ULTIM’ORA. TUTTE LE CONDANNE. Ucciso a Casale a colpi di kalashnikov nella guerra di camorra

7 Marzo 2024 - 14:06

CASAL DI PRINCIPE (l.v.r.) – Si è appena concluso il processo in corte di Appello, quindi, a Napoli, relativo all’assassinio di Ferdinando Morza avvenuto 24 anni fa a Casal di Principe.

I giudici hanno sentenziato 30 anni di carcere per Giuseppe Setola e Giuseppe Dell’Aversano, difesi rispettivamente dall’avvocato Paolo Di Furia e dal collega Paolo Caterino, unitamente al figlio di quest’ultimo, Nicola Caterino. Setola e Dell’Aversano quindi passano dall’ergastolo alla condanna trentennale per l’omicidio.

18 anni e otto mesi, invece, per Francesco Cavaliere, difeso dall’avvocato Mirella Baldascino, che riceve una condanna più lieve rispetto al primo grado.

Carmine Tamburrino, assolto in primo grado, è stato invece condannato a 16 anni di carcere. Sconto di pena anche per Domenico Bidognetti, condannato in secondo grado a 12 anni di carcere e, infine, dieci anni di reclusione per Emilio Di Caterino.

Secondo la ricostruzione della Dda, il delitto venne ordinato da Domenico Bidognetti che insieme a Setola e Dell’Aversano uccise materialmente Morza con colpi di mitragliatrice e kalashnikov. Gli altri avrebbero partecipato curando le fasi organizzative e di segnalazione degli spostamenti di Morza.

Nelle scorse settimane, il procuratore generale aveva invocato 30 anni per Giuseppe Setola, Giuseppe Dell’Aversano e Carmine Tamburrino. Diciotto anni, invece, Mario Cavaliere. Infine, si richiedeva la conferma della condanna in primo grado (14 anni) per Emilio Di Caterino e Domenico Bidognetti.

Riassumendo le decisioni di primo grado, nel processo in rito abbreviato: ergastolo a Giuseppe Setola e Giuseppe Dell’Aversano; 20 anni a testa per Mario e Francesco Cavaliere; 14 anni per i collaboratori di giustizia Domenico Bidognetti ed Emilio Di Caterino. Era stato assolto, invece, Carmine Tamburrino, accusato di aver partecipato al raid di morte con il ruolo di specchiettista.

Nel collegio difensivo sono stati impegnati anche i legali Paolo Raimondo, Angelo Raucci e Vincenzo D’Angelo.