Ucciso e gettato nelle campagne di VILLA LITERNO. Arrestati i killer di Nicola Cioffo “Torroncino”

11 Novembre 2020 - 10:33

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CASAPESENNA/VILLA LITERNO – Nella mattinata dell’11 novembre 2020,
presso le case circondariali di Caltanissetta e Rossano, militari del Nucleo Investigativo
Carabinieri di Caserta hanno dato esecuzione all’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa in data 6.11.2020 dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta
della D.D.A. di Napoli, nei confronti di Corrado De Luca, 53 anni di San Cipriano d’Aversa e di Salvatore Verde,
52 anni di Casapesenna entrambi già detenuti per altra causa, ritenuti responsabili in concorso
di omicidio premeditato, con l’aggravante di aver commesso il delitto con lo scopo di agevolare
l’associazione camorristica denominata clan dei Casalesi.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta tra gli anni 2018 e 2019 sotto
il coordinamento della DDA di Napoli, anche attraverso il riscontro di molteplici dichiarazioni rese
da collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare la responsabilità dei predetti in ordine
all’omicidio di Nicola Cioffo , avvenuto in Villa Literno  in data 3.2.1990.
In particolare, l’impianto probatorio acquisito ha consentito di:
­ identificare quali esecutori materiali Luigi Venosa (deceduto in data 07.08.2018),
Corrado De Luca e  Salvatore Verde; accertare la dinamica dell’evento delittuoso:
nel dettaglio si appurava che Nicola Cioffo, alias “Torroncino”, in data 3 febbraio 1990,
dapprima era stato condotto presso l’abitazione di Luigi Venosa, ai tempi capo
dell’omonimo gruppo criminale, ed in tal luogo lo stesso era stato dapprima
oggetto di un violento pestaggio, successivamente fatto segno con diversi colpi d’arma da fuoco;
i killer, al fine di disfarsi del corpo, lo avevano caricato a bordo di una vettura e lo avevano
trasportato nelle campagne di Villa Literno, in località “Ciannitiello”, ove, ancora vivo, lo
avevano dato alle fiamme e contestualmente finito con diversi colpi d’arma da fuoco;
­ comprendere che l’omicidio era stato decretato in virtù dell’appartenenza criminale del Cioffo
alla fazione dei bardelliniani.
L’esecuzione è dunque da inquadrare nella guerra di camorra, avvenuta tra gli anni ’80 e ’90, tra le
due anime dei Casalesi, quella dei “bardelliniani” e quella degli “Schiavone”; in particolare questi
ultimi, come documentato già dai numerosi provvedimenti giudiziari che hanno ricostruito gli
assetti dell’organizzazione criminale, a ridosso degli anni ’90, avevano stabilito l’eliminazione
fisica di tutto il gruppo dei “bardelliniani”, al fine di acquisire l’egemonia criminale territoriale
imponendosi così in regime monopolistico nell’ambito della gestione illecita dei rifiuti, delle
estorsioni, nell’aggiudicazione degli appalti delle opere pubbliche.