associazione camorristica, corruzione, estorsione, intestazione fittizia e turbata libertà degli incanti. L’inchiesta della DDA di Napoli e dei carabinieri di Caserta mette sotto la lente d’ingrandimento una serie di appalti sui quali, secondo gli inquirenti, c’erano gli interessi della camorra.Due le misure cautelari notificate ad altrettanti indagati – il gip non ha ritenuto adottare provvedimenti più pesanti – a cui il Tribunale impone il divieto di esercitare attività di impresa e professionale.

Tra gli indagati figurano anche il suocero del fratello di Francesco “Sandokan” Schiavone e l’imprenditore che avrebbe acquistato da un poliziotto la pen drive sparita dal bunker di Casapesenna dove si nascondeva Michele Zagaria.

E ci sarebbe anche un summit di camorra, datato 8 gennaio 2015. Sotto controllo ci sono due cugini (che figurano tra gli indagati e sono legati da vincoli di parentela alla famiglia Schiavone) che si recano ad un incontro in una nota tenuta di proprietà di un parente acquisito del fratello di Sandokan, a Giugliano in Campania. Una riunione a cui, sempre secondo gli inquirenti, partecipano persone ritenute a capo di due fazioni del clan dei casalesi e del clan Mallardo, cosca territorialmente “competente” nella zona di Napoli nord.

Le intercettazioni al riguardo non lasciano spazio a dubbi sul contenuto della riunione. I cellulari vengono lasciati fuori” perchè “sono pericolosi”. L’incontro dura due ore: si parla di denaro, di centinaia di migliaia di euro, e di appalti, anche nel settore dei rifiuti. Alla fine della riunione uno degli interlocutori, verosimilmente colui che rappresenta il vertice del clan Mallardo, si irrita per il coinvolgimento di una persona legata da stretti vincoli di parentela con Michele Zagaria, tirato in ballo proprio dai due cugini.

Iscritti nel registro degli indagati, tra gli altri, ci sono: Domenico Concilio di Qualiano; Raffaele De Angelis di Casal di Principe; Orlando Fontana di Casapesenna; Cesare Massaro di Casal di Principe; Luigi Massaro di Casal di Principe; Salvatore Merola di Curti; Francesco Natale di Santa Maria Capua Vetere; Nicola Panaro di Casal di Principe; Carlo Antonio Piccirillo di Santa Maria Capua Vetere; Giuseppe Rammairone di Caserta; Michele Sepe di Afragola; Domenico Sepe di Napoli; Salvatore Sestile di Giugliano; Carmine Schiavone di Casal di Principe; Luigi Schiavone di Casal di Principe; Vincenzo Schiavone di Casal di Principe; Giuseppe Tufaro di Portico; Antonio Verazzo di Casal di Principe; Orlando Vicigrado di Aversa.