🤣🤣🤣CASERTA. Toh, allora Carlo Marino lo sapeva che il comandante dei vigili Piricelli aveva avuto connessioni con la camorra e due scioglimenti sul groppone. Ora lo allontana all’arrivo della commissione d’accesso

6 Settembre 2024 - 13:32

Ci siamo seduti un po’ in poltrona negli ultimi giorni godendoci soprattutto la scena di chi ha scritto di questa cosa come se fosse un avvicendamento dovuto alla crisi della produzione del mais nell’Ohio e nel Ne- Braska

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CASERTA –(g.g.) Una delle cose più comiche, almeno ai nostri occhi, che si sta sviluppando in questi giorni nella città capoluogo, è costituita dal tentativo di allontanamento morbido, soft, alla chetichella di Antonio Piricelli, la cui assunzione è stata voluta fortemente da Carlo Marino probabilmente in una delle pochissime circostanze in cui il consigliere regionale Giovanni Zannini e i Marzo si sono trovati d’accordo nell’indicarlo e nel perorarlo a capo di un ormai svalutatissimo, sputtanatissimo – e non certo per le tante persone serie e valenti che vi operano all’interno – corpo della polizia municipale di Caserta.

Per qualche giorno ci siamo voluti sedere in poltrona e seguire una sorta di minuetto, cantato peraltro in coro dai giornali di Caserta, nessuno dei quali, non avendo mai avuto il coraggio di affrontare il problema, e che problema, della biografia di questo personaggio ha collegato al suo vero motivo questa improvvisa uscita di scena rispetto alla quale vengono esposte ragioni assolutamente diverse da quelle reali.

Stamattina, dopo aver fatto spargere ovatta, bambagia a tutti, è arrivato il momento in cui dobbiamo rinfrescare la memoria, peraltro non certo remota, dei nostri lettori su chi sia Antonio Piricelli

Ci avete fatto caso che quando è arrivato a Caserta si è messo a fare, per tre o quattro giorni, lo sceriffo in Corso Trieste, inforcando scenograficamente finanche una moto in stile Frank Poncharello nei celeberrimi Chips  e che poi, all’uscita dei due articoli con cui CasertaCe lo ha accolto, sia letteralmente scomparso, si sia liquefatto dalla scena pubblica? Scrivemmo che qualora ci avesse fatto una contravvenzione, lui oppure gli uomini che rappresentava da comandante dei vigili, noi avremmo attuato un’azione di disobbedienza civile invitando a fare la stessa cosa chiunque fosse stato colpito da uno speculare provvedimento.

Ci saremmo recati sotto alla Prefettura e avremmo bruciato quel verbale, accettando le conseguenze, magari anche penali, di quel nostro gesto così come facevano Pannella e i radicali quando si autodenunciavano coltivando piantine di marijuana allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della loro battaglia libertaria per la liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere. Avremmo bruciato quella contravvenzione perché ritenevamo, in scienza e coscienza, che Antonio Piricelli, l’Antonio Piricelli che raccontavamo da due anni a questa parte non possedesse la legittimità morale e professionale per infliggere sanzioni, quandanche amministrative a un qualsiasi cittadino. Una convinzione che avevamo maturato fin dal giorno in cui il fratello di un potente boss della camorra di Sant’Antimo aveva pubblicato un video in Facebook, in cui di fronte all’intenzione dell’ennesima commissione d’accesso, arrivata nel Comune di Giggino a’ purpetta’, invitava la popolazione a recarsi sotto al Comune per chiedere la conferma di Piricelli alla guida del corpo dei vigili urbani santantimesi. Ovviamente la commissione d’accesso lo mise lo stesso alla porta e il nome di Piricelli, così come questo giornale ha scritto riportandone testualmente i passi, comparve, in maniera sostanziosa, all’interno del decreto del Presidente della Repubblica con cui veniva sciolto per infiltrazioni camorristiche il Comune di Sant’Antimo.

