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10 ARRESTI. Corruzione e riciclaggio. Nel mirino imprenditori e professionisti. In manette il consigliere degli ex ministri

6 Febbraio 2020 - 15:49

SAN MARCELLINO – I militari del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Roma, nell’ambito delle attività tese a contrastare il fenomeno della corruzione nella Pubblica Amministrazione, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal Gip di Roma, nei confronti di 10 persone, tra cui tre professionisti, quattro imprenditori e tre pubblici ufficiali, per i reati di corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e falso.

Nel corso delle indagini, eseguite dai militari del Nucleo Speciale Anticorruzione di Roma tramite numerose intercettazioni telefoniche, pedinamenti, acquisizioni documentali presso uffici pubblici e accertamenti bancari, sono emersi fatti corruttivi posti in essere da un noto professionista romano, collegato ad ambienti politici parlamentari, con l’ausilio di alcuni amministratori del comune di San Marcellino, in relazione all’appalto per la gestione del servizio di pubblica illuminazione delle strade comunali affidato alla società ‘Tlsled Esco s.r.l.’, riconducibile agli indagati.

In passato, il principale indagato ha ricoperto svariati incarichi, tra i quali quello di consigliere di amministrazione di Anas S.p.A. nonché di direttore e tesoriere della ”Fondazione della Libertà per il bene comune”. Stiamo parlando di Giovan Battista Gianni Papello, 64 anni, uomo di fiducia e consigliere dei ministri Ugo Martinat, allo Sviluppo economico, e Altero Matteoli, alle Infastrutture, poi. Direttore e Tesoriere della Fondazione dell’ex Ministro Matteoli, è stato all’interno del Cda di Anas e con diversi incarichi pubblici a partire dal 1995.

L’attività investigativa, inoltre, ha attenzionato i fallimenti delle società Setecna e Blustar, di fatto riconducibili a un imprenditore e a un commercialista, i quali, anche tramite ”prestanome”, hanno distratto ingenti risorse finanziarie dalle citate società, procurando un ingiusto danno ai creditori. Nel corso degli accertamenti è altresì emerso che un pubblico ufficiale, appartenente a una forza di polizia, in cambio di utilità economiche, abbia compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio ed è stato sottoposto, pertanto, alla misura degli arresti domiciliari.