Stessa cosa era capitata al Comune di Casavatore dove Piricelli era ugualmente stato comandante dei vigili urbani. Dal processo penale si salvò con un’assoluzione. Ma qui bisogna chiarire, come facciamo ogni giorno, che i comportamenti i quali implicano una relazione non ortodossa tra pubblici ufficiali di un comune e soggetti collegati ai clan rappresentano elementi fondanti dei provvedimenti di scioglimento per infiltrazione camorristica che non c’azzeccano nulla o c’azzeccano molto relativamente con i procedimenti penali

Essendosi bruciato in provincia di Napoli, dove pensate che potesse planare la carriera professionale di Antonio Piricelli? Ma naturalmente a San Marcellino, feudo incontrastato (ultime elezioni comunali con una sola lista in campo) della famiglia Colombiano e di Giovanni Zannini.

Una tappa di passaggi visto che, di li a poco, manco a dirlo dopo il ribaltone che conduce Zannini e i suoi nella maggioranza del Comune di Aversa, prodromico alla conquista del potere alle ultime elezioni del giugno scorso, Piricelli diventa comandante della polizia municipale della città normanna. Non sappiamo se al tempo fosse già scoppiata la scintilla amorosa tra Giovanni Zannini e mister Eminflex, al secolo Francesco Silvestro, nominato di fatto da Fulvio Martusciello senatore di Forza Italia e divenuto poi fulcro in strettissima connessione con Zannini, dell’ultima campagna elettorale delle europee dell’ormai mitico “Fulvietto”

Questo nostro dubbio e tutt’altro che peregrino, perché Antonio Piricelli è un grandissimo amico di Francesco Silvestro al punto quest’ultimo, in occasione della festa patronale di Caserta, arriva nel Duomo solo per salutarlo e abbracciarlo. Amici e colleghi di scioglimento per infiltrazione camorristica, visto che mister Eminflex che al tempo in cui Piricelli era comandante ad Aversa, gli aveva procacciato anche un appuntamento col ministro Pichetto Fratin, con tanto di strombazzanti comunicati stampa, era stato anni prima uno degli attori dello scioglimento del Comune di Arzano, dove ricopriva la funzione di presidente del consiglio comunale. In quel decreto del Presidente della Repubblica era scritto, così come CasertaCe ha pure pubblicato nei suoi contenuti letterali che rappresentava un dato rilevante, nella decisione di scioglimento, quello dei rapporti tra il presidente del consiglio comunale Francesco Silvestro e un’impresa di pompe funebri legata a un clan locale

Quando Piricelli ha lasciato Aversa, per decisione dell’allora sindaco Alfonso Golia, non certo avallata da Zannini, si è cominciato a lavorare per riciclarlo ulteriormente.

Ed ecco qui il suo portentoso e ponderoso arrivo a Caserta con tanto di fotografie ufficiali accanto al sindaco Carlo Marino e accanto all’allora assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo.

CasertaCe gli tolse la motocicletta di chips da sotto al sedere. Marino aveva letto quei nostri articoli e attraverso i medesimi anche le storie relative a Sant’Antimo, a Casavatore, a San Marcellino e ad Aversa. Marino, dunque, sapeva e nonostante ciò lo ha tenuto ben saldo al suo posto di comando. Poi è arrivata la commissione d’accesso e guarda un po’ Piricelli ha iniziato le manovre di decollo.

Nota a margine: l’ex comandante Luigi De Simone, ce lo consenta e glielo diciamo con il massimo rispetto personale, è stato trattato, al tempo dell’avvento del Piricelli, come l’ultimo dei mentecatti. Ora leggiamo che avrebbe già accettato il ritorno in sella sempre con Marino sindaco. Embè, la professione, lo status economico contano, ma la dignità dovrebbe essere un qualcosa che va anche al di sopra di certi ragionamenti concreti.

Ma qui siamo a Caserta, Caserta l’immorale la vera Sodoma italiana. E quindi, ci si può aspettare di tutto e di più.